Nell’ultimo decennio il flusso ed
il numero di minori stranieri non accompagnati è notevolmente cresciuto.
Il
fenomeno poco dibattuto dei MSNA fa parte di quell’ampio mondo dei flussi
migratori globali.
Si tratta perlopiù di minori che
vivono in una zona di invisibilità, una
sorta di parcheggio dei diritti, stigmatizzata per la mancanza di documenti di
soggiorno.
La visibilità viene loro
assicurata solo nell’atto del flagrante compimento di un reato, o nel caso di
tragedie, rimbalzando così di colpo in un’area dove si coniugano
paradossalmente privazione della libertà e riconoscimento di diritti.
Al di fuori di situazioni “emergenziali”
non ci sembra di cogliere l’urgenza di un impegno per le loro condizioni di
vita, fatta di marginalità ed assenza di diritti, anzi non sembrano neppure
scandalizzare, o indurre pietà, ma certamente provocano un forte senso di
insicurezza e pericolo.
Quindi, più che l’assenza di
diritti riconosciuti, appare così in risalto la pericolosità potenziale.
I motivi che spingono questi
minori ad emigrare sono i più svariati, (bibliografia, sul tema). Alcuni sono richiedenti asilo
in fuga da guerre, da persecuzione nei loro paesi d'origine, mentre altri sono
vittime della tratta sessuale o di schiavitù o in cerca di opportunità
economiche.
I minori stranieri non accompagnati
possono arrivare nascosti da trafficanti e Passeur a pagamento, con visti
turistici o presentando documenti falsi ai funzionari di frontiera, oppure fuggono in preda alla disperazione senza documenti.
In breve, le motivazioni e i
metodi di questi giovani migranti sono molteplici e molto simili a quelli degli
adulti e sono ovunque si sposti la migrazione globale degli adulti.
E come tutti i migranti, il modo in cui i
minori non accompagnati vengono “accolti” dipende dal paese di arrivo.
LEONARDO CAVALIERE