Si è tenuto il 17 luglio un momento di incontro tra i ragazzi egiziani ospiti della Casa e i rappresentanti della sezione italiana dell'organizzazione per un progetto dedicato ai minori stranieri non accompagnati
Il progetto di Save the Children dedicato all'Egitto mira a fornire ai giovani egiziani valide alternative alla migrazione, sensibilizzandoli sui rischi affrontati dal minore non accompagnato durante l'esperienza migratoria. Si tratta di una ricerca partecipata, che coinvolge, cioè, quegli individui direttamente toccati dal tema in analisi; l’obiettivo sta nella produzione di materiali informativi e documentari che responsabilizzino i giovani migranti in partenza.
In questa prospettiva, i ragazzi egiziani ospiti della Casa, che diventano soggetto, e non oggetto, del progetto, hanno portato la loro significativa testimonianza. Questa modalità di lavoro permette di comprendere in maniera piena quelle che sono le dinamiche migratorie tra Egitto e Italia. Ovviamente, la motivazione che spinge i ragazzi egiziani a partire è soprattutto di ordine economico, ma la spinta decisiva arriva molto spesso dai racconti dei migranti già radicati in Italia.
Il nostro Paese è, infatti, conosciuto da questi giovani attraverso le testimonianze dei coetanei già partiti e attraverso quelle deifashkara, cioè coloro che vivono in Italia e che, tornati in vacanza in Egitto, ostentano il proprio successo economico. Si tratta, però, di racconti che molto spesso omettono, per orgoglio e per pudore, le difficoltà incontrate durante il percorso migratorio e che, pertanto, creano false aspettative nei giovani che ancora vivono in Egitto.
Questi ragazzi non hanno una percezione corretta del rischio che rappresenta per la loro vita anche il solo viaggio e non sono preparati ad affrontare, una volta giunti in Italia, sfruttamento e solitudine. Queste diventeranno, comunque, situazioni più tollerabili di un ipotetico rientro in patria che significherebbe, per questi ragazzi e le loro famiglie, l’umiliazione del fallimento.