L'appello del Garante regionale: "Subito concertazione. Difficile accoglierli adeguatamente con logica emergenziale"
Settecentocinque minori stranieri non accompagnati, sbarcati in Puglia per i flussi migratori provenienti da Egitto e Grecia nel 2011. Senza contare quelli trasferiti da Sicilia e Lampedusa, quelli erroneamente identificati come maggiorenni in CARA e CIE e quelli ritrovati nel territorio: con loro la cifra supera quotamilleduecento.
"La situazione è insostenibile e rischia di pregiudicare l'effettiva tutela dei ragazzi già ospiti nelle comunità pugliesi e di quelli che, con tutta probabilità continueranno ad arrivare nella nostra regione. È improcrastinabile un'azione concertata tra le istituzioni locali e Prefetture. Il Governo sia sollecitato a dare risposte certe, rapide e in grado di superare la logica dell'emergenza e della delega totale agli enti locali". A lanciare un autentico allarme è Rosangela Paparella, Garante dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza in Puglia. L'appello rivolto al Governo è legato alla difficoltà per i singoli territori di assicurare una corretta accoglienza ai tanti minorenni in stato di necessità. "Sarebbe un errore gravissimo, nonché segnale di scarsa lungimiranza - proesgue Paparella - trascurare che questi ragazzi siano titolari di diritti e componenti a tutti gli effetti della nostra società. E che rischiano di scivolare in una zona di invisibilità e di marginalizzazione che riguarda tutti, e riguarda lo stato di civiltà e benessere della nostra regione".
I problemi erano stati già evidenziati per il Comune di Bari (a cui comunque il Garante dà atto di aver operato con "grande impegno") dall'assessore al welfare Ludovico Abbaticchio. Alla stessa maniera, a fine giugno, il Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza (CNCA) aveva denunciato le condizioni di lavoro degli operatori impegnati, definendole "inaccettabili"..