Presentata la pubblicazione sulla condizione e le prospettive dei minorenni di origine straniera in Italia. L’Unicef: “Nel mondo 33 milioni di migranti con meno di 20 anni. Il 60% vive nei Paesi non sviluppati. Il 28% arriva dall’Africa, il 21% dall’Asia”
ROMA – In occasione del 20 novembre – Giornata per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza – l’Unicef Italia lancia la pubblicazione “Facce d’Italia. Condizione e prospettive dei minorenni di origine straniera”. Un lavoro sul diritto alla non discriminazione dei bambini e degli adolescenti di origine straniera. La pubblicazione, presentata questa mattina a Roma, si inserisce nel quadro della Campagna “IO come TU” e compie una rassegna dei dati e dei riferimenti normativi esistenti per fornire una fotografia il più possibile vicina alla realtà di questi minorenni, anche attraverso le loro testimonianze dirette. Non dati nuovi ma un quadro d’insieme.
ROMA – In occasione del 20 novembre – Giornata per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza – l’Unicef Italia lancia la pubblicazione “Facce d’Italia. Condizione e prospettive dei minorenni di origine straniera”. Un lavoro sul diritto alla non discriminazione dei bambini e degli adolescenti di origine straniera. La pubblicazione, presentata questa mattina a Roma, si inserisce nel quadro della Campagna “IO come TU” e compie una rassegna dei dati e dei riferimenti normativi esistenti per fornire una fotografia il più possibile vicina alla realtà di questi minorenni, anche attraverso le loro testimonianze dirette. Non dati nuovi ma un quadro d’insieme.
“Secondo l’Organizzazione Mondiale delle Migrazioni (Oim) – ricorda l’Unicef – attualmente circa 214 milioni di persone nel mondo vivono al di fuori del proprio Paese d’origine. Uomini, donne, bambini, adolescenti, intere famiglie attraversano i confini internazionali per migliorare le proprie condizioni di vita e, in alcuni casi, assicurarsi la sopravvivenza”.
Le disparità economiche, i mutamenti demografici, le guerre civili e i disastri naturali hanno fatto raddoppiare tra il 1975 e il 2010 il numero dei migranti a livello internazionale. “Secondo i dati delle Nazioni Unite – aggiunge l’Unicef – nel mondo sono 33 milioni i migranti al di sotto dei 20 anni di età, che rappresentano circa il 16% del totale della popolazione migrante. I ragazzi compresi nella fascia di età tra i 15 e i 19 anni rappresentano il gruppo più ampio tra i bambini e gli adolescenti migranti: dei 33 milioni sotto i 20 anni, coloro che hanno tra i 15 e i 19 anni costituiscono il 34% (pari a 11 milioni), seguiti da coloro che hanno tra i 10 e i 14 anni (26%, pari a 9 milioni). I minorenni tra i 5 ei 9 anni di età rappresentano il 22% del totale (7 milioni) e quelli tra 0 e 4 anni il 18% (6 milioni)”.
Circa 20 milioni di migranti sotto i 20 anni di età risiedono nei Paesi meno sviluppati o in Paesi in via di sviluppo, detenendo circa il 60% del totale della popolazione migrante di età inferiore ai 20 anni. Viceversa, circa 13 milioni di bambini e adolescenti migranti risiedono nei Paesi industrializzati (40%).
La maggior parte di adolescenti e giovani migranti proviene dall’Africa (28%), segue l’Asia (21%), Oceania (11%), Europa (11%) e Americhe (10%).
“Il fenomeno migratorio riguarda da vicino anche il nostro Paese: nel corso delle ultime due decadi l’Italia ha conosciuto una progressiva crescita nella presenza degli immigrati e a oggi si può dire completata la sua trasformazione da Paese di emigrazione a Paese di immigrazione”.
Rispetto al passato, uno degli aspetti di novità del fenomeno migratorio in Italia è sicuramente il progetto di stabilizzazione che sempre più caratterizza la presenza degli immigrati: “Ciò è reso evidente soprattutto dal crescente numero di minorenni di origine straniera nati o arrivati da piccoli sul territorio nazionale. La sfida futura che ha davanti il Paese è, quindi, quella di garantire pari diritti e opportunità di sviluppo a questi bambini. I bambini e gli adolescenti di origine straniera presenti a vario titolo sul territorio italiano spesso affrontano sfide educative ed economiche maggiori e tassi di povertà più alti, il loro benessere è quindi compromesso in molti ambiti tra cui la sanità, l’istruzione, la sicurezza economica e abitativa e le future opportunità lavorative. Inoltre, questo contesto, aggravato dalla conseguenze sociali della crisi economica favorisce l’emergere di comportamenti discriminatori contribuendo quindi a un grave rischio di esclusione sociale per tutti i bambini e gli adolescenti di origine straniera”.
Fonte: www.redattoresociale.it
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