Immigrazione: in Italia aumentano i minori non accompagnati.

In forte crescita, in Italia, il numero di minori stranieri non accompagnati. Ragazzi in fuga dalla povertà, da conflitti armati o da persecuzioni, spesso vittime di abusi e sfruttamento. Il fenomeno è stato al centro, ieri, del convegno “Ragazzi lontani… dalla famiglia, dal proprio paese, da se stessi”, promosso dalla Caritas di Roma in occasione dei venticinque anni di attività dei Centri di pronta accoglienza per minori. Il servizio di Antonella Pilia:RealAudioMP3

Sono sempre di più i minori non accompagnati che raggiungono l’Italia clandestinamente, alla ricerca di un futuro migliore. Secondo il ministero del lavoro e delle politiche sociali, alla fine di novembre in Italia erano oltre 6.500, provenienti soprattutto da Egitto, Bangladesh e Albania. Nei primi dieci mesi del 2013, la Caritas di Roma ne ha accolto ben 332 nei centri di prima assistenza. Maria Chiara Posa, responsabile area minori Caritas Roma:
“Attualmente i minori maggiormente presenti nei nostri centri arrivano dall’Egitto: c’è, quindi, una grande emergenza Nord Africa. Sono in prevalenza maschi, sempre più piccoli – hanno meno di 16 anni – e pur avendo entrambi i genitori nell’85% dei casi nelle proprie nazioni di origine, hanno comunque deciso per motivi economici di emigrare in cerca di un futuro diverso, affrontando anche numerosi pericoli. Molti di loro, infatti, perdono la vita nel tentativo di raggiungere l’Italia”.
Questi bambini e adolescenti, lasciati a se stessi, “sono vittime del traffico di esseri umani finalizzato all’immigrazione clandestina, ma anche all’accattonaggio, al lavoro forzato e allo sfruttamento sessuale”, ha denunciato mons. Enrico Feroci, direttore della Caritas di Roma.
“In questi 25 anni sono stati accolti più di 3800 ragazzi, che devono essere ricostruiti non solamente fisicamente, perché sono denutriti o hanno dei problemi, ma soprattutto interiormente e spiritualmente. Tant’è vero che abbiamo un servizio, che chiamiamo di ferite invisibili. I ragazzi che arrivano da noi hanno una distruzione interiore e devono essere, quindi, ricostruiti. E questo è quello che cerchiamo di fare”.
Due le richieste avanzate da monsignor Feroci al ministro per l’integrazione:
“Abbiamo chiesto al ministro Cécile Kyenge di essere attenta alla salute dei minori, anche non italiani, perche possano essere assistiti e curati; e abbiamo chiesto anche maggiore attenzione sul discorso della cittadinanza per quei ragazzi che sono nati in Italia, e devono aspettare i 18 anni prima di poter chiedere la cittadinanza, oppure quelli che hanno i genitori in Italia e hanno chiesto la cittadinanza italiana. C’è insomma tutto un percorso da facilitare perché queste persone possano avere la cittadinanza”.
Le risposte del ministro Kyenge non si sono lasciate attendere:
“La richiesta di assistenza per i minori stranieri non accompagnati è contenuta nel decreto che tutte le regioni devono recepire e che, ad oggi, soltanto sette hanno recepito. In questo caso, credo che bisognerebbe fare una valutazione sull’accesso ai servizi sanitari. La cittadinanza, invece, è un lavoro che sto portando avanti sia come ministero, guardando la semplificazione, ma anche nel ruolo di ministro, di deputata, cercando di sensibilizzare e monitorare un percorso di riforma sulla legge della cittadinanza che, di fatto, oggi ha avuto l’apertura di molti partiti”.
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