Roma nel periodo di maggio dello scorso anno è stata teatro dell'ennesima triste storia di ordinario razzismo, perpetrato nei confronti di due adolescenti Bangla, tradotti al CIE di Ponte Galeria dalla Polizia Municipale di Roma Capitale per essere stati considerati sommariamente dei maggiori di età. In quel periodo, gli errori sull'accertamento dell'età erano all'ordine del giorni, tant'è che diversi sono stati rinchiusi nel CIE di Ponte Galeria. Come si può leggere dal comunicato stampa, di Asgi e Yo Migro, che di seguito riportiamo, quei comportamenti sono stati fortemente criticati.
Il Giudice di Pace al Comune di Roma: «illegittimo il secondo accertamento dell’età per i minori stranieri».
Gli accertamenti in ordine all’età effettiva non possono dare assoluta certezza e le autorità devono sempre far prevalere il superiore interesse del minore alla tutela dei suoi diritti primari. Asgi e Yo Migro. Ora il Comune riaccolga nelle strutture di accoglienza i minori allontanati.
Dopo le due ordinanze del TAR Lazio che nel mese di febbraio 2014 hanno annullato in via cautelare la revoca della tutela per due ragazzi provenienti dal Bangladesh illegittimamente dichiarati maggiorenni, anche il Giudice di Pace di Roma riconosce l’impossibilità di stabilire con certezza l’età dei ricorrenti, annullando dunque l’espulsione che pendeva su di loro.
Nel 2013 molti minori bengalesi accolti nei centri di accoglienza del Comune di Roma erano stati sottoposti a due o più accertamenti dell’età attraverso il discusso test radiologico del polso, revocando loro l’accoglienza presso le strutture protette quando tale esame dava come esito la maggiore età.
La vicenda è stata seguita fin dall’inizio con particolare interesse da Agi e da Yo Migro che hanno avviato azioni legali per tutelare i minori, ricordando che recenti ricerche scientifiche dichiarano che i metodi impiegati per l’accertamento dell’età dei minori stranieri basati su esami della maturazione scheletrica della mano e del polso non possono fornire risultati certi, ma solo stime altamente imprecise.
A quasi un anno di distanza dai controlli dell’età disposti massivamente dal Comune di Roma e dalla Questura ed effettuati indiscriminatamente su un numero altissimo di ragazzi originari del Bangladesh, le azioni legali intraprese stanno andando a buon fine e tanto il TAR Lazio quanto il Giudice di Pace di Roma hanno confermato che “gli accertamenti in ordine all’età effettiva […] non possono dare assoluta certezza in ordine al dato controverso” e che va pertanto applicato il principio del favor minoris, riconoscendo che in caso di dubbio sull’età la persona va sempre considerata come minore nel rispetto del superiore interesse del fanciullo (Conv. New York, 1989).
ASGI e Yo Migro richiedono al Comune di Roma l’immediato rientro nelle strutture di accoglienza dei due ragazzi di cui il Giudice di Pace ha riconosciuto la minore età, come già è stato disposto nelle settimane scorse per i minori il cui ricorso era stato accolto dal TAR Di Roma e di riattivare immediatamente l’accoglienza di tutti i minori bengalesi che sono stati vittime nel corso dell’ultimo anno della illegittima procedura del secondo accertamento dell’età. tratto da Corriereimmigrazione.it
Gli accertamenti in ordine all’età effettiva non possono dare assoluta certezza e le autorità devono sempre far prevalere il superiore interesse del minore alla tutela dei suoi diritti primari. Asgi e Yo Migro. Ora il Comune riaccolga nelle strutture di accoglienza i minori allontanati.
Dopo le due ordinanze del TAR Lazio che nel mese di febbraio 2014 hanno annullato in via cautelare la revoca della tutela per due ragazzi provenienti dal Bangladesh illegittimamente dichiarati maggiorenni, anche il Giudice di Pace di Roma riconosce l’impossibilità di stabilire con certezza l’età dei ricorrenti, annullando dunque l’espulsione che pendeva su di loro.
Nel 2013 molti minori bengalesi accolti nei centri di accoglienza del Comune di Roma erano stati sottoposti a due o più accertamenti dell’età attraverso il discusso test radiologico del polso, revocando loro l’accoglienza presso le strutture protette quando tale esame dava come esito la maggiore età.
La vicenda è stata seguita fin dall’inizio con particolare interesse da Agi e da Yo Migro che hanno avviato azioni legali per tutelare i minori, ricordando che recenti ricerche scientifiche dichiarano che i metodi impiegati per l’accertamento dell’età dei minori stranieri basati su esami della maturazione scheletrica della mano e del polso non possono fornire risultati certi, ma solo stime altamente imprecise.
A quasi un anno di distanza dai controlli dell’età disposti massivamente dal Comune di Roma e dalla Questura ed effettuati indiscriminatamente su un numero altissimo di ragazzi originari del Bangladesh, le azioni legali intraprese stanno andando a buon fine e tanto il TAR Lazio quanto il Giudice di Pace di Roma hanno confermato che “gli accertamenti in ordine all’età effettiva […] non possono dare assoluta certezza in ordine al dato controverso” e che va pertanto applicato il principio del favor minoris, riconoscendo che in caso di dubbio sull’età la persona va sempre considerata come minore nel rispetto del superiore interesse del fanciullo (Conv. New York, 1989).
ASGI e Yo Migro richiedono al Comune di Roma l’immediato rientro nelle strutture di accoglienza dei due ragazzi di cui il Giudice di Pace ha riconosciuto la minore età, come già è stato disposto nelle settimane scorse per i minori il cui ricorso era stato accolto dal TAR Di Roma e di riattivare immediatamente l’accoglienza di tutti i minori bengalesi che sono stati vittime nel corso dell’ultimo anno della illegittima procedura del secondo accertamento dell’età. tratto da Corriereimmigrazione.it
LEONARDO CAVALIERE