Nel terzo capitolo de QUALI SONO LE CONSEGUENZE DELLA DETENZIONE AMMINISTRATIVA IN UN BAMBINO? presentiamo la ricerca che ha esaminato l'esperienza della detenzione amministrativa dal punto di vista dei minori richiedenti asilo.
L’obiettivo è quello di capire le conseguenze di questa esperienza sul proseguo della vita.
Il campione di studio comprendeva diciassette rifugiati adulti (sedici maschi e una femmina), che erano stati tenuti in centri di detenzione per immigrati, in media, tre anni e due mesi.
Lo studio ha utilizzato una combinazione di metodi qualitativi e quantitativi per esplorare le esperienze di detenzione e post-detenzione, e di salute mentale, qualche anno dopo il rilascio. La componente qualitativa consisteva in interviste semi-strutturate che hanno esplorato il benessere psicologico, la vita quotidiana, eventi significativi, relazioni e i modi in cui hanno analizzato il loro periodo di detenzione. Ciò è stato integrato con misure quantitative standardizzate sulla salute mentale e la qualità della vita. Tutti i partecipanti hanno lottato per ricostruire le loro vite negli anni successivi al rilascio dai Centri di detenzione per immigrati, e per la maggior parte le difficoltà incontrate erano in ogni cosa della propria vita, dalla sfera materiale alla sfera immateriale/affettiva.
I soggetti del campione hanno subito un continuo senso di insicurezza e di ingiustizia, difficoltà nei rapporti, profondi cambiamenti del sé e una “cattiva salute mentale”. Depressione e demoralizzazione, disturbi della concentrazione e della memoria, e ansia persistente sono le patologie più riscontrate. In valutazioni standardizzate sono stati trovati alti tassi di depressione, ansia, e una bassa qualità di vita.
I risultati suggeriscono fortemente che le difficoltà psicologiche e interpersonali del campione analizzato sono dovute alle sofferenze lasciate in eredità dalla negativa esperienza della detenzione. In conclusione gli studi attuali suggeriscono senza dubbio che la detenzione in centri per migranti di bambini produce danni psicologici a lungo termine.
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