Firma l’appello lanciato a Papa Francesco perché si faccia concretamente qualcosa contro i naufragi e le stragi in mare.
Di fronte all’immobilismo dei governi dell’Unione
Europea, il Pontefice potrebbe sostenere un’alternativa umana alla mafia
dei trafficanti ponendosi al centro dell’azione diplomatica.
Le nunziature apostoliche, cioè le missioni
diplomatiche che rappresentano la Santa Sede nel mondo, potrebbero fare
ciò che le Ambasciate degli Stati europei negano: rilasciare visti di
ingresso perché le famiglie, i bambini, le donne, gli uomini che fuggono
da guerre e persecuzioni possano raggiungere Paesi Sicuri su mezzi di
trasporto legali, invece di essere costretti a pagare gli scafisti e
morire a migliaia sui barconi.
Un corridoio umanitario garantito dai governi
permetterebbe a quanti vogliono fare richiesta di asilo di presentarsi
direttamente nelle ambasciate dei Paesi europei (nello stesso Stato dal
quale intendono fuggire o nei Paesi confinanti con quello da cui
fuggono), senza dover intraprendere un viaggio terribile e spesso
mortale.
Tutto ciò potrebbe essere possibile semplicemente applicando le norme vigenti.
Le nunziature apostoliche svolgono infatti anche
la funzione di rappresentanza diplomatica e dunque chi scappa da
persecuzioni e guerre potrebbe chiedere un visto di ingresso ai Nunzi
Apostolici. Gli accordi già in vigore con i Paesi Ue permetterebbero ai
profughi di raggiungere la Santa Sede via nave, via terra o attraverso
l’aeroporto di Fiumicino o Ciampino, viaggio per canali legali che non
potrebbero intraprendere in assenza di visto di ingresso.
Chiediamo a Papa Francesco di:
1) permettere alle persone in fuga da guerre e
persecuzioni di chiedere asilo alla Santa Sede (che ha aderito alla
Convenzione di Ginevra del 1951) rivolgendosi direttamente ai nunzi
apostolici presenti presso i Paesi di fuga o di transito e dimostrare
così all’Europa che si può e si deve realizzare un corridoio umanitario
per impedire che le persone soffrano e muoiano per affermare il loro
diritto all’asilo e alla sopravvivenza.
2) permettere a queste persone, una volta arrivate
fisicamente in Vaticano, con un visto temporaneo, di presentare
richiesta d’asilo in altri Paesi, rivolgendosi ad una delle 178
ambasciate che hanno sede in Vaticano. In tal modo si neutralizzarebbe
anche la Convenzione di Dublino che limita la libertà delle persone di
scegliere in quale paese rifugiarsi e vivere.
Alessandra Ballerini; Leonardo Cavaliere; Carmelo Gatani; Paola La Rosa;
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