Migliorare l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati? Lo vogliamo davvero?

Miglioramento della capacità del territorio Italiano ad accogliere minori stranieri non accompagnati, questo è il nome dell'Avviso pubblico promosso dal Ministero dell'Interno - Dipartimento per le libertà civili e l’integrazione.
L'obiettivo che si propone l'avviso, in scadenza a fine gennaio, è la realizzazione di attività di temporanea accoglienza di MSNA, per un numero massimo di 800 al giorno, in strutture altamente specializzate, distribuite su tutto il terriotrio nazionale, per un massimo di due sedi per ciascuna regione.

Il bando sembrerebbe la risposta alle richieste di accoglienza dei Minori stranieri non accompagnati.

Il condizionale è utilizzato perchè diversi sono i dubbi su questo bando, in primis i tempi brevissimi per la presentazione del progetto, l'assenza di una regia unitaria e la previsione di 50 posti per ciascun progetto. Il tutto è reso ancora più problematico per il rischio che nessuno o solo pochi presentino un progetto.

Di seguito riportata l'intervista pubblicata su VITA.IT a Liviana Marelli del Cnca - Coordinamento nazionale comunità di accoglienza.



«Se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno allora possiamo dire che questo bando può essere un primo passo nella costruzione di un sistema integrato di accoglienza che al momento non c’è. Oggi quando arrivano i minori li mettono dove c’è posto. Da tempo chiediamo che ci sia una regia unitaria nell’accoglienza dei minori con caratteristiche per richiedere asilo e per i non accompagnati. Si dovrebbe avere anche una valorizzazione del sistema Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati - l’accoglienza di secondo livello, ndr.)».

Questo bando va quindi nella direzione dell’accoglienza di tutti i Misna?
Potremmo dire che il bando anticipa alcuni punti del cosiddetto disegno di legge Zampa che ha avuto l’ok della commissione affari costituzionali, ma che al momento è fermo. Quindi vedo dei rischi e diversi punti critici

Quali sono?
Innanzitutto i tempi ristretti: scade il 30 gennaio e i servizi a favore dei minori devono essere garantiti dal 16 febbraio, poi il numero elevato di minori: 50 in un unico posto. Qui vedo il rischio che visti i tempi non si riescano a costruire cordate tra imprese sociali o cooperative che mettendosi insieme possano spalmare l’accoglienza in strutture più a misura di minore. Non ci sono i tempi. Inoltre si punta a creare due hub per Regioni e questo è positivo, ma così come è costruito il bando non lo si favorisce

C’è anche una data di fine dell’accoglienza in base al bando: il 15 novembre…
Se questo periodo permettesse la costruzione di un sistema integrato non sarebbe un problema, ma il rischio è che da qui a quel momento non ci sia un nuovo sistema e quindi si continui a realizzare piccoli pezzetti che vanificano anche le idee positive

Se non si riescono a costruire cordate quindi che accadrà?
Vedo il rischio che da un lato si invogli chi vuol fare business e dall’altro che il bando vada deserto

Business?
Sì, perché potrebbe partecipare chi ha una struttura vuota, come per esempio un albergo, ma non è quello di cui hanno bisogno i minori.Riunire 50 ragazzi tutti in una stessa struttura ha molte controindicazioni, l’unica alternativa è, lo ripeto, costruire delle cordate, ma visti i tempi è un’opzione quasi impraticabile. Ma il vero rischio è che il bando vada mezzo deserto e che non si ottenga uno degli obiettivi che è quello far partecipare tutte le regioni all’accoglienza.

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