6 Motivi per abrogare il reato di clandestinità.

La legge n. 94 del 2009 venne introdotta dal governo Berlusconi, con Roberto Maroni al ministero dell'Interno. La norma ha introdotto nel Testo Unico Immigrazione l’art. 10 bis che sanziona la condotta dello straniero che fa ingresso o si trattiene nel territorio dello Stato in violazione delle disposizioni che disciplinano, appunto, l’ingresso ed il soggiorno in Italia dei cittadini di Paesi non appartenenti all’Unione europea (con esclusione, quindi, dei cittadini comunitari, nei cui confronti questo reato non si applica).

La sanzione prevista per questo reato è l’ammenda da 5.000 a 10.000€. Il reato di clandestinità è contravvenzionale, punito con la sola pena pecuniaria, per il quale non è possibile l’adozione di forme limitative della libertà personale, quali l’arresto o il fermo di polizia, perché il nostro sistema processuale penale non consente di mettere in carcere una persona per un reato che non è punito con la pena detentiva.


Quindi, lo straniero che entra o soggiorna illegalmente in Italia non può essere arrestato; viene denunciato a “piede libero”, e, nelle more del processo, è libero di andare dove vuole. Quando dovesse essere condannato , dovrebbe pagare l’ammenda.

Perché è giusto abrogare il reato di clandestinità?

Dopo questo breve excursus storico-giuridico, andando ad analizzare i numeri per capire se il reato di clandestinità ha prodotto un qualche risultato, possiamo affermare senza essere smentiti che nei quasi sette anni di applicazione di questa norma gli ingressi illegali in Italia non sono affatto diminuiti, anzi.

“Capisco che la politica si faccia carico dei timori della gente, ma quando le paure sono populiste e infondate vanno combattute, spiegando come stanno realmente le cose”, dice all’Ansa il presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli

«Denuncia, notifica della denuncia a un soggetto che, nel caso in cui gli venga ordinato di lasciare il territorio dello Stato, nel frattempo si è reso irreperibile, nomina di un difensore d'ufficio, spese processuali...» Savio ASGI


Nella Cerimonia inaugurale dell’anno giudiziario 2016, alla presenza del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, il primo presidente della Cassazione, Giovanni Canzio ha preso posizione contro il reato di clandestinità dichiarando che il "Reato di clandestinità è inutile e dannoso". Contro l'immigrazione clandestina, ha affermato il magistrato, "la risposta sul terreno del procedimento penale si è rivelata inutile, inefficace e per alcuni profili dannosa, mentre la sostituzione del reato con un illecito e con sanzioni di tipo amministrativo, fino al più rigoroso provvedimento di espulsione, darebbe risultati concreti".

Ecco i sei motivi per abrogare il reato di clandestinità:



- Non serve a fermare gli ingressi illegali;

- Intasa i tribunali;

- Frena le inchieste sugli scafisti;

- Costi altissimi per lo Stato;

- Processi che non vengono praticamente più celebrati, soprattutto nei grandi centri urbani, dove i pubblici ministeri hanno reati ben più gravi da perseguire.

- La clandestinità è una contravvenzione punita con l’ammenda. Ovvio che nessuno straniero rinuncerà ad entrare illegalmente davanti a una sanzione pecuniaria che non è in grado di pagare e che lo Stato non è in grado di riscuotere.



In definitiva, il reato di clandestinità è inutile, ingolfa i tribunali con migliaia di cause e costi enormi per lo Stato; ostacola le indagini contro gli scafisti, visto che il migrante irregolare, in quanto indagato, non può essere sentito come testimone. ABROGHIAMO L’INUTILE E DISPENDIOSO REATO DI CLANDESTINITA’.



LEONARDO CAVALIERE

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