Il flusso di migranti irregolari lungo la rotta del Mediterraneo centrale (soprattutto da Libia e Tunisia verso l'Italia) è tornato nel 2018 ai livelli pre-crisi del 2012, con una riduzione degli arrivi dell'80% rispetto all'anno precedente (23.485 rispetto a 118.962), e confermando la forte tendenza al ribasso già registrata nel 2017. Lo ha spiegato oggi a Bruxelles il direttore esecutivo dell'Agenzia Frontex per la sorveglianza delle frontiere esterne dell'Ue, Fabrice Leggeri, durante una conferenza stampa di presentazione del rapporto di analisi del rischio per il 2019.In Italia sono arrivati soprattutto tunisini (5.182), eritrei (3.529) e sudanesi (2.037). Leggeri ha riferito che è stata registrata una forte riduzione delle partenze dalla Libia, dovuta alla percezione di una maggiore rischiosità per i migranti e per i trafficanti, a seguito delle attività delle fazioni armate nel Paese.Più attrattiva e meno rischiosa, invece - anche per chi arriva dall'Africa orientale o subsahariana-, è risultata la rotta del Mediterraneo Occidentale, per la quale è stato registrato nel 2018 un aumento del 160% degli arrivi in Spagna (57.034 rispetto ai 23.063 del 2017).Nel Mediterraneo orientale, gli arrivi irregolari in Grecia nel 2018 sono aumentati di 1/3 rispetto (56.561 rispetto ai 42.319 del 2017). In questo caso, l'aumento è dovuto soprattutto ai passaggi via terra dalla Turchia alla Grecia, in genere da parte di cittadini turchi, mentre il numero degli arrivi via mare è rimasto stabile.Il numero totale degli arrivi irregolari lungo le rotte mediterranee è stato nel 2018 pari a 150.114, rispetto ai 204.750 nel 2017.
Fonte: Askanews
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