Fondazione ISMU, in collaborazione con Università degli Studi di Catania e Università degli Studi Roma Tre, su commissione dell’Unicef, Unhcr e Oim, hanno presentato il rapporto “A un bivio. La transizione all’età adulta dei minori stranieri non accompagnati in Italia” che fotografa la situazione in Italia dei minori non accompagnati. Un lungo studio che prova anche a comprendere i fattori che incidono sul passaggio alla vita adulta di questi ragazzi. L’indagine nasce dalle informazioni raccolte tramite 185 interviste (78 in Sicilia, 55 in Lombardia e 52 in Lazio) di cui 147 biografiche e 38 contributi di Msna e neomaggiorenni che hanno partecipato a focus group tematici. Oltre 70.000 i minori stranieri non accompagnati arrivati in Italia via mare, tra il 2014 e il 2018, il 90% dei quali di età compresa fra i 15 e i 17 anni. "Per quanto il trend degli arrivi via mare sia in calo già dal 2018 - si legge nella ricerca - nello stesso anno sono giunti in Italia 3.536 ragazzi e anche nella prima metà del 2019 la loro incidenza rimane significativa: 365 su 2.779 arrivati via mare, pari al 13%". Aumenta il numero di neomaggiorenni sul territorio: circa 60.000 negli ultimi cinque anni. Molti fanno perdere le loro tracce: a giugno del 2019, 4.700 ragazzi risultavano irreperibili sul territorio nazionale. Invisibili e ancor più vulnerabili. In base a quanto riportato nel documento i minori stranieri soli provengono in prevalenza da Albania, Egitto, Costa d'Avorio e Gambia e per la maggior parte sono accolti in Sicilia, a fine 2018 sono il 38% del totale, segue la Lombardia, l'Emilia-Romagna e il Lazio. L’indagine lancia un messaggio: queste persone necessitano di sostegno continuo affinché la transizione all’età adulta possa avvenire con successo. «La potenziale perdita di sostegno continuo destinato a decine di migliaia di giovani, dovuta a una distinzione artificiosa basata sull’età, esporrà questi ultimi al rischio ulteriore di isolamento sociale, violenze, abusi e futuro incerto», sottolinea Anna Riatti, coordinatrice Unicef del programma per bambini e adolescenti migranti e rifugiati in Italia. «Poter comprendere meglio i fattori che favoriscono od ostacolano una transizione positiva dall’essere un minore rifugiato al divenire un adulto indipendente, autonomo e resiliente - aggiunge Roland Schilling, rappresentante regionale Unhcr per il Sud Europa -, aiuterà gli Stati a incrementare gli sforzi volti non solo a proteggere i minori rifugiati, ma anche a permetterne la transizione positiva verso l’età adulta». La ricerca, spiega Laurence Hart, direttore dell’Ufficio di coordinamento Oim per il Mediterraneo, da un lato sottolinea la vulnerabilità e i rischi a cui sono esposti i minori separati e non accompagnati nella fase di transizione all’età adulta, dall’altro ne rimarca i punti di forza, la capacità di agire e di essere resilienti, nonché il potenziale». "Nonostante con la legge 47/2017 l'Italia dimostra di avere un quadro normativo avanzato in materia di riconoscimento dei diritti dei minori", la ricerca denuncia una serie di fattori che ostacolano il passaggio di questi ragazzi all'età adulta. Tra questi, "le lente e complesse procedure per l'ottenimento dei documenti e la finestra di tempo che la maggior parte dei minori ha, vista l'età al loro arrivo (16-17 anni), troppo limitata per dotarsi degli strumenti necessari". Ma non solo. "Le forme di discriminazione e razzismo, anche nell'accesso al mercato del lavoro e della casa, rappresentano il vero ostacolo al loro benessere personale". REPORT A un bivio La transizione all'età adulta dei minori stranieri non accompagnati in Italia E-BOOK GRATIS SCARICA GRATUITAMENTE LA GUIDA PRATICA I Minori Stranieri non Accompagnati |
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