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Il Summit de La Valletta  sulla crisi migratoria nel Mediterraneo si è concluso.  
Joseph Muscat, primo ministro Maltese ha descritto questo summit come "un primo passo importante per un rapporto a due vie" tra l'Europa e l'Africa.
Il Presidente del Consiglio europeo, il polacco Tusk dichiara che è stata una  discussione franca e produttiva.



"Quello che abbiamo concordato è un passo fondamentale per rafforzare la nostra cooperazione, ora abbiamo bisogno di muoverci per l'attuazione del piano d'azione, in collaborazione e solidarietà".
Ha spiegato come il piano d'azione ha lo scopo di affrontare le cause della migrazione, rafforzare la cooperazione in materia di migrazione legale, rafforzare la protezione degli sfollati, combattere il traffico di migranti, e fare progressi sulla riammissione delle persone che non hanno diritto a rimanere in Europa.

"Siamo impegnati a dare alternative alle persone a rischio della vita"
All’interno del Summit sono stati elaborati progetti per la creazione di posti di lavoro nei paesi di origine e di transito, il raddoppio del numero di studenti in programmi Erasmus Plus, l'istituzione di programmi di sviluppo regionali in Africa centrale e settentrionale, l'istituzione di una squadra investigativa comune in Niger per combattere il traffico di migranti, progetto pilota da sviluppare poi anche  in altri paesi, e la facilitazione dei respingimenti dei migranti, perché di questo si tratta, con la presenza di  funzionari africani che verranno  in Europa ad  identificare i migranti irregolari.
Per contribuire ad attuare l'impegno, l'Unione europea ha formalmente istituito un fondo fiduciario di € 1800000000 in cima ad altri tipi di assistenza allo sviluppo di € 20miliardi l'anno.
A margine del Vertice, rispondendo ad una domanda sulla reintroduzione dei controlli alle frontiere da parte di alcuni paesi dell'UE si è palesato il vero interesse dell'UE in questo vertice, Tusk ha ammesso che si trattava di una corsa per salvare l'accordo di Schengen. L'Unione europea è determinata a vincere questa battaglia e la cosa fondamentale è stata quella di ristabilire il controllo delle frontiere esterne.

La conclusione del vertice de La Valletta, conferma i più cupi presagi  indicati nell’articolo Vertice de La Valletta. Il ricatto dell’UE all’Unione Africana.

Infatti, il ricatto dell’UE all’Unione Africana è andato in porto. In perfetta linea al Processo di Khartoum, l’UE cinica, esternalizza i controlli delle proprie frontiere, barattando i fondi della cooperazione con l’espulsione dei migranti. Come dichiarato tra  le righe, l’obiettivo dell’Europa è quello di sbarazzarsi dei migranti, pagando la manovalanza dei capi di stato e dittatori Africani. 

L’UE in questo vertice ha chiaramente affermato le sue priorità in materia di controllo delle frontiere, sub-appalto della gestione migratoria ai paesi limitrofi e dissuasione delle migrazioni.
Protocollo d'intesa del Vertice de La Valletta




LEONARDO CAVALIERE

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1800000000€ per bloccare i flussi migratori all’origine.

Il Summit de La Valletta  sulla crisi migratoria nel Mediterraneo si è concluso.   Joseph Muscat, primo ministro Maltese ha descrit...



Mentre i leader dei paesi europei e di alcuni paesi africani si riuniscono a La Valletta per discutere di come affrontare la crisi migratoria nel Mediterraneo, almeno 14 migranti sono annegati oggi al largo dell’isola di Lesbo, sette dei quali erano bambini. La guardia costiera greca è riuscita a mettere in salvo 27 rifugiati. L'obiettivo dichiarato del vertice è quello di cercare soluzioni comuni, anche se esistono ancora delle posizioni di divisione in Europa. L‘UE e l'Etiopia, hanno firmato a Malta un accordo per controllare l'immigrazione clandestina e per contrastare il traffico di esseri umani.


In base all'accordo, il governo di Addis Abeba avrà accesso ad un fondo fiduciario per aiutare i paesi africani a gestire i migranti. L'Etiopia, oltre ad essere uno dei principali punti di passaggio dei flussi di persone dall'Africa all'Europa, da ospitalità ad almeno 700.000 rifugiati da altri Paesi africani.

Nel frattempo sul fronte dei Balcani la Slovenia ha cominciato a erigere recinzioni di filo spinato lungo il confine con la Croazia. Lubiana si aspetta circa 30.000 nuovi immigrati ai suoi confini nei prossimi giorni.


Il Vertice internazionale de La Valletta si apre con 5 punti:


- Affrontare le cause profonde della crisi migratoria per contribuire alla creazione di pace, stabilità e sviluppo economico;

- migliorare il lavoro di promozione e organizzazione di canali di migrazione legale;

- rafforzare la protezione dei migranti e dei richiedenti asilo, in particolare dei gruppi vulnerabili;

- contrastare in maniera più efficace lo sfruttamento e il traffico di migranti;

- collaborare più strettamente per migliorare la cooperazione in materia di rimpatri e riammissioni.


Andando a leggere più attentamente cosa c’è sotto il vertice de La Valletta, in breve, si tratta di un vero e proprio ricatto politico dell’UE all’Unione Africana. In perfetta linea al Processo di Khartoum, la strategia elaborata dall’Italia consistente nell’aumentare la cooperazione, in ottica di sviluppo e nuove opportunità per l’Africa. Le Associazioni che si occupano di immigrazione sono sul piede di guerra e dichiarano: “Ue cinica, baratta i fondi della cooperazione con l’espulsione dei migranti”. In concomitanza con il vertice, sono tante le organizzazioni che si occupano di diritti dei migranti che fanno sentire la propria voce.


Il sentore di questa strategia era comprensibile già da tempo e la pubblicazione della bozza di accordo conclusivo, dello scorso 4 Novembre, rivelata dall’ong inglese Statewatch, a una settimana dall’inizio dei lavori, ne è una conferma: per i Paesi africani non c’è dialogo, ma solo un monologo europeo. Nessun accordo. Gli analisti più maligni ipotizzano che sia solo una strategia per alzare la posta in gioco.


Il vertice di La Valletta pone un dilemma morale per l'Unione Africana e la sua leadership. L'UE è il maggior donatore dell’UA. In molti vedono il vertice come un altro modo di ricatto politico. L'UE sventola in faccia ai leader africani i suoi euro, tanti euro, e in cambio chiede la riammissione dei loro cittadini.


Un mancato accordo a questo vertice sarà comunicato all’elettorato dell’UE come una mancanza di volontà politica da parte africana e come una mancanza di responsabilità nei confronti dei loro cittadini.


Dall’altra parte c’è da dire che un mancato accordo sulle riammissioni dà l'opportunità all'UE o singoli Stati membri di concludere accordi bilaterali con i paesi di provenienza o di transito, fornendo ricompense finanziarie a quei paesi che accetteranno questi accordi ad hoc.


“Alla fine credo sarà solo una questione di soldi: più si offrirà ai Paesi africani per riprendersi indietro i migranti, più ci si avvicinerà ad un accordo”, dichiara Arnold Cassola, fondatore del Partito dei Verdi di Malta. Infatti l’unico cosa certa di questo vertice è la firma dell’Emergency Trust Fund per l’Africa, un fondo fiduciario destinato al mantenimento della pace e della stabilità in una ventina di Paesi africani. Il fondo ammonta a 1,8 miliardi di euro, corrisposti dai Paesi dell’UE, l’Italia contribuirà con 10 milioni.


In definitiva, questo vertice è tutta una questione di soldi, due miliardi di contributi finanziari ai paesi africani in cambio di politiche repressive che blocchino i flussi migratori all’origine.


Mi piacerebbe concludere questo articolo con le parole di Don Mussie Zerai: “Al tavolo coi dittatori: le persone sacrificate per un disegno geopolitico”. Praticamente i paesi che sono la causa di questo esodo vengono invitati oggi a esserne la soluzione. “…. a nessuno interessano le sorti delle persone: il popolo è sacrificabile per un disegno geopolitico nel Corno d’Africa”.


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LEONARDO CAVALIERE


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Vertice de La Valletta. Il ricatto dell’UE all’Unione Africana.

Mentre i leader dei paesi europei e di alcuni paesi africani si riuniscono a La Valletta per discutere di come affrontare la crisi migrat...
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