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Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, con due bandi mette a disposizione 500.000 euro per il potenziamento dell’italiano come lingua seconda, con particolare attenzione agli studenti di recente immigrazione, e, per la prima volta, altri 500.000 euro per progetti di accoglienza e di sostegno linguistico e psicologico dedicati a minori stranieri non accompagnati.


“La lingua è passaporto di comunicazione e integrazione, per questo mettiamo a disposizione delle scuole risorse che consentiranno di dare una risposta al numero sempre crescente di alunni figli di migranti che oggi rappresentano il 9% della popolazione scolastica – dichiara il Ministro Giannini -. Un anno fa abbiamo riavviato l’Osservatorio nazionale per l’integrazione e l’intercultura. Nella Buona Scuola abbiamo inserito fra le priorità dell’offerta formativa proprio il perfezionamento dell’italiano come lingua seconda perché la scuola è la cornice ideale per diventare cittadini sostanziali.


Ne siamo convinti e stiamo lavorando per questo”. I progetti dovranno prevedere corsi intensivi in orario scolastico o extra, anche con il coinvolgimento delle famiglie. Potranno essere realizzati da scuole o reti di scuole.
“Si tratta di un fenomeno nuovo e in crescita soprattutto negli ultimi due anni – ricorda Giannini -. Nella maggior parte dei casi questi minori hanno fra i 14 e i 17 anni e sono in prevalenza ragazzi. Molti provengono da contesti sociali drammatici e da esperienze traumatiche che la cronaca ci riporta tutti i giorni”. Il bando prevede la realizzazione di azioni sia sul piano linguistico che psicologico, in collaborazione con le strutture di accoglienza.
La distribuzione dei fondi tiene conto delle realtà dove il numero di minori stranieri non accompagnati è maggiore.

Da Vita.it riporto “il decalogo dell’accoglienza”: sono dieci semplici azioni per accogliere in classe gli alunni stranieri

1 - Ribadire il diritto all’inserimento immediato degli alunni neoarrivati. Tutti, anche chi arriva ad anno iniziato, hanno diritto all’inserimento immediato a scuola, senza liste di attesa e trasferimenti da una scuola all’altra che fanno perdere tempo, motivazione, fiducia nelle istituzioni.

2 - Rendere consapevoli dell’importanza della scuola dell’infanzia. Oggi un quarto dei bambini con origini migratorie, fra i 3 e i 5 anni, non va alla scuola per l’infanzia, che invece è un luogo educativo cruciale ai fini dell’apprendimento linguistico e di una buona integrazione. Bisogna partire da lì, anche rendendo sostenibili le tariffe di iscrizione alle scuole non gestite dal pubblico.

3 - Contrastare il ritardo scolastico. Troppo spesso – dati alla mano – i ragazzi vengono inseriti in classi inferiori a quella che dovrebbero frequentare in base alla loro età, spesso con la motivazione della scarsa conoscenza dell’italiano. Ma metterli fra compagni più piccoli non solo non evita, ma in molti casi favorisce ulteriori ritardi dovuti alle bocciature/ripetenze, con effetti di demotivazione al proseguimento degli studi.

4 - Accompagnare i passaggi tra un ciclo scolastico e l’altro e adattare il programma e la valutazione. La prima media e la prima superiore sono uno scoglio per gli alunni con cittadinanza non italiana, anche se nati in Italia. Vanno predisposti piani personalizzati che comportino, se necessario, anche modifiche transitorie e non permanenti dei curricoli.

5 - Organizzare un orientamento efficace alla prosecuzione degli studi. Oggi la gran parte degli alunni con cittadinanza non italiana dopo le medie si iscrive a corsi o istituti professionali. È opportuno che sia attivato un orientamento agli studi più efficace, senza stereotipi. Perché non pensare a uno studenti di seconda generazione che faccia da tutor ai neoarrivati, per sostenerli nei laboratori, nell’apprendimento dell’italiano, nell’orientamento?


6 - Sostenere l’apprendimento dell’italiano L2, lingua di scolarità. Istituire negli istituti scolastici i “laboratori linguistici permanenti”, animati da insegnanti specializzati nell’insegnamento dell’italiano lingua 2, dedicando risorse dell’organico “funzionale”.

7 - Valorizzare la diversità linguistica, riconoscendo i saperi acquisiti e le competenze di ciascuno, ad esempio, nella lingua materna, e perché no? attivando dentro le scuole corsi opzionali di insegnamento delle lingue d’origine.

8 - Prevenire la segregazione scolastica (le scuole-ghetto freqeuntate quasi solo da immigrati) garantendo in tutte le scuole una buona qualità dell’insegnamento/apprendimento, in maniera esplicita e trasparente. Come si fa? Promuovendo accordi a livello locale, per operativi i criteri di equo-eterogeneità nella formazione delle classi, evitando o riducendo i casi di concentrazione delle presenze.

9 - Coinvolgere le famiglie nel progetto educativo per i loro figli: promuovere l’informazione e la partecipazione attraverso i messaggi plurilingue, incoraggiare la rappresentanza dei genitori stranieri, attivare opportunità di apprendimento dell’italiano per i genitori di origine straniera, con particolare attenzione alle madri che non lavorano.

10 - Promuovere l’educazione interculturale nelle scuole: le classi e le scuole “a colori” sono lo specchio di come sarà l’Italia di domani. Per questo possono diventare (e in parte già lo sono) laboratori di convivenza e di nuova cittadinanza.

Il Miur stanzia 500.000 euro per l'accoglienza di Minori non accompagnati

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