il Diritto di Asilo in Svezia


Welcome to Sweden
In Svezia, nella prima metà del 2013, sono state circa 19.000 le domande di asilo presentate. Attualmente vivono sul territorio circa 93.000 rifugiati. Delle richieste esaminate, il 44% ha ricevuto una risposta positiva.
1. I luoghi
Una volta giunto in Svezia, il potenziale rifugiato può presentare la sua domanda di asilo in uno degli sportelli del Migration Board dedicati ai richiedenti asilo (ve ne sono nelle maggiori città svedesi, la lista degli sportelli si trova al seguente link:http://www.migrationsverket.se/info/31_en.html) o alla polizia di frontiera. Il Migration Board non ha la facoltà di esaminare domande inviate da ambasciate svedesi. Si accettano esclusivamente le domande presentate entro i confini nazionali, non dall’estero.

2. Le istituzioni
Swedish Migration Board (Migrationsverket), Ufficio Immigrazione Svedese. E’ l’istituzione a cui spetta il compito dell’accoglienza, del supporto e dell’accompagnamento nella procedura di asilo di tutti i richiedenti presenti sul territorio nazionale nonché della decisione sulle domande di asilo. Le sue attività si basano sul testo di legge “Reception of Asylum Seekers and Others Act (1994:137)” il quale è entrato in vigore il 1 luglio 1994
Swedish Data Inspection Board (Datainspectionen), ufficio di pubblica autorità incaricato della registrazione delle impronte digitali e delle generalità del richiedente asilo
Swedish Migration Court of Appeal (Migrationsöverdomstolen), la Corte che riesamina la domanda di asilo in caso di appello dopo il rigetto da parte del Migration Board
FARR- Swedish Network of Asylum and Refugee Support Group, organizzazione non governativa che si occupa di fornire assistenza e consulenza legale ai richiedenti asilo e rifugiati. Fondata nel 1988, conta circa 650 membri e circa 70 avvocati specializzati nel diritto di asilo. Pubblica una newsletter trimestrale che tratta i problemi dei rifugiati, dal titolo “Artikel 14”.
3. La procedura
Generalmente il richiedente asilo presenta la sua domanda al Migration Board; in questa occasione, l’unità di accoglienza (Reception Unit) gli fornisce informazioni pratiche sul suo soggiorno e lo mette a conoscenza dei suoi diritti e dei suoi doveri in Svezia. Viene garantita la presenza di un interprete e il richiedente può scegliere il sesso dei rappresentanti delle istituzioni che lo assisteranno. Può, inoltre, contattare in qualsiasi momento le organizzazioni non governative per chiedere consiglio e supporto.
Successivamente il richiedente viene convocato per un’intervista conoscitiva, in cui deve spiegare le motivazioni che lo hanno spinto a scappare dal proprio paese di origine, cosa potrebbe succedere se tornasse a casa e il viaggio che ha compiuto. Inoltre, il Reception Unit organizza incontri collettivi in cui il personale spiega quali sono le leggi in materia di asilo, europee e nazionali, quali sono le organizzazioni non governative presenti sul territorio e quali sono i numeri da fare in caso di emergenza o aiuto. L’attesa di una risposta può durare fino ad un massimo di 6 mesi, lo stesso tempo necessario ad ottenere i documenti di viaggio ed il passaporto.
Quando il Migration Board prende una decisione, il richiedente viene nuovamente convocato al Reception Unit. Le leggi svedesi riconoscono, a coloro che non rientrano nei requisiti necessari ad ottenere lo status di rifugiato ma che non possono essere espulsi, un’altra particolare forma di protezione interna, che non ha equivalente a livello internazionale e perciò, il loro status viene riconosciuto solo in Svezia.
Qualora la domanda di asilo dovesse essere rigettata, il richiedente può decidere se accettare o meno la decisione. Se la accetta dovrà pianificare il suo ritorno in patria, aiutato e supportato dalle istituzioni. Per alcuni paesi di origine è previsto anche un contributo in denaro per il rimpatrio. Se non accetta, il richiedente può presentare ricorso alla Migration Court, che riesaminerà la domanda e prenderà a sua volta una decisione. E’ possibile un ulteriore grado di appello, alla Migration High Court.
4. L’accoglienza
Tre bambini, figli di rifugiati, nel centro di assistenza della città di Soedertaelje, a sud di Stoccolma. © Caroline Tibell/AFP/Getty images
Durante l’attesa, il richiedente può decidere se soggiornare presso familiari o amici eventualmente presenti sul territorio, oppure se rivolgersi al Migration Board per una sistemazione temporanea in alloggi condivisi. Se non si ha denaro e non si trova lavoro, il richiedente ha diritto ad un assegno giornaliero che copra le spese per il cibo, i vestiti, l’igiene personale e tutto ciò che è necessario. Il denaro viene depositato su un conto e viene rilasciata una carta di credito. La decisione se concedere o meno l’aiuto economico spetta sempre al Migration Board.
Una volta accolta la richiesta, al rifugiato viene rilasciata una carta denominata LMA, che attesta la sua esenzione dai requisiti normalmente richiesti per svolgere attività lavorativa e permette, inoltre, l’accesso a tutte le agevolazione economiche previste per i titolari dello status. Essa conferma anche la registrazione al Migration Board. Le cure emergenziali vengono garantite gratuitamente, come quelle ginecologiche, prenatali e dentali. Per tutte le altre visite a pagamento la spesa massima possibile è di 50 kronor ( circa 6 euro). Ai bambini viene garantito l’accesso alla scuola e a qualsiasi tipo di cura medica gratuitamente. Se il rifugiato dovesse trovare lavoro in una città dove non vi sono alloggi predisposti all’accoglienza, il Migration Board concede un supporto economico per trovare casa.
Lo Swedish Public Employment è l’ufficio incaricato di creare un piano di integrazione professionale e sociale per il rifugiato che avesse difficoltà di inserimento del mondo del lavoro. Non può usufruire di tale piano chi studia, chi ha già un lavoro full time, che ha più di 65 anni o è totalmente inabile al lavoro. Le autorità locali si occupano anche dell’organizzazione di corsi di svedese e società. Un rifugiato può chiedere la cittadinanza svedese dopo 4 anni di residenza.
5. Il programma di resettlement
La Svezia ha aderito al progetto di Resettlement nel 1950 ed è il paese europeo che concede più posti per il progetto. Ogni anno, infatti, accoglie una media di 1900 rifugiati entro i suoi confini. Il viaggio è totalmente a carico del governo svedese. La gestione del programma viene rivista e stabilita annualmente dal Ministero della Giustizia. Appena arrivati in Svezia, ai rifugiati viene garantita la residenza permanente. Il piano di integrazione prevede corsi di lingua, assistenza economica e nella ricerca di un impiego. Il programma dura in media due anni, ma il termine dell’accompagnamento viene valutato caso per caso.
6. Criticità
Il rapporto annuale di Amnesty International relativo al 2013 evidenzia un preoccupante aumento di episodi razzisti ed islamofobi in Svezia, che comporta non poche tensioni. Inoltre, denuncia una serie di rimpatri forzati verso la minoranza turcofona islamica degli Uiguri, nonostante verso questa popolazione, residente in Cina, ci siano rischi fondati di persecuzione e grave danno. Tuttavia, la Svezia rimane uno dei paesi europei con le migliori politiche e i migliori percorsi di integrazione per rifugiati e migranti.
Viedifuga.org
FONTI:
http://www.migrationsverket.se/info/3732.html 
Pagina interamente dedicata ai minori richiedenti asilo in cui possono capire come funziona il sistema e fare domande a personale qualificato. Solo in svedese
http://www.unhcr.org/pages/49e48f056.html 
Pagina dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati dedicata alla Svezia
http://rapportoannuale.amnesty.it/sites/default/files/Svezia_1.pdf 
Rapporto Annuale di Amnesty International, scheda paese, Svezia
http://www.unhcr.org/3c5e5a219.html
Il programma di resettlement in Svezia
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