A Roma 30mila minori in povertà assoluta

Centomila minori a Roma sono ai limiti della povertà. E 30mila vivono in condizioni di povertà assoluta. Sono cifre preoccupanti,  emersedal convegno "Nuove generazioni protagoniste", organizzato dalla cabina di regia istituita al dipartimento Promozione dei servizi sociali e della salute di Roma Capitale, in collaborazione con la Fondazione Mondo Digitale. Nel convegno si tracciava un bilancio di 15 ani di legge 285 del 1997, che ha rivoluzionato le politiche sociali nei confronti dei minori italiani. 

Il bilancio è positivo, sono stati stanziati circa 150 milioni di euro, 300 progetti realizzati e centomila beneficiari finali. “La Legge 285/97 ha aperto un nuovo approccio nelle politiche socio-educative - spiegano gli organizzatori -, superando la tradizionale ottica assistenzialistica e riparatoria nei confronti delle persone in età evolutiva, non più viste come semplici destinatari di interventi di protezione e tutela, ma come cittadini ‘oggi’, protagonisti della promozione del proprio benessere e di quello della città”. 
Al momento sono 126 gli interventi attivi: 88 promossi dai municipi e 38 promossi dai dipartimenti Politiche educative e Promozione dei servizi sociali. I progetti hanno raggiunto in tutto 250 mila minori, 130 mila genitori e 50 mila tra insegnanti, educatori e operatori sociali. 1.500 gli operatori attivi. Oltre il 90 per cento dei progetti è stato affidato a soggetti esterni e sono più di 300 le organizzazioni del terzo settore coinvolte. 
Il dossier sui minori stranieri a Roma dello scorso settembre ha calcolato oltre 53 mila minorenni stranieri in città (11,8 per cento dei minori). Oltre 36 mila frequentano le scuole, con un’incidenza dell’8,7 per cento sul totale degli alunni. La Capitale ospita anche un quinto dei minori stranieri non accompagnati presenti sul suolo nazionale: 1.251 su 5.613.  

Fin qui tutto bene. Però anche dopo 15 anni di interventi la situazione presenta problemi. Secondo i dati forniti da Martino Rebonato della Cabina di Regia per l’attuazione della legge, l'Amministrazione romana assiste nei servizi sociali quasi 10.000 minori ogni anno. Un numero considerevole, che richiede un impegno di grande portata. Ma non basta, perché, sempre secondo la stessa ricerca, potrebbero essere circa 30.000 i bambini e i ragazzi che a Roma vivono in condizioni di “povertà assoluta”, cioè che non hanno i beni essenziali per condurre una vita dignitosa. Se poi si considerano quelli in “povertà relativa” arriviamo ad oltre 100.000 minori. Si tratta di numeri che richiedono risposte concrete ed efficaci, per assicurare i diritti elementari a tutti i bambini e i ragazzi che vivono nella nostra città." La percentuale corrisponde al 4% dei minori italiani in condizioni di povertà assoluta, in linea con il dato della popolazione ma non per questo meno allarmante. Un altro dato che racconta la condizione dei minori a Roma è che nella capitale sono presenti il 20% dei minori non accompagnati in Italia. 
I diversi spunti dell’intensa mattinate di lavoro sono stati raccolti da Francesco Alvaro, garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza del Lazio, che ha ribadito la necessità di arrivare ad “una diversa ripartizione delle risorse per rafforzare le reti di tutela dei minori”. Per il Garante il “sistema 285” rappresenta “una forza, una parte pensante del sistema Italia”. 

In parallelo, nello spazio espositivo, in più di venti “stand progettuali” i diversi attori degli interventi finanziati dalla legge hanno presentano i progetti realizzati. Tra gli stand anche numerosi studenti, aspiranti operatori del sociale, che hanno avuto l’opportunità di conoscere gli attori istituzionali, centinaia di organizzazioni non profit e le metodologie più efficaci per affrontare alcune emergenze, come il disagio giovanile o la dispersione scolastica. 

“La città di Roma può diventare un interlocutore valido sull’innovazione educazionale in Italia e in Europa”. Così nel suo intervento Mirta Michilli, direttore della Fondazione Mondo Digitale, ha sintetizzato e rilanciato il ruolo della Città Educativa che ha ospitato l’evento, come “centrale dell’innovazione che irradia progetti promossi dalle scuole nella città, nel paese e in Europa”.Lastampa.it
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