MAFIA CAPITALE: il business dei minori migranti

Il mondo di mezzo non si ferma davanti a nulla pur di fare soldi. Non si ferma neanche davanti a quei tanti bimbi migranti che intraprendono il viaggio da soli. Quelli che la legge italiana definisice minori stranieri non accompagnati

Al caso dell'inchiesta "Mondo di Mezzo" si addice più la definizione della normativa europea che li chiama Minori Soli. Soli, perchè nessuno si occupa di loro, perchè chi sarebbe deputato ad occuparsene si scopre che sulla loro pelle fa business. Le cooperative citate nell’ordinanza dal gip Flavia Costantini hanno messo più di un piede nel remunerativo giro dei cosiddetti MSNA (minori stranieri non accompagnati). Per la legge italiana i MSNA devono essere accolti ed economicamente sostenuti dal comune in cui vengono identificati. Ed è nelle pieghe della legge che si addensano le vischiosità di un sistema che drena denari pubblici senza un reale controllo. Ad esclusivo vantaggio dei protagonisti delle inchieste giudiziarie degli ultimi mesi.  Ed ecco che,  per Roma Capitale, compaiono la Eriches della galassia di Salvatore Buzzi e la Domus Caritatis, diretta da Tiziano Zuccolo, uno dei protagonisti di Mafia capitale parte due, oggi agli arresti domiciliari. Il business dei minori migranti soli ha significato negli ultimi anni dover gestire 3.000 ragazzi l'anno. Per ognuno di loro il Campidoglio può arrivare a pagare anche 80 euro a notte alle strutture che li accolgono. Facile il calcolo dell’enorme business. Un contributo  dato dal Campidoglio che dovrebbe servire alla realizzazione di progetti finalizzati all'accoglienza di minori stranieri non accompagnati, ma che come abbiamo più volte denunciato su questo blog e come l’ordinanza del Mondo di Mezzo parte 2 rende noto, serviva per lo più a finanziare la Carminati – Buzzi & Co.

Garantire un alloggio ai minori che sbarcano in Italia senza genitori, così come a quelli che vengono sottratti alle famiglie, costa alle casse pubbliche oltre 30 milioni di euro l'anno. Una massa di denaro che ha messo in moto vasti appetiti criminali.

La banda di Carminati, attraverso Buzzi, a titolo esemplificativo occupò abusivamente una palazzina di proprietà del Campidoglio su suggerimento di un dipendente pubblico. E ci trasferì adolescenti stranieri. «Meglio se lo prendiamo noi che non quelli di Action» (ndr dice Buzzi in un’intercettazione). Con la regolarizzazione pronta.
Come evidenziato dall’articolo de L’Espresso del 5 giugno 2015, nel 2013, gli affari della banda di Salvatore Buzzi e del suo leader, il fascista Massimo Carminati, vanno a gonfie vele.

Quando nel dicembre del 2013 i vigili guidati dal vice comandante Antonio Di Maggio fanno irruzione nel Car per smascherare il lavoro nero dei ragazzi minorenni, scoprono che molti di loro alloggiano in case famiglia. “Mario Cola, dipendente comunale ed esponente del centro destra romano, ha un'idea eccezionale: secondo gli inquirenti consiglia a Buzzi l'occupazione abusiva di un immobile di proprietà dell'ente pubblico per cui lavora, «promettendogli di aiutarlo a legittimare ex post» lo squat e «garantendogli un canone di locazione a prezzi irrisori», scrivono negli atti. La palazzina è in via del Frantoio 44, vicino alla metro “Santa Maria del Soccorso”, ed è perfetta per realizzarci camerate e spazi d'accoglienza.” ... “Ora si tratta solo di mettere tutto in regola. Ma per questo basta un colpo di telefono, in fondo, e qualche favore, come quell'affitto pagato alla moglie. (si parla di Mario Cola - dipendente della Commissione al patrimonio del Comune di Roma - al quale Buzzi & Co, dal luglio del 2012 versano alla sua compagna, Olga Montanari, 32.500 euro ogni tre mesi.La causale sarebbe l'affitto di un appartamento di proprietà della signora per la realizzazione di una “casa famiglia” da parte della coop.) Il 26 marzo 2013, Buzzi chiama Cola e gli ricorda: «Per via del Frantoio, no? Se io ti faccio una richiesta e ti dico... “sto lì dentro, vorrei fa’ un centro di accoglienza, bla, bla, bla, bla”. Tu me potresti fa’ una letterina in cui dici: “va be’, ti autorizzo a stare lì in attesa di assegnazione”?». E Cola conferma: «Sì, lo posso chiedere».  Buzzi si convince subito. All'inizio del 2013 procede allo squat. E fra il 19 e il 22 febbraio, stando agli atti, trasferisce in quelle stanze decine di minori stranieri non accompagnati, per la cui accoglienza la sua cooperativa prende dalle 45 alle 80 euro a testa al giorno. L'operazione si snoda indisturbata. “Non solo. In una conversazione gli offre l'ulteriore regalo: l'acquisto della palazzina. «Dopo tu presenti la domanda, dopo du’ mesi, te lo vuoi ristruttura’, tutto quanto, e poi la vendita eeh», spiega al telefono: «... in automatico la devi prende’, lo puoi prende’ solo te».”
Nel mondo alla rovescia della Terra di Mezzo capitolina funzionava così. Il sistema, prima di tutto. A spiegare come funziona è una qualificata fonte delle forze di polizia.(tratto daRepubblica.it) "Quando i minori stranieri arrivano, i dirigenti del dipartimento politiche sociali di un qualsiasi comune italiano contattano le cooperative con cui collaborano. L'affare è grosso e queste si organizzano. Se non hanno alloggi li trovano in una notte: acquistano villette, affittano, chiedono palazzetti in prestito a costruttori amici. Pochi giorni dopo la macchina è pronta ad accogliere i ragazzi". Un banchetto ricco, distribuito lungo un tavolo dove c'è spazio per tutti. Nell'inchiesta Mafia Capitale le cimici del Ros dei carabinieri intercettano una conversazione tra Tiziano Zuccolo, consigliere e vice presidente della cooperativa Domus Caritatis, e Salvatore Buzzi, l'uomo della "29 Giugno" sodale di Massimo Carminati. "Eh bravo - dice Zuccolo - l'accordo è al cinquanta per cento, dividiamo da bravi fratelli". Lo spirito ecumenico è condensato in poche parole che spiegano come i protagonisti del sistema si preparino a spartirsi i rifugiati siriani in arrivo a Roma.

L’altro caso, già denunciato su questo blog, che dai documenti dell'inchiesta emerge, è quello dei bambini egiziani ospiti delle case di accoglienza che lavorano oltre 12 ore al giorno per pochi euro, intimidazioni e ricatti alle famiglie che hanno pagato il viaggio della speranza verso l'Italia. È la realtà del Centro Agroalimentare di Guidonia, alle porte di Roma, il più grande del paese e terzo in Europa come volume d'affari. Giovanissimi in cerca di un lavoro che si trasforma spesso in un brutale sfruttamento. Molti dei ragazzi provenivano sia dalla Eriches che dalla Domus Caritatis. All'interno di un'informativa riservata depositata in Procura si legge che le associazioni dove i ragazzi del Car alloggiavano erano l'Istituto Sacra Famiglia, la Eriches, la Domus Caritatis e la Virtus Italia.
I soldi alle cooperative arrivano, ma le condizioni di vita nelle case famiglia sono in tanti casi drammatiche. Una denuncia sollevata anche da Save the Children che in un report elenca le strutture più critiche della Capitale. Da questo rapporto emerge che le 8 strutture che accolgono il maggior numero di ospiti sono tutte gestite dalla stessa cooperativa, la Domus Caritatis. E che in molte strutture permane una situazione di sovraffollamento: alcune palazzine ospitano anche 150 minori. Spesso ci troviamo di fronte a nomi diversi, ma i soggetti sono sempre gli stessi. È il caso della cooperativa Osa Mayor che ha sede nello stabile della Domus Caritatis e che è anch'essa diretta da Tiziano Zuccolo. La Osa Mayor ottiene dal dipartimento Politiche Sociali del Comune di Roma il compito di accogliere 60 stranieri, tutte famiglie con minori al seguito. Gli ospiti vengono alloggiati in un villino in via Casal Morena, con impianti non a norma, letti accatastati, e mancato rispetto delle normative antincendio. La cooperativa “Macchina da Soldi” continua a dichiarare tutti gli ospiti anche quando una parte ha lasciato lo stabile. Un conto salato che finisce sul bilancio del Comune.

Ma torniamo ai minori che lavoravano sfruttati al CAR.  Ora cosa fanno? Chi li controlla?

Stazione Termini: una ragnatela ferroviaria attraversata da 480.000 persone al giorno, 150 milioni l'anno. Passano e non si fermano. Sul muro di marmo che fa da argine alla scalinata del sottopassaggio un gruppo di ragazzi egiziani attende. Sono tutti minorenni. Passa qualche minuto, e un uomo di mezza età si avvicina. Ne abborda uno. Poche parole, una veloce trattativa e spariscono insieme sotto le scale. A volte il cliente arriva in macchina, carica il prescelto e lo riconsegna al "muro del pianto" solo di sera, dopo averlo portato a casa e avergli offerto un pasto caldo. Lui, come tutti gli altri, non è un illegale. Anzi. Si prostituisce per mandare i soldi alla famiglia d'origine e quando arriva la sera torna alle cooperative dove il Comune di Roma lo ha alloggiato. Chi ha potuto parlare e passare del tempo con questi ragazzi racconta chi li ospita: "Sono sempre i soliti - confessa - Istituto Sacra Famiglia, Eriches (controllata dalla "29 Giugno" di Buzzi), Domus Caritatis, Riserva Nuova di Morena, Best House, Eta Beta. Alveari che in passato sono stati capaci di ammassare anche 100 ragazzi. E per ognuno di loro il Comune di Roma può arrivare a sborsare fino a 100 euro al giorno".(Repubblica.it) Molti dei giovani di Termini vengono dal Car, il Centro agrolimentare di Guidonia dove hanno lavorato per mesi con paghe da fame.

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LEONARDO CAVALIERE


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