20 sono i minori non accompagnati, tra cui 3 ragazze, presenti sull’Isola di Lampedusa dopo essere stati soccorsi giorni fa, nel naufragio in cui hanno perso la vita 5 persone. Le migliori condizioni del mare, come dimostrano gli ultimi sbarchi di questi giorni, hanno evidenziato la ripresa delle “carrette del mare” dalla Libia, con il loro carico di “sognatori di una vita migliore”.
Le condizioni di “ospitalità” sono totalmente inadeguate, come ha potuto verificare Save the Children, presente sull’isola nell’ambito del progetto Presidium, in particolare le condizioni peggiori sono state rilevate per coloro che erano ospitati, inizialmente insieme agli adulti nell’Area Marina Protetta, in condizioni igieniche e ambientali precarie, senza la possibilità di lavarsi, con difficoltà di accesso all’assistenza medica necessaria.
I Msna ancora presenti a Lampedusa sono tutti fuggiti dalla Libia e originari della Somalia; L’età è compresa tra i 15 e 17 anni, la più giovane è un ragazza di 13 anni.
I minori, dopo circa una settimana dal loro arrivo, per motivazioni non chiarite, non sono ancora stati trasferiti sulla terraferma come sta avvenendo invece per i migranti adulti.
A distanza di un anno dalla c.d. Emergenza Nord Africa dobbiamo constatare lo scoraggiante dato che dopo un anno ci ritroviamo senza un sistema nazionale organico che affronti l’emergenza minori.
Ai nostri governanti vogliamo ricordare l’art. 3 della Convenzione dei diritti del Fanciullo: “in ogni legge, provvedimento, iniziativa pubblica o privata e in ogni situazione problematica, l'interesse del bambino/adolescente deve avere la priorità”
Quindi, non possiamo permetterci, senza una capillare organizzazione e riforma legislativa, di affrontare una grave situazione emergenziale come quella che abbiamo già vissuto nel 2011.
LEONARDO CAVALIERE