Il
2011 rappresenta un anno memorabile per
i rifugiati.
Infatti,
in Italia, in base al rapporto GLOBAL
TRENDS, sono 58mila i rifugiati. Questo è il dato che emerge
dal rapporto annuale pubblicato dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per
i Rifugiati (UNHCR).
Il
rapporto presenta dati dettagliati sulla
portata delle migrazioni forzate provocate da una serie di gravi crisi
umanitarie, cominciate alla fine del 2010 in Costa d'Avorio e seguite da altre
in Libia, Somalia, Sudan e altri paesi. Nel complesso 4,3 milioni di persone sono state costrette ad
abbandonare i propri luoghi natii per
attraversare il confine del proprio Stato diventando RIFUGIATO.
Quanti
siano i minori rifugiati non si sa con
certezza, ma dai dati in possesso di minoristranierinonaccompagnati.blogspot.com
, possiamo dire che almeno il 10% del totale sono minori non accompagnati
rifugiati.
Chi
sono i minori soli rifugiati?
Sono
quei minori che sono e possono essere essere oggetto di persecuzione proprio a causa
della loro età, quindi un gruppo a sé, con caratteristiche comuni, rispetto al rifugiato politico, diciamo
adulto.
Il fattore età, anche essendo un dato
mutevole, non impedisce che in un determinato periodo della vita costituisca un
tratto caratteristico della persona.
Un
elemento questo da cui il minore non può dissociarsi, anzi un tratto per il quale il minore può rischiare
di subire persecuzione.
In
altri termini è un elemento attraverso
il quale si viene percepiti e si può essere perciò perseguitati, esempio ne
sono i bambini soldato o ragazzi di strada.
Ritornando al Rapporto,
questo evidenzia un trend preoccupante sotto diversi aspetti.
In primis, le migrazioni forzate colpiscono e colpiranno numeri maggiori di persone a
livello globale, dati gli sconvolgimenti che stanno avvenendo in tutto il mondo;
Principalmente, Siria,
Sud Sudan, Corno d’Africa e Iraq, nonché
il solito Afghanistan.
Secondo aspetto: una persona che diventa rifugiato è probabile
che rimanga in tale condizione per molti anni, spesso bloccato in un campo
profughi o vivendo in condizioni precarie in un centro urbano.
"Il 2011 ha visto sofferenze di dimensioni memorabili. Il
fatto che così tante vite siano state sconvolte in un periodo di tempo così
breve implica enormi costi personali per tutti coloro che ne sono stati
colpiti" ha dichiarato António Guterres, Alto Commissario delle
Nazioni Unite per i Rifugiati a capo dell'UNHCR. "Possiamo solo essere
grati del fatto che nella maggior parte dei casi il sistema internazionale atto
a proteggere queste persone sia rimasto saldo e che le frontiere siano rimaste
aperte. Questi sono tempi difficili".
Complessivamente l'Afghanistan si conferma il paese d'origine
del maggior numero di rifugiati (2,7 milioni), seguito da Iraq (1,4 milioni),
Somalia (1,1 milioni), Sudan (500.000) e Repubblica Democratica del Congo
(491.000). Circa i 4/5 dei rifugiati di tutto il mondo fuggono nei paesi
limitrofi. Ciò si riflette ad esempio nelle numerose popolazioni di rifugiati
presenti in Pakistan (1,7 milioni), Iran (886.500), Kenya (566.500) e Ciad
(366.500).
Interessante è, il dato dei Minori soli Afghani.
4.600 richiedenti asilo nel 2009 in
Europa, che sono risultati, il gruppo nazionale più consistente, il 38% dei
minori non accompagnati che sono giunti nell’Unione Europea.
L’UNHCR ha pubblicato nel giugno del
2010 uno studio sui minori Afgani non accompagnati in Europa. Il rapporto si
chiama trees only move in the wind,
Tale studio è stato condotto in 6
Paesi europei, Francia, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Norvegia e Regno Unito
sulla base di interviste con ca. 150 minori afgani non accompagnati.
Il rapporto evidenzia tra l’altro che
molti minori afgani giunti in Europa o non si fermano dove arrivano essendo
diretti verso specifici Paesi oppure pur registrandosi nei Paesi di arrivo
talvolta non accedono alle procedure di asilo.
Nel primo caso rimangono esposti e
vulnerabili a qualsiasi tipo di abuso, nel secondo caso un’appropriata verifica
della loro situazione, un’effettiva ed adeguata risposta ai loro bisogni
rischia di essere inficiata;
Perché?
Mancata informazione (vd. Dublino etc); aspirazione ad ottenere migliori
prospettive d’integrazione in altri paesi, etc
(Fonte
UNHCR)
LEONARDO CAVALIERE