Ogni anno migliaia di minori non accompagnati giungono in Europa alla ricerca di una nuova vita. La maggior parte di essi è in fuga da guerre, conflitti o altre condizioni di vita difficili e alcuni hanno persino perduto dei familiari lungo il tragitto.
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Oggi, in una relazione sulla situazione dei minori non accompagnati nell’Unione europea, la Commissione chiede di aumentare l’impegno a livello sia nazionale che europeo, per poter rispondere a questo complesso problema transnazionale in modo efficace e nel pieno rispetto dei diritti del minore.
L’arrivo di minori non accompagnati provenienti da paesi terzi non è un fenomeno temporaneo, ma una componente duratura dei flussi migratori in direzione dell’UE. Nel 2011 hanno presentato domanda di asilo nell’UE-27 ben 12 225 minori non accompagnati, un numero analogo a quello registrato negli anni precedenti e che probabilmente non cambierà nei prossimi anni. Molto superiore è il numero complessivo di minori non accompagnati che entrano in Europa attraverso canali di migrazione irregolari, come suggeriscono le stime fornite da alcuni Stati membri: secondo i dati forniti dall’Italia, il 31 dicembre 2011 si trovavano sul territorio italiano 59 559 minori non accompagnati, mentre ad esempio la Francia calcola che ve ne fossero 6 000 e in Spagna la cifra aggregata per il periodo 2008-2011 era superiore a 5 500.
“I minori che arrivano da soli alle nostre frontiere sono tra le persone più esposte e vulnerabili ella società. Le politiche dell’Unione europea hanno contribuito a migliorare le condizioni e la protezione dei minori, ma abbiamo altre sfide da affrontare. Dobbiamo migliorare le nostre procedure per garantire che questi minori ricevano un’accoglienza dignitosa alle frontiere europee, e per far questo occorre anche migliorare la cooperazione e lo scambio di informazioni tra i paesi dell’Unione”, ha affermato Cecilia Malmström, commissaria per gli Affari interni.
Per aumentare la protezione dei minori che giungono nell’UE non accompagnati e assicurare il rispetto dei diritti del minore, la Commissione ha adottato nel 2010 un piano d’azione che ha contribuito ad attirare l’attenzione sulla questione, stabilendo che qualsiasi decisione che riguardi l’avvenire di un minore dev’essere presa in funzione del suo interesse superiore, a prescindere dalla sua condizione di migrante.
La Commissione ha adottato oggi una relazione intermedia sull’attuazione del piano d’azione sui minori non accompagnati (2010-2014) (IP/10/534), che fa il punto sui progressi conseguiti e identifica i settori a cui occorre dedicare maggiore attenzione e iniziative mirate nei prossimi due anni.
Nell’ultimo biennio il piano d’azione ha esercitato effetti positivi:
Sono però necessari ulteriori sforzi:
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