In Siria, Mali, Sud Sudan e nella Repubblica Democratica del Congo si assiste al perdurare di gravi emergenze umanitarie che coinvolgono rifugiati. La campagna “1 family” ricorda al pubblico che le vittime delle guerre sono madri, padri, figlie e figli – famiglie.
I video dei testimonial mostrano come in un solo minuto la guerra può cambiare il futuro di una famiglia, ma anche come persino nei momenti più difficili sia possibile aiutare le famiglie di rifugiati e restituire loro la speranza.
“Se dovessi lasciare la mia casa e separarmi dalla mia famiglia per colpa di una guerra vorrei che il mondo sapesse quale dolore si prova, vorrei che il mondo ne fosse a conoscenza. Il nostro compito è quello di essere il megafono di chi ha la voce ma non può gridare, perché vivere e crescere con la propria famiglia nella propria terra è un diritto” Nicòle Grimaudo.
I conflitti più recenti hanno costretto un numero senza precedenti di famiglie a lasciarsi tutto alle spalle. Si stima che ogni minuto due famiglie fuggano da violenze e persecuzioni.
Un’iniziativa di sensibilizzazione unica
L’UNHCR ha dato incarico al famoso fotografo Brian Sokol di realizzare un progetto dal titolo “La cosa più importante”. Il progetto fotografico rivela – attraverso parole e immagini – le strazianti decisioni che le famiglie di rifugiati devono prendere quando sono costrette a fuggire dalle loro case. I ritratti ci fanno percorrere un viaggio struggente, ponendo l’attenzione su ciò che le famiglie hanno preso con sé e raccontando come sono sopravvissute durante la fuga.
Nella Giornata Mondiale del Rifugiato, l’UNHCR invita il pubblico a percorrere – anche se solo per 1 minuto – lo stesso pericoloso viaggio compiuto dalle famiglie di rifugiati, riflettendo su cosa porterebbero con loro se fossero costretti a fuggire. Si potrà twittare la foto in cui ci si mostra con l’oggetto prescelto usando l’hashtag #1Family oppure inviarla attraverso il sito della Giornata Mondiale del Rifugiato www.unhcr.org/1family. Le foto verranno caricate in una bacheca di Pinterest dedicata al progetto.
L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati desidera ringraziare Alex Braga, testimonial UNHCR, che a questa iniziativa dedicherà la puntata del programma TwitandShout in onda su Rai Radio2, per il sostegno alla Giornata Mondiale del Rifugiato 2013.
Lista completa delle celebrità che hanno registrato un messaggio per la Giornata Mondiale del Rifugiato:
• Nicòle Grimaudo – Attrice italiana e Testimonial UNHCR
• Maia Von Lekow – Cantautrice keniota
• Juan Fernando Velasco – Cantante ecuadoregno
• Lady Antebellum – Star statunitense di musica country
• Khaled Hosseini – Autore del best-seller mondiale Il Cacciatore di aquiloni
• Juanes – Leggendario cantante latinoamericano
• Alek Wek – Top model internazionale e Ambasciatrice di Buona Volontà dell’UNHCR
• Barbara Hendricks – Cantante classica e Ambasciatrice Onoraria a vita di Buona Volontà dell’UNHCR
• Jesus Vazquez – Conduttore televisivo spagnolo
• Osvaldo Laport – Attore uruguayano
• Tony Hung – Conduttore televisivo ad Hong Kong
Pubblicato oggi il rapporto “Global Trends 2012″ dell’Unhcr. Quest’anno il titolo è “Displacement: the New 21st Century Challenge“. Fra rifugiati e sfollati interni l’Onu calcola 45,1 milioni di persone.
Tra la fine del 2012 e l’inizio di questo 2013 vivevano in Italia circa 64.800 rifugiati, una cifra che colloca il nostro Paese al sesto posto tra i Paesi europei, dopo Germania (589.700), Francia (217.900), Regno Unito (149.800), Svezia (92.900) e Olanda (74.600).
Su scala internazionale, invece, il dato che si impone maggiormente all’attenzione è che alla fine del 2012 il numero di rifugiati e sfollati interni nel mondo ha raggiunto i livelli più alti degli ultimi 18 anni: 45,1 milioni di persone, contro i 42,5 milioni di fine 2011. A fine 2012, i soli sfollati interni contavano 28,8 milioni di persone, il dato più alto nell’ultimo ventennio.
Le cifre sono contenute nel rapporto Displacement: the New 21st Century Challenge, edizione di quest’anno del rapporto “Global trends” dell’Unhcr, pubblicato oggi a Ginevra.
«Sono numeri allarmanti - ha affermato l’Alto Commissario ONU per i Rifugiati António Guterres -: indicano non solo una sofferenza individuale su vasta scala, ma anche le difficoltà della comunità internazionale nel prevenire i conflitti e nel promuovere soluzioni tempestive per una loro ricomposizione».
Collegamenti
Il comunicato di presentazione in italiano
Il rapporto integrale (in inglese, file .pdf 2.440 kbyte)