Anche la squadra di soccorritori del 118, accorsa dopo la chiamata di alcuni abitanti di via Togliatti, si è infatti dovuta arrendere al rigido protocollo che ancora non prevede possibilità di intervenire in tali situazioni.
La causa è un vuoto normativo e di regolamenti che impedisce azioni incisive in soccorso dei minori stranieri non accompagnati presenti nel nostro Paese da parte di operatori e forze dell’ordine che pure avrebbero tutta la buona volontà di aiutarli.
Sull’episodio avvenuto a Brindisi il prefetto Nicola Prete ha chiesto chiarimenti alla Questura della città adriatica. Allo stesso Prete si sono rivolti anche i deputati brindisini Elisa Mariano e Toni Matarelli, affermando la necessità di un’azione legislativa che colmi la lacuna che ancora oggi grava su una questione tanto delicata. “Il prefetto ha mostrato disponibilità – ha scritto Matarelli – sensibilità e opportuna preoccupazione”. “Quello che è accaduto a Brindisi– gli fa eco Mariano – non è un caso isolato: i nostri colleghi siciliani ci raccontano di scene altrettanto strazianti in cuibambini molto piccoli, bagnati fradici, vagano senza meta nelle zone industriali delle città sicule. Per questo abbiamo sostenuto e votato la mozione approvata dal Parlamento sui minori non accompagnati, per garantire loro, una volta entrati nel nostro Paese, la dovuta accoglienza, protezione e sicurezza che ogni minore, in ogni parte del mondo, dovrebbe avere”.
La mozione ha avuto il via libera dalle due Camere, ma la questione resta di non facile soluzione. “Tanti sono i punti che rendono il cammino della mozione in salita – ricorda ancora Mariano – come la difficoltà di identificazione del minore o i costi di allestimento di strutture idonee alla loro accoglienza che non possono e non devono gravare sui bilanci dei Comuni ospitanti”.aibi.it