Il Consiglio dei Ministri ha approvato il Decreto Legislativo di recepimento delle direttive europee sull’accoglienza e le procedure per il riconoscimento della protezione internazionale, in via preliminare.
É un sistema adeguato? Il Tavolo Asilo (Acli, Arci, Asgi, Caritas italiana, Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Centro Astalli, Comunità di S. Egidio, Consiglio Italiano per i Rifugiati, Casa dei diritti sociali, Save the Children) e tante altre associazioni e attivisti esprimono forte preoccupazione per vari aspetti che non assicurerebbero adeguate risposte in termini di accoglienza e garanzia dei diritti dei richiedenti asilo.
Quali sono le preoccupazioni espresse?
1) Mancata consultazione con il terzo settore che ha portato all’elaborazione di proposte legislative lontane dalla realtà del diritto d’asilo in Italia, una realtà con la quale le associazioni di tutela che lo compongono si confrontano quotidianamente.
La preoccupazione sulla riforma del sistema di accoglienza è forte, perchè abbiamo in Italia un sistema che al momento è evidentemente inadeguato a dare risposte efficaci all’aumento degli arrivi di persone bisognose di protezione internazionale.
2) Il Decreto istituisce i cosiddetti Hub, centri di accoglienza regionali/interregionali dove dovrebbero essere realizzate le operazioni di identificazione e formalizzazione della domanda di protezione.
Il timore è che questi centri possano replicare l’inefficace e segregante esperienza dei CARA.
Comprensibilmente forte è la preoccupazione sulla riforma del sistema di accoglienza che al momento è evidentemente inadeguato a dare risposte efficaci all’aumento degli arrivi di persone bisognose di protezione internazionale.Il ruolo degli Hub dovrà essere esclusivamente quello di prima accoglienza. Pertanto, viene chiesto che inderogabilmente i richiedenti asilo vengano trasferiti in tempi brevissimi verso le strutture territoriali di accoglienza.
Comprensibilmente forte è la preoccupazione sulla riforma del sistema di accoglienza che al momento è evidentemente inadeguato a dare risposte efficaci all’aumento degli arrivi di persone bisognose di protezione internazionale.Il ruolo degli Hub dovrà essere esclusivamente quello di prima accoglienza. Pertanto, viene chiesto che inderogabilmente i richiedenti asilo vengano trasferiti in tempi brevissimi verso le strutture territoriali di accoglienza.
Si precisa che allo stato attuale il sistema italiano ha circa 81mila posti di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati, la maggior parte dei quali sono forniti attraverso strutture di emergenza in cui il livello dei servizi offerti e, di conseguenza, l’accesso ai diritti per richiedenti asilo e rifugiati è difficilmente monitorabile. (ndr. Si guardi i vari articoli pubblicati sul tema su questo blog)Quindi le strutture di emergenza dovrebbero essere utilizzate solo in modo residuale.
3) SERVE SISTEMA NAZIONALE PIANIFICAZIONE ADEGUATO
Le associazioni chiedono che venga istituito un sistema nazionale con una pianificazione adeguata, con:
- criteri di ripartizione regionale più stringenti,
- coinvolgimento di tutti gli enti locali anche attraverso l’eliminazione dell’onere del co-finanziamento nel sistema d’accoglienza territoriale.
- Ilsistema di prima accoglienza per richiedenti asilo deve essere organizzato ricorrendo a strutture diffuse di piccole e medie dimensioni da includere nell’ordinario sistema di accoglienza territoriale.
4) LIMITARE TEMPI PERMANENZA IN CIE
Allarmante il tema della detenzione dei richiedenti asilo nei CIE che la proposta di decreto prevede di estendere sino a 12 mesi per quanti presentano un ricorso contro il diniego alla loro domanda di protezione. Sul punto il Tavolo chiede di limitare fortemente sia i tempi sia le fattispecie per il trattenimento nei CIE, disponendo una chiara esclusione delle situazioni vulnerabili e prevedendo che in caso di ricorso con accoglimento dell’istanza sospensiva all’espulsione il richiedente sia ricevuto nelle strutture ordinarie di accoglienza.Infine , il Tavolo Asilo chiede la riforma delle commissioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale, con l’introduzione di criteri che garantiscano competenza, stabilità ed efficienza. La riduzione dei tempi della procedura, attraverso una migliore qualità delle decisioni e quindi una diminuzione del numero dei ricorsi, concorrerebbe a diminuire infatti i tempi e i costi dell’accoglienza.
LEONARDO CAVALIERE FOLLOW US ON GOOGLE+ FACEBOOK TWITTER LINKEDIN
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