Spesso, fra le stime e i dati riguardanti i flussi migratori extraeuropei si perde la cognizione della particolare vulnerabilità dei minori migranti che, non richiedendo asilo politico, non vengono inseriti nei percorsi di integrazione per quest’ultimo previsti, purtuttavia necessitando di strumenti di accoglienza idonei, adatti alla minore età dei soggetti coinvolti, con l’effetto di esporre proprio chi è più vulnerabile a rischi anche gravissimi. I maschi registrati sono 9209 e rappresentano il 94,9 %, mentre le ragazze sono 490 e rappresentano il 5,1% . Un altro dato inquietante è l'aumento costante degli arrivi di bambini sempre più piccoli.
La freddezza dei dati chiarisce molto bene il fenomeno dell'irreperibilità: i minori non accompagnati che entrano attraverso i confini italiani molto spesso si rendono irreperibili e si allontanano dalle strutture di accoglienza per raggiungere paesi che considerano più attraenti. Questo fa capire che il metodo di accoglienza non è quello corretto. Poi c’è un dato ancor più preoccupante. Spesso nei centri di accoglienza per richiedenti asilo si sono scoperti casi di minori non accompagnati accolti in situazione di promiscuità con gli adulti e ragazze con ragazzi. Alcuni hanno una meta ben definita e cercano di raggiungere parenti o amici che li attendono, altri vanno alla ventura rischiando di cadere preda di traffici illegali, nella prostituzione, nella devianza o nel reclutamento da parte della criminalità organizzata.
Le cifre sono drammatiche. Tracciano uno scenario che vede sempre più minori a rischio di sfruttamento, come ad esempio il caso delle Nigeriane o dei minori Egiziani." Il ritardo nell'approvazione di un Piano nazionale antitratta, che si sarebbe dovuto adottare entro tre mesi dall'entrata in vigore del Decreto legislativo n. 24 del 4 marzo 2014, l'insabbiamento del Disegno di legge Zampa n.1658 in favore dei minori stranieri non accompagnati e da ultimo il Decreto legislativo con il quale il governo ha dato attuazione in Italia alle direttive 2013/32/ UE in materia di accoglienza e 2013/33/UE in materia di procedure, per il riconoscimento di uno status di protezione, denotano un impronta di stampo esclusivamente repressivo, come è confermato dalla estensione dei casi di trattenimento amministrativo dei richiedenti asilo e dei minori non accompagnati. Così come sembra ancora lontana la prospettiva imposta dalla stessa Direttiva di utilizzare per le vittime di tratta gli strumenti previsti in favore di coloro che richiedono protezione internazionale ed in particolare i minori non accompagnati."
A me pare che la “soluzione” dei grandi centri di accoglienza non è quella giusta.
Se non ci fossero delle alternative ai grandi centri di accoglienza, ‘obtorto collo’ si dovrebbe accettare. Ma l’alternativa c’è: sono i piccoli centri di accoglienza per i profughi e le famiglie per i minori stranieri non accompagnati.
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