L'accoglienza dei Minori Stranieri Non Accompagnati passa anche attraverso il calcio.

Attraverso il calcio e' possibile l'integrazione, l'inclusione sociale dei minori stranieri non accompagnati che arrivano in Italia e l'interazione con l'ambiente in cui vivono. Una scommessa vinta grazie al progetto 'Rete!', promosso dalla Figc attraverso il Settore Giovanile e Scolastico, che ha visto protagonisti i minori non accompagnati ospiti dello Sprar 'Horizont' di Caltagirone, in provincia di Catania. Rivolto ai minori stranieri di tutta Italia, l'obiettivo del progetto e' quello di contrastare la discriminazione nell'accesso allo sport favorendo l'integrazione dei giovani migranti e residenti nei Centri di accoglienza Sprar, grazie al calcio e alle attivita' sportive svolte nelle varie strutture. "La Figc - ha detto il direttore generale della Figc, Michele Uva - ha il dovere di occuparsi di attivita' che non siano soltanto legate alla Nazionale o alla parte agonistica del calcio che e' quella piu' evidente per gli sportivi. Il progetto 'Rete' che coinvolge tutti gli Sprar in Italia e' nato - ha aggiunto Uva - per volere creare un programma di integrazione e di benvenuto attraverso il calcio a tutti quei ragazzi, minori non accompagnati, che hanno vissuto delle traversie per attivare qui". Il progetto 'Rete' e' stato realizzato con la collaborazione dell'Universita' Cattolica. Riduzione dell'ansia e della depressione nei soggetti a rischio, incremento generale della felicita', miglioramenti evidenti dal punto di vista comportamentale ed emotivo: sono questi alcuni risultati dei dati scientifici del progetto. I risultati presentati sono frutto della tesi di laurea discussa da Davide Abrusci, con il relatore Emanuele Caroppo. Dallo studio e' emerso che il calcio coinvolge e regala felicita': sembrano concetti scontati, ma non lo sono per i ragazzi minori non accompagnati richiedenti asilo, per i quali rappresentano le prime forme concrete di contrasto alla depressione o a disturbi psichici dovuti alle esperienze vissute con l'abbandono dei propri Paesi. Secondo lo studio, l'attivita' calcistica ha permesso quindi di superare le barriere socio-culturali, consentendo il raggiungimento di un migliore stato di benessere dei ragazzi attraverso la loro interazione. 'Rete!' ha visto lo svolgimento di una fase preliminare con interventi sportivi, educativi e formativi (56 in tutto le iniziative realizzate su tutto il territorio nazionale) ed un secondo step con l'organizzazione di un torneo finale 7 contro 7 tra le squadre formate dai ragazzi delle strutture che hanno aderito all'iniziativa. La fase finale del torneo si e' svolta a Cesena al Centro Sportivo 'Romagna Centro' di Martorano (Forli'-Cesena) nell'ambito dell'iniziativa 'Kick Off' ed e' stata vinta dal centro Sprar Horizont di Caltagirone, nel catanese, premiato dal Direttore Generale Figc Uva, che ha superato nella finalissima la squadra composta da giovani del Terra d'Asilo di Brindisi e del Grottaglie Sprar Minori. Il progetto, che ha rappresentato un ottimo strumento per veicolare i valori positivi del calcio, ha riscontrato un grande successo che e' valso la menzione speciale del Coni per i programmi di politiche sociali. Alla luce dei risultati raggiunti, con il coinvolgimento della struttura capillare dei Coordinamenti Regionali del Settore Giovanile e Scolastico della Figc e della presenza dei Centri di Accoglienza per minori non accompagnati della rete Spar su tutto il territorio nazionale, il progetto sara' replicato anche nel 2016, con la fase finale prevista ancora a Cesena nel prossimo mese di maggio. Alla cerimonia, nello Sprar di Caltagirone, sono intervenuti anche la Coordinatrice della commissione integrazione Fiona May e il tecnico dell'Under 21 Gigi Di Biagio. "Nell'atletica - ha dichiarato May - l'unica differenza e' quella del colore delle medaglie. Questo concetto racchiude buona parte dei valori positivi che stiamo cercando di trasmettere ai giovani delle scuole calcio con i progetti voluti dal Presidente Tavecchio". "Per migliorare le cose - ha aggiunto Di Biagio - bisogna partire con progetti concreti e questa esperienza e' un ottimo inizio. Il calcio e' importante, ma farsi una famiglia, lavorare e superare la tristezza che vi portate dentro sono le vostre vittorie piu' belle". Il "Progetto Rete!" ha coinvolto 237 minori non accompagnati dei Centri Sprar, di cui 116 ragazzi partecipanti alla fase finale. All'iniziativa hanno aderito 24 centri di accoglienza, di cui 16 alla fase finale provenienti da 8 regioni italiane per un totale di 10 squadre e 35 gare disputate. Al termine del Torneo, i ragazzi hanno partecipato alla quinta tappa del progetto della Figc "Razzisti? Una brutta razza".



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I Minori Stranieri non Accompagnati

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