Se il minore teme di essere in pericolo in caso di ritorno nel suo paese, dove c’è la guerra o situazioni di violenza o dove i suoi diritti potrebbero non essere rispettati, è necessario parlarne con il suo tutore e/o l’operatore legale, e chiedere informazioni per poter capire quale è la soluzione migliore per il giovane e se è il caso di chiedere protezione internazionale. Durante la permanenza nella struttura il minore sarà seguito dagli operatori che hanno il compito di prendersi cura di lui: ci saranno vari esperti, quali ad esempio un legale, un medico, uno psicologo, un assistente sociale, che lo accompagneranno durante il percorso. Nella struttura presso la quale alloggiano i minori ci sarà un interprete che potrà aiutarli a comunicare con gli altri in una lingua comprensibile.
Le interviste presso le Commissioni Territoriali.
L’interprete deve tradurre esattamente ciò che il minore espone e racconta durante l’audizione e non partecipa alla decisione. Durante l’intervista potrà essere presente, oltre al tutore, all’interprete e ad una persona della Commissione, anche un esperto (l’assistente sociale, legale, o lo psicologo), la cui presenza aiuta il minore ad esprimersi meglio.Se il minore è una ragazza, può chiedere di essere ascoltata, qualora possibile, da una intervistatrice donna.
Quello che viene detto è riportato nel verbale che sarà riletto tramite l’interprete alla fine dell’audizione. Verrà chiesto anche al minore di firmarlo per confermare che ciò che è stato scritto corrisponde a ciò che è stato raccontato.
Tutto quello che il giovane esporrà non potrà essere comunicato ad altri, se non con il consenso dell’intervistato.
Qui il link alla guida in varie lingue
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