Il Parlamento Europeo denuncia: solo un minore ricollocato in Ue su 5000

Il Parlamento Europeo denuncia: in Europa, quando si parla di migranti, la solidarietà è parola sconosciuta. Migranti abbandonati a se stessi, quando non li si riesce a respingere. E questo accade anche nel caso dei minori. Tutti i Paesi (tranne Italia, Grecia e Germania, che sono i punti di arrivo e che quindi devono essere aiutate e non aiutare) non rispettano i loro obblighi nel ricollocamento dei migranti arrivati.  Questo il vergognoso quadro riportato da Repubblica che cita un Rapporto del Parlamento Europeo.
“Un largo fronte europeista chiede ora a Juncker di battere un colpo”, commenta il vicepresidente dell’Europarlamento, David Sassoli mentre Renzi invita il Continente “a non voltarsi dall’altra parte” davanti alla spinta migratoria e Laura Boldrini avverte che “l’Unione avrà un futuro solo senza muri e senza paura”.
Nel primi 4 mesi del 2017, solo 18 mila persone sono state ricollocate nei vari Paesi europei, sulle 160 mila previste. E su 5000 minori non accompagnati da ricollocare, solo uno lo è stato effettivamente (ad opera della Finlandia, ndr)
Mancano cioè 4999 posti e nel suo rapporto Strasburgo chiede anche alla Commissione Ue di partire davvero con la procedura di infrazione e conseguente sanzione per chi non rispetta le norme decise in materia.
Italia, Grecia e Germania fanno già il possibile nella gestione del fenomeno in quanto paesi di arrivo: sono loro a dover essere aiutati nel controllo dei flussi da tutti gli altri. Ma questa solidarietà si limita a pochissimi stati. Ma tra gli altri paesi soltanto la Finlandia e Malta rispettano gli obblighi.
Come è noto, Ungheria e Slovacchia rifiutano la ricollocazione e hanno portato la Commissione Ue davanti alla Corte europea di giustizia. Austria, Polonia e Repubblica Ceca sono fra i Paesi che fanno di meno. “Ma la maggior parte degli stati membri è ancora molto in ritardo, sebbene si siano registrati alcuni progressi”.

“Alcuni Stati – sintetizza Repubblica dal Rapporto – membri utilizzano criteri restrittivi e discriminatori nel rifiutare le quote di accoglienza. Ricollocano soltanto le madri sole o escludono richiedenti di alcune nazionalità, ad esempio gli eritrei. Al 7 maggio scorso la Grecia si era vista respingere 961 persone che avevano i requisiti per essere trasferiti altrove”. Per questo Strasburgo chiede alla Commissione di partire davvero con le sanzioni che scattarono per i decimali di sforamento del deficit (la manovra correttiva chiesta da Bruxelles all’Italia è per l’0,2 per cento). “Se i paesi non incrementeranno rapidamente le loro ricollocazioni, i poteri della commissione vanno usati senza esitazione”. 

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