Di questi, quasi il 37% nel 2017, un anno record per l'immigrazione infantile nel Paese iberico.
Secondo i dati del governo, riferiti ai soli minori alloggiati in strutture e centri di accoglienza nelle varie regioni, un terzo del totale registrato negli ultimi quattro anni è stato ospitato in Andalusia (5.642); mentre al secondo posto fra le 19 comunità e città autonome iberiche per numero di Mena c'è Melilla (3.329 ) - nonostante l'enclave in Marocco sia la più piccola per popolazione e territorio - seguita da Catalogna, Paesi Baschi e Valenzia.
"Mia madre è povera, non ha nulla. Sono arrivato una settimana fa alla frontiera e da tre giorni sono entrato a Ceuta. Voglio passare in Spagna per costruirmi un futuro e aiutare mia madre. Qui è duro, ci picchiano e ci fanno del male mentre dormiamo. Io solo voglio imparare un mestiere e lavorare, avere un impiego qualsiasi". E' la testimonianza di Ahmed, un bambino di 12 anni che ha intrapreso il viaggio da solo da Tangeri e ora sopravvive come può nelle strade di Ceuta. E' contenuta nel rapporto 'Los mas solos', (I più soli), della Ong Save The Children, che denuncia le falle nel sistema di accoglienza, protezione e integrazione dei bambini e adolescenti migranti che arrivano soli nel Paese. Come Ahmed, sono oltre un centinaio i coetanei che bivaccano nelle strade di Ceuta e Melilla.
Il rapporto conferma i dati ufficiali, secondo cui dei 28.349 migranti giunti lo scorso anno in Spagna, il 14% era minore di età. Ed evidenzia che le cifre comprendono solo quanti sono entrati in contatto con le autorità pubbliche e per i quali è stata certificata la minore età. Resta fuori dalle statistiche chi, invece, decide di farsi passare per adulto, per non finire nei centri di accoglienza. E quanti hanno abbandonato volontariamente le strutture: 825 i minori 'in fuga' nel 2017 dai servizi di protezione, di cui 770 ragazzini e 55 ragazzine, dei quali si ignora la destinazione. Nonostante il significativo incremento degli sbarchi negli ultimi 4 anni, solo un centinaio di minori migranti hanno chiesto asilo e solo 31 lo hanno ottenuto, stando ai dati del ministero degli interni citati nel rapporto. Il che significa che una richiesta su 3 è respinta.
Per origini, i marocchini sono sempre stati i più numerosi (il 64,8% nel 2017), seguiti dagli algerini (9,6%). I siriani solo nel 2014 sono stati la seconda comunità più numerosa, mentre i minori originari della Costa d'Avorio sono triplicati fra il 2016 e 2017, passando da 72 a 208. "Senza politiche educative e di impiego, questi giovanissimi sono condannati alla precarietà e all'esclusione sociale. E dal giorno in cui compiono 18 anni e restano senza protezione e nessun tipo di appoggi da parte dell'amministrazione", denuncia Save The Children. "Per comprendere la loro realtà bisogna mettersi nei loro panni".
"Mia madre è povera, non ha nulla. Sono arrivato una settimana fa alla frontiera e da tre giorni sono entrato a Ceuta. Voglio passare in Spagna per costruirmi un futuro e aiutare mia madre. Qui è duro, ci picchiano e ci fanno del male mentre dormiamo. Io solo voglio imparare un mestiere e lavorare, avere un impiego qualsiasi". E' la testimonianza di Ahmed, un bambino di 12 anni che ha intrapreso il viaggio da solo da Tangeri e ora sopravvive come può nelle strade di Ceuta. E' contenuta nel rapporto 'Los mas solos', (I più soli), della Ong Save The Children, che denuncia le falle nel sistema di accoglienza, protezione e integrazione dei bambini e adolescenti migranti che arrivano soli nel Paese. Come Ahmed, sono oltre un centinaio i coetanei che bivaccano nelle strade di Ceuta e Melilla.
Il rapporto conferma i dati ufficiali, secondo cui dei 28.349 migranti giunti lo scorso anno in Spagna, il 14% era minore di età. Ed evidenzia che le cifre comprendono solo quanti sono entrati in contatto con le autorità pubbliche e per i quali è stata certificata la minore età. Resta fuori dalle statistiche chi, invece, decide di farsi passare per adulto, per non finire nei centri di accoglienza. E quanti hanno abbandonato volontariamente le strutture: 825 i minori 'in fuga' nel 2017 dai servizi di protezione, di cui 770 ragazzini e 55 ragazzine, dei quali si ignora la destinazione. Nonostante il significativo incremento degli sbarchi negli ultimi 4 anni, solo un centinaio di minori migranti hanno chiesto asilo e solo 31 lo hanno ottenuto, stando ai dati del ministero degli interni citati nel rapporto. Il che significa che una richiesta su 3 è respinta.
Per origini, i marocchini sono sempre stati i più numerosi (il 64,8% nel 2017), seguiti dagli algerini (9,6%). I siriani solo nel 2014 sono stati la seconda comunità più numerosa, mentre i minori originari della Costa d'Avorio sono triplicati fra il 2016 e 2017, passando da 72 a 208. "Senza politiche educative e di impiego, questi giovanissimi sono condannati alla precarietà e all'esclusione sociale. E dal giorno in cui compiono 18 anni e restano senza protezione e nessun tipo di appoggi da parte dell'amministrazione", denuncia Save The Children. "Per comprendere la loro realtà bisogna mettersi nei loro panni".
Per questo la Ong ha lanciato la campagna 'Se buscan familias', si cercano famiglie, per percorrere con Omar, un minorenne senegalese arrivato solo in Spagna, la stessa rotta seguita da lui, rischiando la vita per entrare in Europa.
Articolo di Paola Del Vecchio:
Fonte: ANSAmed.
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