«Nel 2017 sono state registrate 728.470 richieste di protezione internazionale nell'Ue, pari a una diminuzione del 44% rispetto al 2016, ma esse restano a un livello più alto rispetto al periodo precedente alla crisi dei rifugiati, iniziata nel 2015». Lo si legge nel rapporto annuale su migrazione e asilo diffuso oggi da Easo, European Asylum Support Office, l'agenzia comunitaria che tiene monitorato questo settore. Il documento, di 264 pagine, afferma che «la pressione migratoria resta elevata alle frontiere esterne dell'Ue, ma è scesa per il secondo anno consecutivo, per lo più lungo le rotte del Mediterraneo orientale e centrale, mentre si è verificato un incremento senza precedenti lungo la rotta del Mediterraneo occidentale». «Siria (dal 2013), Iraq e Afghanistan costituivano i tre principali Paesi di origine dei richiedenti nell'Unione. Approssimativamente il 15% dei richiedenti proveniva dalla Siria, con l'Iraq in seconda posizione e l'Afghanistan in terza; ciascuno rappresentava il 7% delle richieste nell'Ue». Questi tre Paesi erano seguiti, nel 2017, da Nigeria, Pakistan, Eritrea, Albania, Bangladesh, Guinea e Iran.
«Nel 2017, analogamente al 2016, un po' più dei due terzi di tutti i richiedenti erano uomini e un terzo erano donne. Metà dei richiedenti rientrava nella fascia di età compresa tra i 18 e i 35 anni e quasi un terzo erano minori», si legge nel rapporto Easo. In termini di decisioni adottate sulle domande inoltrate nei 28 Paesi Ue, nel 2017 sono state emesso 996.685 decisioni di primo grado, il 13% in meno rispetto al 2016. «La ri-duzione su base annuale riflette - spiega Easo - in maniera evidente il numero inferiore di richieste presentate». Di tutte le decisioni di primo grado emesse lo scorso anno, circa la metà (462.355) erano positive, ma questo tasso di riconoscimento generalmente positivo dell'Ue è stato di quattordici punti percentuali inferiore rispetto al 2016. «Nonostante il numero globalmente inferiore di decisioni emesse, il numero di decisioni negative è aumentato, passando da 449.910 nel 2016 a 534.330 nel 2017». Per quanto riguarda le decisioni positive, nel 2017 «c'è stato un netto calo della percentuale di decisioni che garantiscono lo status di rifugiato (50% rispetto al 55% del 2016) o la protezione sussidiaria (34% rispetto al 37%) con un incremento parallelo nella percentuale di quelle che garantiscono protezione umanitaria (15% rispetto all'8%)».
La Germania continua a essere il Paese che riceve il maggior numero di richieste di protezione internazionale(222mila lo scorso anno) ed è anche in cima alla lista delle decisioni assunte in materia. Delle 996mila decisioni complessive nell'Ue nel 2017, 524mila (53%) sono giunte dalla Germania. Tra gli altri Paesi che hanno emesso un gran numero di decisioni su asilo e protezione internazionale «si annoverano la Francia (11% del totale Ue), l'Italia (8%), la Svezia e l'Austria (6% ciascuno)». Per quanto riguarda l'accesso alla procedura, spiega ancora il rapporto Easo, nel 2017 «i principali paesi destinatari delle richieste di asilo sono stati Germania, Italia, Francia, Grecia e Regno Unito». I primi quattro Stati sono rimasti nella stessa posizione del 2016, mentre il Regno Unito ha sostituito l'Austria come quinto principale Paese destinatario. «Questi cinque Paesi, complessivamente, corrispondevano ai tre quarti di tutte le richieste presentate nell'Unione». La Germania è stata, come si diceva, il principale Paese destinatario per il sesto anno consecutivo di richieste di protezione internazionale. «Nonostante la riduzione del 70% delle richieste presentate nel 2017 rispetto al 2016, il numero totale di 222.560 richieste in questo Paese corrispondeva a quasi il doppio rispetto a qualunque altro Paese destinatario». L'Italia è stata il secondo principale Paese destinatario, con 128.850 richieste, seguita dalla Francia, con oltre 100mila richieste totali».
Nel 2017, 32.715 minori non accompagnati hanno fatto richiesta di protezione internazionale nell'Ue, la metà rispetto al 2016; la percentuale delle richieste dei minori non accompagnati rispetto all'insieme delle richieste si è attestata al 4%». Ovvero oltre 1.300 minori soli sono giunti in Ue per chiedere protezione. «Più di tre quarti di tutti i minori non accompagnati hanno fatto richiesta in cinque Paesi Ue: Italia, Germania, Grecia, Regno Unito e Svezia». Il commento di Easo è il seguente: «La presenza di minori non accompagnati ha comportato una serie di sviluppi nei paesi Ue, tra i quali, in particolare, l'istituzione e il miglioramento di modalità specializzate di accoglienza e di cura alternativa, la revisione delle norme per la nomina dei tutori e accordi procedurali relativi alla valutazione e alla garanzia del miglior interesse del minore». Analogamente, «le strutture e i servizi di accoglienza specializzati sono stati al centro degli sviluppi relativi ad altri gruppi vulnerabili e molti Paesi hanno creato strutture specializzate, nonché meccanismi di identificazione e di rinvio». Inoltre «la società civile ha sottolineato la necessità di ulteriori sforzi da compiere» per l'accoglienza, cura e tutela dei minori migranti che giungono in Europa.
Fonte: Sir
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I Minori Stranieri non Accompagnati
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