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Pagelle in tasca è il progetto realizzato da Intersos, con la collaborazione di UNHCR,con il quale i minori stranieri non accompagnati, trentacinque, potranno essere ospitati in famiglie affidatarie e frequentare la scuola.

Il progetto darà la possibilità a 35 minori di conseguire la licenza media e successivamente scegliere se proseguire gli studi o intraprendere un corso di formazione professionale.

Il primo gruppo, di 5 minori, è arrivato ieri all'aeroporto di Torino. I ragazzi dell'età compresa tra i 15 e 17 anni provengono dal Darfur ed erano rifugiati in Niger.

I minori verranno ospitati presso le famiglie affidatarie con il meccanismo di community sponsorship che prevede anche il coinvolgimento di tutori volontari e del Comune di Torino.

Tutte le famiglie aderenti al progetto riceveranno un supporto educativo, legale e psicologico.

Pagelle in tasca, il progetto per l'ingresso regolare e sicuro di minori non accompagnati

Pagelle in tasca è il progetto realizzato da Intersos, con la collaborazione di UNHCR,con il quale i minori stranieri non accompagnati, tren...
La storia di Walid Khalifa, riportata dalla Provincia Pavese è una di quelle belle storie di integrazione che si genera quando ci si mette in gioco e si cerca un incontro con l'altro, con il diverso, con lo straniero. 
Walid, ex msna, oggi assiste gli anziani e ha un minore non accompagnato 16enne in affido
Dopo 9 anni in Italia, è ancora tormentato dal ricordo di quando a soli 14 anni decise di lasciare la famiglia e raggiungere l'Italia.
Ricorda che è approdato in Italia dopo 9 lunghi e duri giorni di mare, senza vedere mai la terra. Un viaggio difficile, con un’imbarcazione che non poteva contenere le circa cinquanta persone a bordo.
Oggi, Walid lavora come Oss e ha deciso di prendere in affido Assma, un minore egiziano di 16 anni.

«Aveva 13 anni quando è arrivato in Italia, più o meno la mia età – racconta Walid –. Mi rivedo in lui e vorrei, in questo modo, dargli le stesse possibilità che ho avuto io».

«Sono partito insieme ad altri ragazzi della mia età nel 2010 – racconta il giovane –. Asyut, la mia città, era al centro di disordini, così un giorno comunicai ai miei genitori le mie intenzioni. Volevo andare via, non vedevo un futuro in Egitto, e anche se i miei familiari erano contrari all’inizio poi li convinsi. Non avevo un’idea della meta, l’importante era fuggire. Dopo nove giorni di mare sbarcammo a Foggia». 
«Quando abbiamo toccato terra non ci sembrava vero – racconta il ragazzo –. A Foggia siamo stati ospitati per alcuni giorni in un cascinale, ma poi il proprietario ci disse che era tempo di andare via. I giovani che erano con me sono partiti per altre città d’Europa, io ho preso un treno per Milano e da lì fino a Pavia. Perché proprio Pavia? Fu un caso, presi il primo treno sul binario». Un errore, dunque, ma proprio a Pavia Walid è riuscito a rifarsi una vita.

A Pavia il ragazzo subisce un controllo della polizia ed essendo senza documenti viene portato in questura. È uno dei tanti minori stranieri non accompagnati che quell’anno cominciano ad arrivare in città. «Sono stato trasferito prima in una comunità a Copiano e poi al villaggio San Francesco – racconta –. Ho preso la terza media e poi, con una borsa-lavoro, ho fatto il corso da Oss. Gli assistenti sociali mi hanno molto aiutato». 
Alla storia di Walid si interessano l’assessore Alice Moggi e Giancarlo Costantini, il responsabile dell’area adulti dei servizi sociali del Comune. «In poco tempo riesco a trovare lavoro in una cooperativa che aveva reparti anche al Pertusati e S. Margherita – racconta il giovane –. Ormai lavoro da qualche anno e ho comprato casa a Mirabello. Sì, la banca mi ha concesso un mutuo».

«Questo ragazzo aveva una storia simile alla mia, ma è stato meno fortunato – spiega Walid – perché a Pavia non ha trovato subito la sua dimensione. Ha girato un po’ di comunità, poi a gennaio ho deciso di ospitarlo. Da lì è partita l’idea dell’affido. Sta studiando anche lui per avere l’attestato di terza media, all’Ipsia di viale Cremona, e a febbraio farà l’esame. Per me è come un ratello. Certo, a volte mi fa arrabbiare, devo stare attento che non frequenti cattive compagnie, ma andiamo d’accordo. A casa ho stabilito delle regole abbastanza rigide, ad esempio non si può tornare a casa tardi. Spero che riesca a prendere in mano la sua vita come ho fatto io».


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I Minori Stranieri non Accompagnati

Walid, ex minore non accompagnato, assiste gli anziani e ha un 16enne in affido

La storia di Walid Khalifa, riportata dalla Provincia Pavese è una di quelle belle storie di integrazione che si genera quando ci si mette...
La collaborazione tra il Comune e la comunità educativa Lella nella gestione dei migranti in età minorile attira il mondo accademico come esempio di buone pratiche in ambito sociale. Una ricercatrice dell’Università di Ferrara, professoressa Paola Bastianoni, interessata ad approfondire le attività svolte dalla comunità per minori che si trova a Grottammare, ha avuto modo di incontrare l’assistente sociale del Comune, dott.ssa Matilde Capretti, e conoscere il progetto “Affido consensuale omoculturale”: un’esperienza nata in seno ai servizi sociali comunali nel 2015 e di cui beneficiano 4 minori con un sensibile risparmio per le finanze dell’ente.

L’interesse della studiosa è nato nel corso di un evento formativo per addetti ai lavori, organizzato dall’ateneo ferrarese sul tema dell’accoglienza dei minori stranieri. In quella sede, è emerso che il rapporto tra la comunità Lella e il Comune di Grottammare inquadra una realtà virtuosa in Italia, capace di armonizzare le necessità dei minori con le difficoltà economico organizzative dei Comuni su cui, per legge, ricade la loro protezione.

“Affido consensuale omoculturale” vuol dire che il minore è inserito in famiglie di connazionali, preliminarmente individuate e formate, dove il bambino/ragazzo trova un appoggio e un sostegno affettivo molto utile e performante, poiché vengono annullate le problematiche che scaturiscono dalla diversità linguistica e culturale del paese d’origine, rispetto a quello di destinazione.

Il progetto, inoltre, si caratterizza per l’attivazione di percorsi misti, che mettono cioè in relazione i servizi sociali dei Comuni, le Comunità Educative e le famiglie affidatarie. In questo modo, è garantita al minore una rete sociale che lo condurrà alla gestione autonoma della propria vita, una volta maggiorenne.

“Il nostro territorio – spiega la dott.ssa Matilde Capretti– negli ultimi anni è stato fortemente caratterizzato dal fenomeno dell’arrivo cospicuo di minori stranieri non accompagnati (MSNA, ndr), espressione con la quale giuridicamente si designano i minori stranieri presenti a vario titolo sul territorio italiano (migranti, rifugiati, in stato di abbandono) ma in assenza di qualsiasi riferimento familiare (perché non reperibile o non identificabile). In aderenza a tutte le norme nazionali e internazionali, la tutela dei minori da parte delle istituzioni deve essere piena e incondizionata, per questo motivo, l’onere della tutela e dell’accoglienza di questi minori influisce notevolmente sull’organizzazione e sui bilanci dei Comuni”.

Vale la pena di rilevare che la protezione dei minori al di fuori di un progetto di affido familiare costa mensilmente circa 3000 €. Il ricorso all’affido familiare, invece, genera un risparmio del 70% per le casse comunali. (fonte TMNotizie)

Grottammare: minori stranieri, un progetto che fa ricerca. L’inserimento in famiglie di connazionali genera un risparmio del 70% per le casse comunali

La collaborazione tra il Comune e la comunità educativa Lella nella gestione dei migranti in età minorile attira il mondo accademico come...
Prosegue il progetto «Ti prendo in affido» promosso dal Tribunale per i minorenni di Taranto in collaborazione con l’Arcidiocesi e il Comune. L’iniziativa ha come obiettivi quelli di assicurare ai minori stranieri non accompagnati di poter vivere in un ambiente familiare favorendo l'integrazione, in alcuni casi, scolastica ma soprattutto culturale.

Permettere ai minori stranieri - sottolinea in una nota Enrica Zaccaria, giudice onorario del Tribunale per i minorenni di Taranto - di conoscere le nostre tradizioni ma dare la possibilità ai nostri ragazzi di conoscere la loro». Attualmente il territorio di Taranto accoglie circa 300 minori stranieri, con grave sofferenza delle Comunità di accoglienza che spesso sono dimensionate per accogliere un minor numero di ospiti. Il Lions club international-Distretto 108ab ha promosso per domani un meeting che vedrà come relatrice il giudice Bina Santella, presidente del Tribunale per i minorenni, sul tema dell’accoglienza e dell’integrazione dei minori stranieri non accompagnati.

«Le difficoltà dell’affido - conclude Zaccaria - sono molteplici perché è indispensabile che ci sia da parte delle famiglie disponibilità di tempo da dedicare ai minori accolti in famiglia ma pensiamo anche alle barriere linguistiche, alle abitudini alimentari e alla religione. Tuttavia vale la pena di provare a dare a questi ragazzi la possibilità di un futuro». (fonte: lagazzettadelmezzogiorno)


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Bimbi immigrati soli progetto «affido» a Taranto

Prosegue il progetto «Ti prendo in affido» promosso dal Tribunale per i minorenni di Taranto in collaborazione con l’Arcidiocesi e il Co...
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