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La storia di Walid Khalifa, riportata dalla Provincia Pavese è una di quelle belle storie di integrazione che si genera quando ci si mette in gioco e si cerca un incontro con l'altro, con il diverso, con lo straniero. 
Walid, ex msna, oggi assiste gli anziani e ha un minore non accompagnato 16enne in affido
Dopo 9 anni in Italia, è ancora tormentato dal ricordo di quando a soli 14 anni decise di lasciare la famiglia e raggiungere l'Italia.
Ricorda che è approdato in Italia dopo 9 lunghi e duri giorni di mare, senza vedere mai la terra. Un viaggio difficile, con un’imbarcazione che non poteva contenere le circa cinquanta persone a bordo.
Oggi, Walid lavora come Oss e ha deciso di prendere in affido Assma, un minore egiziano di 16 anni.

«Aveva 13 anni quando è arrivato in Italia, più o meno la mia età – racconta Walid –. Mi rivedo in lui e vorrei, in questo modo, dargli le stesse possibilità che ho avuto io».

«Sono partito insieme ad altri ragazzi della mia età nel 2010 – racconta il giovane –. Asyut, la mia città, era al centro di disordini, così un giorno comunicai ai miei genitori le mie intenzioni. Volevo andare via, non vedevo un futuro in Egitto, e anche se i miei familiari erano contrari all’inizio poi li convinsi. Non avevo un’idea della meta, l’importante era fuggire. Dopo nove giorni di mare sbarcammo a Foggia». 
«Quando abbiamo toccato terra non ci sembrava vero – racconta il ragazzo –. A Foggia siamo stati ospitati per alcuni giorni in un cascinale, ma poi il proprietario ci disse che era tempo di andare via. I giovani che erano con me sono partiti per altre città d’Europa, io ho preso un treno per Milano e da lì fino a Pavia. Perché proprio Pavia? Fu un caso, presi il primo treno sul binario». Un errore, dunque, ma proprio a Pavia Walid è riuscito a rifarsi una vita.

A Pavia il ragazzo subisce un controllo della polizia ed essendo senza documenti viene portato in questura. È uno dei tanti minori stranieri non accompagnati che quell’anno cominciano ad arrivare in città. «Sono stato trasferito prima in una comunità a Copiano e poi al villaggio San Francesco – racconta –. Ho preso la terza media e poi, con una borsa-lavoro, ho fatto il corso da Oss. Gli assistenti sociali mi hanno molto aiutato». 
Alla storia di Walid si interessano l’assessore Alice Moggi e Giancarlo Costantini, il responsabile dell’area adulti dei servizi sociali del Comune. «In poco tempo riesco a trovare lavoro in una cooperativa che aveva reparti anche al Pertusati e S. Margherita – racconta il giovane –. Ormai lavoro da qualche anno e ho comprato casa a Mirabello. Sì, la banca mi ha concesso un mutuo».

«Questo ragazzo aveva una storia simile alla mia, ma è stato meno fortunato – spiega Walid – perché a Pavia non ha trovato subito la sua dimensione. Ha girato un po’ di comunità, poi a gennaio ho deciso di ospitarlo. Da lì è partita l’idea dell’affido. Sta studiando anche lui per avere l’attestato di terza media, all’Ipsia di viale Cremona, e a febbraio farà l’esame. Per me è come un ratello. Certo, a volte mi fa arrabbiare, devo stare attento che non frequenti cattive compagnie, ma andiamo d’accordo. A casa ho stabilito delle regole abbastanza rigide, ad esempio non si può tornare a casa tardi. Spero che riesca a prendere in mano la sua vita come ho fatto io».


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I Minori Stranieri non Accompagnati

Walid, ex minore non accompagnato, assiste gli anziani e ha un 16enne in affido

La storia di Walid Khalifa, riportata dalla Provincia Pavese è una di quelle belle storie di integrazione che si genera quando ci si mette...
A Messina, questa mattina, grazie al protocollo "AccolgiMe" siglato tra l’Autorità Portuale, il Comune di Messina, la Città Metropolitana di Messina, l’Istituto scolastico “Jaci” e Medihospes Cooperativa Sociale Onlus, è partito l'iniziativa per l'acoglienza dei corceristi  delle navi Carnival e Princess Cruise da parte di alcuni msna.

12 minori stranieri non accompagnati, provenienti da Ghana, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea e Gambia, formati, dal loro arrivo sullo Stretto a casa Ahmed, all’accoglienza turistica grazie ad esperti in lingue straniere dell’InfoPoint, accolgono i crocieristi.

Questa nuova esperienza è iniziata stamani quando da Tourist Office allestito al molo, hanno accolto al desk, con altri professionisti del settore, i turisti scesi alle navi.

Leonardo Cavaliere

I minori stranieri non accompagnati accolgono i crocieristi grazie al progetto AccogliMe

A Messina, questa mattina, grazie al protocollo " AccolgiMe " siglato tra l’Autorità Portuale, il Comune di Messina, la Città Me...
Si chiama “Share the journey” ed è la campagna di Caritas Hellas iniziata a settembre per avvicinare migranti, rifugiati e comunità locali e creare opportunità di convivenza. I piccoli accolti nel centro di Plateia Vathis hanno dipinto i loro ricordi, dal viaggio alla situazione attuale

I bisogni primari, i contatti con il Paese di origine, l’importanza di un sorriso e degli abbracci con le persone che incontrano ogni giorno nella loro vita. Sono alcuni dei messaggi che i bambini accolti nel centro sociale di Plateia Vathis gestito da Caritas Hellas ad Atene hanno messo su carta con matite colorate e pastelli. 

L’iniziativa è una di quelle organizzate in Grecia da Caritas Hellas nell’ambito della campagna di Caritas Internationalis “Share the journey” (condividi il viaggio), lanciata lo scorso settembre. Obiettivo della campagna è creare occasioni di incontro tra migranti, rifugiati e le comunità locali in cui sono accolti per costruire insieme una cultura della convivenza.

Con l’aiuto degli interpreti e sotto la guida degli insegnanti di Caritas Hellas, è stato chiesto ai bambini di disegnare i loro ricordi, a partire dal viaggio che hanno fatto fino alla nuova realtà in cui si trovano a vivere. 
Oltre al centro sociale di Plateia Vathis sono diversi i centri di accoglienza coinvolti nella campagna di Caritas ad Atene, Salonicco, Epanomi, Lesbo e in altre città.
 Rifugiati e migranti hanno cucinato insieme ai residenti dei quartieri e hanno condiviso la loro esperienza (il viaggio per fuggire da zone di guerra e l’arrivo in Grecia), i loro sogni per una vita migliore e la quotidianità con i loro nuovi vicini. (lp)

Grecia, i bambini migranti disegnano i ricordi del viaggio

Si chiama “Share the journey” ed è la campagna di Caritas Hellas iniziata a settembre per avvicinare migranti, rifugiati e comunità locali...
L'Asante Calcio è una squadra formata dai giovani migranti dei centri Azad ed Elom, gestiti dall'associazione palermitana Asante Onlus.

La squadra di calcio, che ha come sponsor Totò Schillaci, militerà nel campionato di terza categoria. 

L’Asante calcio è formata da 20 giocatori che vorrebbero trasformare la passione per il pallone in professione. 

«Lo scopo è aprire una via concreta di crescita, attraverso il gioco del calcio, a degli adolescenti che sono arrivati a Palermo da soli e pieni di aspettative». 

«È giusto dare un’opportunità in più ai giovani migranti fuggiti dalla loro terra in cerca di un futuro migliore - ha detto Schillaci - Il calcio aiuta a superare anche momenti difficili, è anche un modo per potersi divertire. A me il pallone ha cambiato la vita, mi auguro che possa farlo anche con questi giovani. Magari qualcuno lo possiamo portare pure al Palermo, chissà». 

Nella giornata di domenica 22 Ottobre i ragazzi dell'Asante Calcio sono stati in diretta TV col popolare programma sportivo Quelli che il calcio.

Perché portare questi ragazzi in tv? Per permettere loro di farsi conoscere a livello nazionale e quindi avere una reale possibilità professionale per il loro futuro, e anche per sensibilizzare sul tema dei migranti.

Un’esperienza sportiva, ma anche di integrazione sociale"Questa non è una squadra di giovani migranti ma di giovani palermitani", ha detto il sindaco Leoluca Orlando.

Per la prima volta una squadra di calcio, interamente composta da minori stranieri non accompagnati è iscritta alla FIGC.

Asante Calcio, la prima squadra di minori non accompagnati

L' Asante Calcio è una squadra formata dai giovani migranti dei centri Azad ed Elom, gestiti dall'associazione palermitana Asa...
“CiPIAce la Calabria”. Un percorso, all'interno del progetto di alternanza scuola-lavoro, alla scoperta dell'identità e della storia della Sibaritide per minori stranieri non accompagnati.
Il progetto è stato promosso dal Cpia “Valeria Solesin” di Cosenza in partenariato con Itineraria Brutii Onlus e in collaborazione con la Fondazione Brettion. I protagonisti del progetto sono stati i minori non accompagnati ospiti dell'associazione Mondiversi Onlus di Corigliano. Il percorso che prevede work-experience, laboratori e incontri si pone l'obiettivo di far conoscere la Sibaritide a questi ragazzi e farli sentire parte del territorio.  

Il programma si è svolto dallo scorso 3 luglio e si è concluso il 19 luglio ed ha coinvolto i Parchi archeologici di Francavilla Marittima, Sibari e Castiglione di Paludi. Nel corso delle escursioni, con il supporto del mediatore culturale Francesco Panebianco, gli alunni hanno avuto modo di visitare anche il Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide, la Fabbrica e il Museo della liquirizia “Amarelli” di Rossano.

L’attività didattica in aula è stata incentrata prevalentemente sullo studio della lingua italiana. Con cenni storico-geografici relativi all’area della Sibaritide e della Magna Grecia ed elementi di educazione ambientale. Il tutto al fine di potenziare le competenze linguistiche, ampliare il lessico e la conoscenza del territorio che ospita i minori stranieri. Variegati e interessanti i laboratori realizzati, che hanno catturato l’interesse degli alunni stimolandone la creatività: scrittura antica su argilla (cuneiforme, geroglifici, trascrizioni su tavolette in lingue moderne e decorazioni artistiche); produzioni ceramiche (vasetti miniaturistici) e coroplastiche (statuette da realizzare a matrice tramite forme predisposte); produzioni ceramiche decorazione vasetti e manufatti in ceramica con vernici acriliche e serigrafie artistiche a freddo.

Al termine del progetto sono stati allestiti appositi cartelloni con racconti fotografici del programma e una raccolta di pensieri ed impressioni a cura degli alunni. Il fascino delle testimonianze storiche del passato ha conquistato i ragazzi, consapevoli dell’importanza di riscoprire e valorizzare le origini, punto di forza di tutte le civiltà che, attraverso la conoscenza e il dialogo, riescono sempre ad arricchirsi reciprocamente.


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I Minori Stranieri non Accompagnati

Minori Stranieri non Accompagnati e gli itinerari storico-culturali nei Parchi archeologici della Sibaritide

“CiPIAce la Calabria”. Un percorso, all'interno del progetto di alternanza scuola-lavoro, alla scoperta dell'identità e della stor...
La collaborazione tra il Comune e la comunità educativa Lella nella gestione dei migranti in età minorile attira il mondo accademico come esempio di buone pratiche in ambito sociale. Una ricercatrice dell’Università di Ferrara, professoressa Paola Bastianoni, interessata ad approfondire le attività svolte dalla comunità per minori che si trova a Grottammare, ha avuto modo di incontrare l’assistente sociale del Comune, dott.ssa Matilde Capretti, e conoscere il progetto “Affido consensuale omoculturale”: un’esperienza nata in seno ai servizi sociali comunali nel 2015 e di cui beneficiano 4 minori con un sensibile risparmio per le finanze dell’ente.

L’interesse della studiosa è nato nel corso di un evento formativo per addetti ai lavori, organizzato dall’ateneo ferrarese sul tema dell’accoglienza dei minori stranieri. In quella sede, è emerso che il rapporto tra la comunità Lella e il Comune di Grottammare inquadra una realtà virtuosa in Italia, capace di armonizzare le necessità dei minori con le difficoltà economico organizzative dei Comuni su cui, per legge, ricade la loro protezione.

“Affido consensuale omoculturale” vuol dire che il minore è inserito in famiglie di connazionali, preliminarmente individuate e formate, dove il bambino/ragazzo trova un appoggio e un sostegno affettivo molto utile e performante, poiché vengono annullate le problematiche che scaturiscono dalla diversità linguistica e culturale del paese d’origine, rispetto a quello di destinazione.

Il progetto, inoltre, si caratterizza per l’attivazione di percorsi misti, che mettono cioè in relazione i servizi sociali dei Comuni, le Comunità Educative e le famiglie affidatarie. In questo modo, è garantita al minore una rete sociale che lo condurrà alla gestione autonoma della propria vita, una volta maggiorenne.

“Il nostro territorio – spiega la dott.ssa Matilde Capretti– negli ultimi anni è stato fortemente caratterizzato dal fenomeno dell’arrivo cospicuo di minori stranieri non accompagnati (MSNA, ndr), espressione con la quale giuridicamente si designano i minori stranieri presenti a vario titolo sul territorio italiano (migranti, rifugiati, in stato di abbandono) ma in assenza di qualsiasi riferimento familiare (perché non reperibile o non identificabile). In aderenza a tutte le norme nazionali e internazionali, la tutela dei minori da parte delle istituzioni deve essere piena e incondizionata, per questo motivo, l’onere della tutela e dell’accoglienza di questi minori influisce notevolmente sull’organizzazione e sui bilanci dei Comuni”.

Vale la pena di rilevare che la protezione dei minori al di fuori di un progetto di affido familiare costa mensilmente circa 3000 €. Il ricorso all’affido familiare, invece, genera un risparmio del 70% per le casse comunali. (fonte TMNotizie)

Grottammare: minori stranieri, un progetto che fa ricerca. L’inserimento in famiglie di connazionali genera un risparmio del 70% per le casse comunali

La collaborazione tra il Comune e la comunità educativa Lella nella gestione dei migranti in età minorile attira il mondo accademico come...
Prosegue il progetto «Ti prendo in affido» promosso dal Tribunale per i minorenni di Taranto in collaborazione con l’Arcidiocesi e il Comune. L’iniziativa ha come obiettivi quelli di assicurare ai minori stranieri non accompagnati di poter vivere in un ambiente familiare favorendo l'integrazione, in alcuni casi, scolastica ma soprattutto culturale.

Permettere ai minori stranieri - sottolinea in una nota Enrica Zaccaria, giudice onorario del Tribunale per i minorenni di Taranto - di conoscere le nostre tradizioni ma dare la possibilità ai nostri ragazzi di conoscere la loro». Attualmente il territorio di Taranto accoglie circa 300 minori stranieri, con grave sofferenza delle Comunità di accoglienza che spesso sono dimensionate per accogliere un minor numero di ospiti. Il Lions club international-Distretto 108ab ha promosso per domani un meeting che vedrà come relatrice il giudice Bina Santella, presidente del Tribunale per i minorenni, sul tema dell’accoglienza e dell’integrazione dei minori stranieri non accompagnati.

«Le difficoltà dell’affido - conclude Zaccaria - sono molteplici perché è indispensabile che ci sia da parte delle famiglie disponibilità di tempo da dedicare ai minori accolti in famiglia ma pensiamo anche alle barriere linguistiche, alle abitudini alimentari e alla religione. Tuttavia vale la pena di provare a dare a questi ragazzi la possibilità di un futuro». (fonte: lagazzettadelmezzogiorno)


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Bimbi immigrati soli progetto «affido» a Taranto

Prosegue il progetto «Ti prendo in affido» promosso dal Tribunale per i minorenni di Taranto in collaborazione con l’Arcidiocesi e il Co...
Vicenza, incremento di minori stranieri non accompagnati. La Regione: "correre subito ai ripari"
L’assessore al sociale della Regione Veneto, Manuela Lanzarin ha convocato mercoledì mattina il tavolo regionale per i minori stranieri non accompagnati, per fare il punto della situazione, presenti il Garante regionale dei diritti della persona e i rappresentanti dei comuni capoluogo, della Prefettura di Venezia.  L’esperienza veneta pensata per i ragazzi tra i 16 e i 18 anni ha anticipato le linee-guida proposte dalla Conferenza Stato-Regioni, “dimostrando di poter offrire – continua Lanzarin - una soluzione rispettosa dei diritti dei minori e dell’esigenza di aiutare i comuni a fronteggiare l’onere economico imposto da un fenomeno in continua crescita”. La sperimentazione avviata nel 2016 di accogliere minori non accompagnati in appartamenti protetti, a piccoli gruppi, in percorsi di autonomia, ha dato esiti positivi e proseguirà anche nel 2017. 
Al 31 dicembre 2016 il ministero del Welfare certificava la presenza in Veneto di 304 minori stranieri non accompagnati, ma in realtà comuni capoluogo, come Padova, hanno registrato nel loro territorio, presenze nell’ordine di oltre un centinaio di ragazzi. In media oltre la metà provengono dai Balcani (30 per cento albanesi, 20% kosovari), arrivati via terra. Residuali invece gli arrivi con gli sbarchi via mare.

Leonardo Cavaliere

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Minori Non Accompagnati l'esperienza positiva dei gruppi appartamento

Vicenza, incremento di minori stranieri non accompagnati. La Regione: "correre subito ai ripari" „ L’assessore al sociale della...
“Inizierò a cercare subito lavoro con le opportunità offerte dall'Ue” dice Lamin.“ Bisogna avere il coraggio di partire e di realizzare i propri sogni altrove” commenta Yusupha.
Tra le varie foto ricordo anche un selfie con l'ex ministro Kyenge.

Sono appena tornati da Bruxelles ma hanno già voglia di ripartire. Lamin e Yusupha sono alcuni dei più di 300 “minori stranieri non accompagnati” che la Scuola di Lingua italiana per Stranieri ItaStra dell'Università di Palermo ha scelto di inserire gratuitamente all'intero delle proprie classi. E per tre settimane, durante il mese di luglio, hanno avuto la possibilità di raggiungere una delle principali capitali europee, sede del Parlamento europeo, per partecipare al progetto di mobilità Erasmus Plus. Insieme a loro altri due giovani studenti della Scuola, Eunus e Sadik, anche loro giunti in Italia senza famiglia.


Dopo aver studiato per diversi mesi lingua e cultura italiana tra le aule di ItasStra, dopo aver conseguito la licenza media ed aver sostenuto l'esame Cils (Certificazione di italiano come lingua straniera dell'Università per Stranieri di Siena), i quattro ragazzi sono stati selezionati per partecipare al progetto che gli ha permesso di partire per un viaggio fortemente formativo.

“Non sapevo cosa fosse l'Unione Europea – dice Lamin, 19 anni e nato in Senegal - Adesso, invece, ho capito cosa sono gli stati membri ma soprattutto come poter trovare lavoro. Da tre anni sono a Palermo e ho capito che qui non c'è possibilità per trovare un'occupazione. Ma io non ho voglia di stare fermo e di continuare a vivere in una comunità. Voglio crescere, trovare un lavoro tutto mio”.
Proprio la voglia di trovare al più presto un impiego aveva portato Lamin a non apprezzare del tutto, inizialmente, l'opportunità che gli era stata data: un viaggio speciale che lo avrebbe portato in una città a lui sconosciuta e che gli avrebbe permesso di conoscere suoi coetanei provenienti da tutto il mondo. “Quando ho saputo di essere stato selezionato non ero molto contento. Pensavo si trattasse di una perdita di tempo. Andare via per tre settimane mi avrebbe impedito di continuare a cercare lavoro – spiega – ed invece è stato molto utile. Ho scoperto una città che mi piace molto e durante gli incontri in aula ci hanno spiegato che l'Ue ha un portale che permette ai giovani di poter trovare un impiego. E penso che mi registrerò in questo sito. Voglio andare via”.


Infatti, grazie ad appositi workshop, Lamin e i suoi amici hanno potuto sviluppare l'autodeterminazione lavorativa ed imprenditoriale, seguendo anche incontri volti a favorire sentimenti di appartenenza verso Europa e ad per ampliare le esperienze culturali in un'ottica che spinge ad apprezzare la diversità all'interno di una dimensione internazionale. L’esperienza di scambio è stata riconosciuta a livello europeo con la consegna, a tutti i partecipanti, della certificazione Youthpass, utile per il futuro formativo e lavorativo e che attribuisce anche crediti formativi.

Per Lamin, il viaggio a Bruxelles non è stato solo un momento per conoscere le possibilità di inserimento lavorativo di cui l'Europa è ricca, ma gli ha fatto anche scoprire una nuova passione: quella per la lingua francese. Oltre alla sua lingua madre, Lamin ha studiato nel suo paese natio anche l'inglese. Per far questo, e per evitare il francese, si era anche spostato nel paese dei nonni materni, il Gambia. “Era una lingua che non mi piaceva per niente ma a Bruxelles ho scoperto che è molto bella. Inizierò presto a studiarla”.

Yusupha, 20 anni, viene dal Gambia ed è tornato da Bruxelles carico di entusiasmo. Lo stesso con cui è salito sull'aereo all'inizio del mese di luglio. “Ero molto contento di partire e a Bruxelles mi sono trovato benissimo – racconta – Abbiamo conosciuto giovani provenienti dagli Usa, dal Canada, dal Portogallo, dalla Spagna, dalla Romania e dalla Turchia. Inoltre abbiamo avuto l'opportunità di incontrare l'ex ministro dell'integrazione Kyenge, adesso al Parlamento europeo e che è passata a trovarci insieme ad altri politici e deputati. Ma, soprattutto, ho capito che posso cercare lavoro anche negli altri paesi. E perché no, anche a Bruxelles”. Ma per il momento i progetti di Yusupha sono tutti da realizzare a Palermo. “Ho appena conseguito la licenza media che mi permetterà, a settembre, di iniziare l'istituto alberghiero”. Una delle sue grandi passioni è infatti la cucina. Il suo sogno: diventare cuoco. Per questo ha già iniziato a cimentarsi con piatti tutti italiani preparando anelletti a forno, parmigiana e pasta con salmone, le sue pietanze preferite. Ma non dimentica i sapori e gli odori del suo paese d'origine. “Si, so cucinare anche i piatti che faceva mia madre”.


E dopo il diploma? “Se non troverò un lavoro qui andrò via, in altri stati europei – dice – Sarebbe bello poter frequentare l'università a Bruxelles. Bisogna avere coraggio nella vita. Il coraggio di partire e di andare via”.

E Yusupha, il coraggio per inseguire i suoi sogni, lo ha già avuto una volta, lasciandosi alle spalle le coste dell'Africa del Nord. Adesso è pronto ad una nuova sfida.


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I Minori Stranieri non Accompagnati


I MINORI NON ACCOMPAGNATI DI ITASTRA RACCONTANO IL LORO VIAGGIO A BRUXELLES: "BISOGNA AVERE IL CORAGGIO DI ANDARE VIA"

“Inizierò a cercare subito lavoro con le opportunità offerte dall'Ue” dice Lamin.“ Bisogna avere il coraggio di partire e di realizzar...
Eunus, Lamin, Sadik, Yousupha, sono quatto Minori Stranieri Non Accompagnati ospitati a Palermo.

Quattro Minori Stranieri Non Accompagnati da Palermo a Bruxelles per il progetto Erasmus Plus

Eunus, Lamin, Sadik, Yousupha, sono quatto  Minori Stranieri Non Accompagnati ospitati a Palermo.
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