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Dal report mensile sui minori stranieri non accompagnati pubblicato sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, aggiornato al 28 Febbraio 2023, i minori non accompagnati accolti dal sistema di accoglienza nazionale sono 19.422.

 I maschi sono 16.542 pari all’85,2% di tutti msna, le femmine sono 2.880 pari al 14,8%.

 L’età dei minori vede una netta prevalenza di msna di 17 anni (8.851) pari al 45,6%, seguiti dai sedicenni, 4.593 (23,6%), fascia d’età 7-14 ANNI (3.351) pari a 17,3%, 15 ANNI 2.112 (10,9%) e msna fino a 6 ANNI 515 pari al 2,7%.

 A differenza dei maschi, la maggior parte delle femmine hanno tra i 7-14 ANNI 1.375 pari al 47,7% con una nettissima prevalenza di bambine e ragazze provenienti dall’Ucraina (85,1%).

 Sono 4.819, pari al 24,8%, i minori non accompagnati provenienti dall’Ucraina censiti al 28 Febbraio nel sistema informativo Minori (SIM) della Direzione Generale dell'Immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (SIM), istituito dalla Legge 47/2017 per monitorare e censire la presenza dei minori non accompagnati (MNA) sull'intero territorio nazionale. Più della metà, 2.450 sono bambine e ragazze.

 I msna prevalentemente sono accolti in Sicilia, Lombardia e Emilia Romagna che rappresentano quasi la metà di tutti i minori non accompagnati accolti, il 43,8%.

 A seguito dell’istituzione del SIM è possibile elaborare anche i dati relativi all’ingresso (o all’eventuale allontanamento) dei MSNA su base mensile.

 I minori non accompagnati, entrati nel sistema di accoglienza a seguito di ritrovamento sono 446, pari al 34,5% del totale, i restanti 847, pari al 65,5% sono entrati nel sistema di accoglienza a seguito di approdi.

 I msna usciti di competenza sono 1.279 di cui 850 per il compimento della maggiore età, 371 per allontanamento e 58 per altre motivazioni (rintraccio dei genitori o di altri adulti legalmente responsabili, accertamento della maggiore età, affido, relocation, rimpatrio volontario assistito e rientro in patria).

 Il 42,3% dei nuovi ingressi è rappresentato da minorenni provenienti Guinea, Costa D’Avorio, Egitto

 Scarica il  report mensile sui minori stranieri non accompagnati

Leonardo Cavaliere



19.422 msna accolti in Italia, al 28 Febbraio 2023. Ucraina, Egitto e Tunisia le nazionalità più rappresentate.

Dal report mensile sui minori stranieri non accompagnati pubblicato sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Socia...
Photograph by Magnus Wennman for The New Yorker

La sindrome da rassegnazione, nota anche come sindrome dell'abbandono acquisito, è una condizione psicologica estremamente rara che colpisce principalmente i bambini e gli adolescenti. Questa sindrome è stata osservata per la prima volta in Svezia negli anni '90 e da allora è stata documentata in altri paesi come Germania, Norvegia, Russia e Australia.

I bambini affetti da questa sindrome presentano una grave forma di apatia e disinteresse per tutto ciò che li circonda, a tal punto da smettere di interagire con il mondo esterno. Non parlano, non camminano, non mangiano, non bevono e sembrano completamente privi di emozioni.

Le cause della sindrome da rassegnazione non sono ancora del tutto chiare, ma sembra essere associata a eventi traumatici come la perdita di una persona cara, la separazione dai genitori o lo stress cronico. Inoltre, la sindrome sembra essere più comune in bambini che hanno sperimentato eventi traumatici ripetuti, come abusi fisici o sessuali.

La sindrome da rassegnazione può colpire, in particolare, anche i bambini che hanno vissuto l'esperienza migratoria. In particolare, i bambini che fuggono dalle loro case a causa di guerre, persecuzioni politiche o violenze in paesi stranieri, possono sviluppare questa sindrome come meccanismo di difesa per affrontare il trauma della migrazione.

La sindrome da rassegnazione in questi casi può essere causata dalla perdita di una casa e di un ambiente familiare noto, dallo stress e dall'ansia legati alla migrazione, dalla mancanza di sicurezza e dal senso di incertezza per il futuro. Inoltre, i bambini immigrati possono essere esposti a situazioni traumatiche ripetute, come l'espulsione dal paese di accoglienza o la separazione forzata dai loro familiari.

È importante sottolineare che migrare non è la causa diretta della sindrome da rassegnazione, ma piuttosto uno dei fattori di rischio che può contribuire allo sviluppo di questa condizione psicologica nei bambini. Altri fattori di rischio possono includere l'abuso o la trascuratezza da parte dei genitori o dei caregiver, la mancanza di supporto sociale e la povertà.

In ogni caso, è fondamentale che i bambini che hanno vissuto l'esperienza migratoria ricevano un adeguato supporto psicologico e sociale per affrontare il trauma della migrazione e prevenire la sindrome da rassegnazione. Ciò include l'accesso a servizi di consulenza, sostegno psicologico e terapia, così come l'opportunità di stabilirsi in una comunità sicura e accogliente.

La sindrome da rassegnazione può durare da alcune settimane fino a diversi anni e il trattamento può essere estremamente difficile. Gli esperti affermano che la prima cosa da fare è identificare e affrontare la causa sottostante della sindrome. In alcuni casi, può essere necessario ricorrere a farmaci o terapie comportamentali per aiutare il bambino a superare il trauma e ritornare alla normalità.

La sindrome da rassegnazione è una condizione estremamente preoccupante che richiede un intervento tempestivo e professionale. È importante che i genitori e i caregiver riconoscano i sintomi della sindrome e chiedano aiuto medico il prima possibile.

In conclusione, la sindrome da rassegnazione è una condizione psicologica estremamente rara che colpisce principalmente i bambini e gli adolescenti. La causa della sindrome non è ancora del tutto chiara, ma sembra essere associata a eventi traumatici. Il trattamento può essere estremamente difficile, ma è importante identificare e affrontare la causa sottostante e cercare l'aiuto di professionisti.

Leonardo Cavaliere

La sindrome da rassegnazione nei bambini che hanno vissuto l'esperienza migratoria.

Photograph by Magnus Wennman for The New Yorker La sindrome da rassegnazione , nota anche come sindrome dell'abbandono acquisito, è una ...

Foto di Alessio Romenzi

 Oltre centomila minori stranieri non accompagnati sono arrivati sulle coste italiane negli ultimi anni. Questo è il dato allarmante che emerge da una recente inchiesta condotta da Save the Children. Secondo l'organizzazione, questa è una crisi umanitaria senza precedenti e richiede una risposta urgente da parte delle autorità italiane e dell'Unione Europea.

La maggior parte di questi minori proviene da paesi in guerra, come la Siria, l'Afghanistan e l'Eritrea, oppure da paesi in cui la povertà estrema e la mancanza di opportunità li spingono a cercare fortuna altrove, come in Africa subsahariana. Sono ragazzi e ragazze tra i 14 e i 17 anni che hanno dovuto affrontare viaggi lunghi e pericolosi attraverso deserti, mari e montagne, e che spesso hanno subito abusi e violenze lungo il percorso.

Una volta arrivati in Italia, questi minori si trovano in una situazione di grande vulnerabilità. Non hanno famiglia o amici a cui rivolgersi, non conoscono la lingua e non hanno esperienza della vita in un paese straniero. Spesso si trovano in strutture di accoglienza sovraffollate e poco attrezzate, dove la qualità dell'assistenza medica e psicologica è spesso carente. Molti di loro sono costretti a dormire per strada o a cercare rifugio in luoghi pericolosi, come le stazioni ferroviarie o le spiagge.

Save the Children sostiene che questa situazione richiede una risposta urgente da parte delle autorità italiane e dell'Unione Europea. In primo luogo, è necessario garantire un'accoglienza dignitosa a questi ragazzi, fornendo loro alloggi sicuri e adeguati, assistenza medica e psicologica, e servizi di sostegno per l'istruzione e l'inserimento lavorativo. Inoltre, è importante rafforzare i programmi di ricongiungimento familiare, in modo che questi ragazzi possano essere ricongiunti con i loro genitori o altri parenti nel paese d'origine.

Ma la soluzione a lungo termine di questa crisi umanitaria va oltre la sola Italia. L'Unione Europea deve assumersi la sua responsabilità nell'accogliere questi minori e sostenere i paesi di cui sono originari, promuovendo la pace e lo sviluppo economico e sociale. Inoltre, è necessario rivedere il sistema di asilo europeo, in modo che sia più equo e solidale, e che preveda procedure rapide ed efficaci per il riconoscimento dello status di rifugiato.

Inoltre, è importante sensibilizzare l'opinione pubblica sull'importanza di proteggere i diritti dei minori stranieri non accompagnati e di garantire loro un'accoglienza dignitosa. Molte organizzazioni non governative, come Save the Children, stanno lavorando attivamente su questo tema e promuovono iniziative per sensibilizzare l'opinione pubblica e raccogliere fondi per sostenere i minori in difficoltà.

È importante anche sottolineare l'importanza della cooperazione tra gli Stati e le organizzazioni internazionali. Solo attraverso una collaborazione efficace sarà possibile affrontare questa emergenza umanitaria in modo adeguato e garantire il benessere dei minori stranieri non accompagnati che arrivano sulle coste italiane.

In conclusione, la situazione dei minori stranieri non accompagnati che arrivano sulle coste italiane rappresenta una sfida umanitaria senza precedenti. È importante che le autorità italiane e dell'Unione Europea assumano la loro responsabilità nell'accoglienza e nella protezione di questi ragazzi, garantendo loro un'accoglienza dignitosa e servizi di sostegno adeguati. Allo stesso tempo, è necessario promuovere la pace e lo sviluppo nei paesi d'origine dei minori e rivedere il sistema di asilo europeo per renderlo più equo e solidale. Solo attraverso una collaborazione efficace tra gli Stati e le organizzazioni internazionali sarà possibile porre fine a questa emergenza umanitaria e garantire un futuro migliore per questi ragazzi.

Scarica il rapporto Nascosti in piena vista frontiera Sud

Leonardo Cavaliere


Nascosti in piena vista - Frontiera Sud. Minori migranti in viaggio (attra)verso l'Europa.

Foto di Alessio Romenzi  Oltre centomila minori stranieri non accompagnati sono arrivati sulle coste italiane negli ultimi anni. Questo è il...


"Prima di emettere una decisione di rimpatrio nei confronti di un minore non accompagnato, uno Stato membro deve accertarsi che nello Stato di rimpatrio sia disponibile un'accoglienza adeguata per il minore", questo è quanto ha stabilito nella sentenza C-441/19 TQ / Staatssecretaris van Justitie en Veiligheid la Niente più espulsioni di migranti minorenni non accompagnati, bisogna garantire l'accoglienza Corte di giustizia dell'Unione europea.

I minorenni non accompagnati, quindi, non potranno più essere espulsi, a meno che non sia assicurato che nel Paese di origine del minore vi sia un'accoglienza adeguata.

“Se al momento dell'allontanamento non è più garantita un'accoglienza adeguata, lo Stato membro non potrà eseguire la decisione di rimpatrio" bisogna “prendere necessariamente in considerazione l’interesse superiore del bambino”, ed evitare che possa trovarsi “in una situazione di grande incertezza quanto al suo status giuridico e al suo futuro, in particolare quanto alla sua frequenza scolastica, al suo legame con una famiglia di affidamento”.

Niente più rimpatri di migranti minorenni non accompagnati, bisogna garantire l'accoglienza
La sentenza nasce da un ricorso presentato nel 2018. La vicenda riguarda un minorenne non accompagnato che all'epoca aveva 15 anni e quattro mesi e arrivava dalla Sierra Leone. Il ragazzo, una volta arrivato in Olanda, aveva presentato domanda di permesso di soggiorno a tempo determinato. Nella richiesta aveva indicato di essere nato nel 2002 in Guinea e di essere arrivato in Europa dopo la morte della zia, presso la quale viveva in Sierra Leone. Quando è arrivato ad Amsterdam, nei Paesi Bassi, il ragazzo sarebbe stato vittima di tratta di esseri umani e di sfruttamento sessuale, motivi per i quali soffrirebbe ora di gravi turbe psichiche. Questa era la situazione, ma, a marzo 2018, il segretario di Stato alla giustizia e alla sicurezza dei Paesi Bassi ha deciso d'ufficio che il ragazzo non poteva beneficiare di un permesso di soggiorno a tempo determinato e il giudice del rinvio ha precisato che il minore non poteva beneficiare né dello status di rifugiato né della protezione sussidiaria. E, in base al diritto dei Paesi Bassi, questo tipo di decisione si considera come decisione di rimpatrio.

Il minorenne ha presentato ricorso contro questa decisione, facendo presente di non sapere dove risiedano i suoi genitori e sostenendo che non sarebbe in grado di riconoscerli, che non conoscerebbe alcun altro suo familiare e che non saprebbe neppure se ne esistano. Il giudice del rinvio, in quell'occasione, ha spiegato che la legge dei Paesi Bassi fa una distinzione tra i ragazzi a seconda dell'età. Per i minori che hanno meno di quindici anni alla data di presentazione della domanda di asilo, prima di adottare una decisione viene effettuata un'indagine per capire se esista o meno un'accoglienza adeguata nello Stato di rimpatrio, per gli altri no. La Corte Ue ha adesso stabilito che quando uno Stato membro adotta una decisione di rimpatrio nei confronti di un minore non accompagnato deve, in ogni fase della procedura, tenere in considerazione l'interesse superiore del bambino. E questo implica una valutazione generale e approfondita della situazione del minore.(EuropaToday)

 

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I migranti minorenni non accompagnati non possono essere rimpatriati, bisogna garantire l'accoglienza

"Prima di emettere una decisione di rimpatrio nei confronti di un minore non accompagnato, uno Stato membro deve accertarsi che nello S...
Il prossimo 23 giugno, per celebrare la Giornata mondiale del rifugiato, l’Agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr) insieme all’Associazione italiana calciatori e l’Associazione italiana allenatori calcio Onlus, con il patrocinio della Figc, del Coni Lazio ed il sostegno di AS Roma organizza il 23 giugno (ore 18.30) una partita di calcio speciale #withrefugees, presso lo Stadio Tre Fontane a Roma. 

La sfida sarà tra la squadra di minori non accompagnati, rifugiati e richiedenti asilo della Città dei Ragazzi, vincitrice del Torneo dell’Amicizia 2018 promosso dal Coni Lazio, e una selezione di stelle del calcio e dello spettacolo capitanate da Damiano Tommasi.

Il 23 giugno a Roma le star del calcio contro squadra di minori non accompagnati

Il prossimo 23 giugno, per celebrare la Giornata mondiale del rifugiato, l’Agenzia Onu per i rifugiati (Unhcr) insieme all’Associazione i...
“I minori non devono essere detenuti per fini di immigrazione” e la Commissione europea dovrebbe agire contro gli Stati membri dell’UE “in caso di detenzione prolungata e sistematica dei minori e delle loro famiglie”, ha dichiarato il Parlamento in una risoluzione non legislativa approvata per alzata di mano.
Vulnerabili alla tratta, alla violenza e allo sfruttamento. Secondo le stime, sono 5,4 milioni i bambini migranti che vivono in Europa, rileva la risoluzione. Si tratta di 1 bambino migrante su 6 nel mondo (dati UNICEF). 
I deputati sottolineano che la mancanza di informazioni affidabili e la lunghezza del ricongiungimento familiare e delle procedure di nomina dei tutori, nonché il timore di essere detenuti, rinviati o trasferiti, si traducono molto spesso nella fuga dei bambini, che vengono così esposti alla tratta, alla violenza e allo sfruttamento.
Il Parlamento esorta le autorità nazionali ad accelerare le procedure per la nomina di tutori per i minori non accompagnati, i quali dovrebbero essere poi ospitati in strutture separate da quelle degli adulti, al fine di evitare qualsiasi rischio di violenza e abuso sessuale.
I deputati chiedono sia data priorità al trasferimento di minori non accompagnati dalla Grecia e dall’Italia, ma anche che tutte le procedure pendenti di ricongiungimento familiare siano portate a termine senza ritardi.
Nella risoluzione si sottolinea poi l’importanza di istituire un solido sistema di identificazione e registrazione per garantire che i minori entrino in sistemi di protezione nazionali. Richiede inoltre una maggiore cooperazione tra le autorità preposte all’applicazione delle norme e alla tutela dei minori per individuare e proteggere i bambini scomparsi.
I deputati sono particolarmente preoccupati per lo sfruttamento delle ragazze a fini di prostituzione e chiedono agli Stati membri di intensificare gli sforzi e la cooperazione transfrontaliera per identificare i minori vittime di tratta, abuso e ogni altra forma di sfruttamento.
Per quanto riguarda le procedure di verifica dell’età, la risoluzione sottolinea che le visite mediche dei bambini dovrebbero sempre essere effettuate “in modo non invadente e nel rispetto della loro dignità”. Il Parlamento ha inoltre respinto l'uso della coercizione per l'acquisizione di dati biometrici dei bambini.

Minori migranti. Il Parlamento UE dice no alla detenzione in attesa della definizione dello status e chiede il diritto all'istruzione

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In virtù di un’interpretazione letterale e sistematica, deve ritenersi che spetti al tribunale per i minorenni la competenza a emettere il provvedimento – di natura decisoria e reclamabile da parte dell’interessato – di attribuzione dell’età al minore straniero non accompagnato, ai sensi dell’art. 19-bis, d. lgs. 18 agosto 2015, n. 142, introdotto dall’art. 5, comma 1, l. 7 aprile 2017, n. 47, in quanto la norma demanda lo svolgimento degli accertamenti sociosanitari, prodromici all’emissione di tale provvedimento, al pubblico ministero minorile, il quale generalmente (in difetto di contraria indicazione normativa) rivolge le proprie istanze proprio al tribunale per i minorenni.


Tribunale Minori Trieste, sentenza 12 luglio 2017






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I Minori Stranieri non Accompagnati

Minori stranieri non accompagnati: riparto delle competenze per l’attribuzione dell’età

In virtù di un’ interpretazione letterale e sistematica , deve ritenersi che spetti al tribunale per i minorenni la competenza a emetter...
La collaborazione tra il Comune e la comunità educativa Lella nella gestione dei migranti in età minorile attira il mondo accademico come esempio di buone pratiche in ambito sociale. Una ricercatrice dell’Università di Ferrara, professoressa Paola Bastianoni, interessata ad approfondire le attività svolte dalla comunità per minori che si trova a Grottammare, ha avuto modo di incontrare l’assistente sociale del Comune, dott.ssa Matilde Capretti, e conoscere il progetto “Affido consensuale omoculturale”: un’esperienza nata in seno ai servizi sociali comunali nel 2015 e di cui beneficiano 4 minori con un sensibile risparmio per le finanze dell’ente.

L’interesse della studiosa è nato nel corso di un evento formativo per addetti ai lavori, organizzato dall’ateneo ferrarese sul tema dell’accoglienza dei minori stranieri. In quella sede, è emerso che il rapporto tra la comunità Lella e il Comune di Grottammare inquadra una realtà virtuosa in Italia, capace di armonizzare le necessità dei minori con le difficoltà economico organizzative dei Comuni su cui, per legge, ricade la loro protezione.

“Affido consensuale omoculturale” vuol dire che il minore è inserito in famiglie di connazionali, preliminarmente individuate e formate, dove il bambino/ragazzo trova un appoggio e un sostegno affettivo molto utile e performante, poiché vengono annullate le problematiche che scaturiscono dalla diversità linguistica e culturale del paese d’origine, rispetto a quello di destinazione.

Il progetto, inoltre, si caratterizza per l’attivazione di percorsi misti, che mettono cioè in relazione i servizi sociali dei Comuni, le Comunità Educative e le famiglie affidatarie. In questo modo, è garantita al minore una rete sociale che lo condurrà alla gestione autonoma della propria vita, una volta maggiorenne.

“Il nostro territorio – spiega la dott.ssa Matilde Capretti– negli ultimi anni è stato fortemente caratterizzato dal fenomeno dell’arrivo cospicuo di minori stranieri non accompagnati (MSNA, ndr), espressione con la quale giuridicamente si designano i minori stranieri presenti a vario titolo sul territorio italiano (migranti, rifugiati, in stato di abbandono) ma in assenza di qualsiasi riferimento familiare (perché non reperibile o non identificabile). In aderenza a tutte le norme nazionali e internazionali, la tutela dei minori da parte delle istituzioni deve essere piena e incondizionata, per questo motivo, l’onere della tutela e dell’accoglienza di questi minori influisce notevolmente sull’organizzazione e sui bilanci dei Comuni”.

Vale la pena di rilevare che la protezione dei minori al di fuori di un progetto di affido familiare costa mensilmente circa 3000 €. Il ricorso all’affido familiare, invece, genera un risparmio del 70% per le casse comunali. (fonte TMNotizie)

Grottammare: minori stranieri, un progetto che fa ricerca. L’inserimento in famiglie di connazionali genera un risparmio del 70% per le casse comunali

La collaborazione tra il Comune e la comunità educativa Lella nella gestione dei migranti in età minorile attira il mondo accademico come...
Da un gommone che ha attraversato il Mediterraneo alle coste calabresi di Vibo Valentia, fino a un posto di lavoro da Dongiò, il ristorante di via Corio, in zona Porta Romana a Milano. Dall’ospitalità a Villa Amantea, casa famiglia di Trezzano che accoglie i giovani profughi e progetta con loro un futuro in Italia, fino a un appartamento dove iniziare a costruirsi un futuro. Daouda, ivoriano, ora appena maggiorenne, racconta la sua storia tra i tavoli del ristorante. “Il mio sogno era ed è quello di fare una vita migliore di quella di prima. Lentamente ci sto riuscendo. A me non interessano i soldi, ma trovare un lavoro. Mi sono sentito accolto, i volontari mi hanno preso con loro”, dice Daouda, aprendo le mani come a indicare aiuto e sostegno.

I volontari raccontano di essersi subito accorti del talento del loro ospite, quando è arrivato un anno fa, e della manualità che sviluppava soprattutto in cucina. “Nella casa di Trezzano noi insegnavamo i piatti della nostra cucina – dicono i volontari - lui spiegava i piatti della sua tradizione, a base di riso, manioca, pesce..”. Dopo la borsa lavoro della Regione, Daouba ha così ottenuto un contratto di tirocinio di sei mesi, in uno dei pochi ristoranti milanesi che ancora producono nel proprio laboratorio la pasta. Un riconoscimento per le sue qualità, ma anche della sua voglia di integrazione.

“Un ragazzo serio, disponibile, un gran lavoratore – dice Antonio Criscuolo, che gestisce con la famiglia il ristorante, aperto nel 1987 –. Ha imparato subito a fare dei piatti anche molto complicati. Dopo una settimana di lavoro era già bravo a impastare, e ora di questo si occupa solo lui, con quindici o venti chili di semola al giorno da lavorare. Ma ormai è bravo anche con gli gnocchi, la pasticceria, i condimenti fatti a mano”.

Quando è arrivata la proposta di dare un lavoro a Daouda, al ristorante non c’era necessità di un nuovo dipendente, ma la famiglia ha subito accettato. “Ognuno deve fare qualcosa di suo per migliorare il mondo in cui vive – spiega Antonio, a sua volta figlio di immigrati arrivati a Milano dalla Calabria -. Non avevamo bisogno, ma sapevamo che l’impegno era solo per sei mesi. Avevamo fatto un progetto simile con un italiano, ma non era andata bene. Ma Daouba ci ha subito sorpreso, ed è rimasto con noi. Si è inserito alla perfezione. Ci sono giorni cui noi pensiamo a un menù, ma poi lui dice “facciamo quest’altra cosa”. E il menù lo decide lui”.

Con un permesso di soggiorno per motivi umanitari, Daouba ora ha lasciato Villa Amantea, che da più di un anno si occupa di minori stranieri non accompagnati nell'ambito del progetto SPRAR (sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati). Grazie all’aiuto del suo datore di lavoro, ha trovato un piccolo bilocale in periferia che può pagarsi con il proprio stipendio. Come per lui, la rete di servizi messa in campo dal comune di Trezzano, dal Centro provinciale per l’istruzione adulti (che organizza corsi di alfabetizzazione per migranti) e da Villa Amantea, nata in due ville confiscate alla ‘ndrangheta, funziona anche per altri migranti che a Milano hanno ottenuto la borsa lavoro.
E ci sono anche altri esercenti che, venuti a conoscenza della storia d’integrazione di Daouba, si sono fatti avanti. Come per un bar in via Lanzone che ha offerto una borsa lavoro a un ragazzo di sedici anni dello Sri Lanka. “Aiuta in cucina, nelle pulizie, pensiamo di assumerlo”, conferma la titolare, Francesca Bonfioli. "Conoscevo lo strumento dello stage, poi Antonio ci ha messo in contatto con l’associazione, e l’esperimento sta funzionando” 

Milano, storia di Daouda, dal gommone nel Mediterraneo a un lavoro da chef

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Il Procuratore Capo del Tribunale dei Minori di Palermo, Amalia Settineri, in un'intervista all'Adnkronos, denuncia che tra i migliaia di minori migranti

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In questi giorni 7000 minori non accompagnati sono stati allontanati con provvedimento dell’autorità giudiziaria dagli Stati Uniti d’America.

7000 MINORI STRANIERI ESPULSI SENZA UN GIUSTO PROCESSO.

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Pochi giorni fa si sono celebrati i 25 anni della convenzione dei diritti del fanciullo.

Diritti del fanciullo: 35 milioni di migranti sotto i 20 anni

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Ha qual­cosa di sur­reale la scena del sin­daco e del suo entu­rage che — cir­con­dati dal cor­done sani­ta­rio di poli­ziotti e dalle tele­ca­mere, con al seguito la pic­cola folla urlante divisa tra chi con­te­sta a pre­scin­dere e chi ripone nell’occasione ancora un po’ di spe­ranza — cor­rono al calare della sera nei mean­dri della giun­gla di cemento delle case popo­lari di viale Gior­gio Morandi.

Il viaggio senza ritorno dei minori stranieri

Ha qual­cosa di sur­reale la scena del sin­daco e del suo entu­rage che — cir­con­dati dal cor­done sani­ta­rio di poli­ziotti e dalle tele­...
Finalmente l’accoglienza a misura di bambino stà entrando nella testa dei governanti, dimostrazione è la cosiddetta “Direttiva Accoglienza”, di provenienza europea e approvata dal Senato. 

Accoglienza a misura di bambino, si può fare.

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La chiamano “la nuova Lampedusa” per il suo destino di accoglienza dei migranti, ma rappresenta l’immagine peggiore della gestione da parte dello Stato dell’emergenza rifugiati.

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L’estate italiana è ricca di problemi, ma evidentemente i nostri governanti ritengono opportuno aggiungerne altri al calderone che li contiene e che già è in ebollizione da tempo.

Il governo dimezza i fondi per i piccoli sopravvissuti del mare

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In Sicilia oltre un migliaio nel 2012. Anci: la situazione nell’Isola è comunque migliorata rispetto al 2011 quando se ne contavano 1.748. Circa il 40% è fuggito dai centri di prima accoglienza, diventando facile preda di criminali.

Quei minori stranieri senza nessuno

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Minori Stranieri Non Accompagnati aumentati del 98,4% negli anni 2011 - 2012, periodo di riferimento del V Rapporto Anci-Cittalia, oltre i 9 mila in totale.

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#minoristranierinonaccompagnati si unisce all'appello di Terre des Hommes #matteocorripernoi

Di seguito l'articolo di Alessandra Ballerini. Ho fame. Ho freddo. Ho male nelle ossa. La luce dopo tanto buio mi abbaglia. Non so dove sono. Divise e guanti di lattice mi spostano. Come fossi un fagotto infetto. Mi parlano e credo siano ordini, lo capisco dal tono ma non
comprendo neppure una parola.

LETTERA APERTA A MATTEO RENZI, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI #MATTEOCORRIPERNOI

#minoristranierinonaccompagnati si unisce all'appello di Terre des Hommes #matteocorripernoi Di seguito l'articolo di Alessandra ...
Minori stranieri e diritto all’istruzione e alla formazione professionale
Le difficoltà di inserimento e di inclusione scolastica di minori stranieri, soprattutto di recente arrivo, sono spesso frutto della mancanza di informazioni corrette e possono ledere il loro diritto-dovere allo studio.
ASGI ha realizzato il  manuale ”Minori stranieri e diritto all’istruzione e alla formazione professionale”, disponibile on-line insieme alla lezione video relativa ai medesimi argomenti,  rivolto ai docenti e al personale amministrativo delle scuole, in cui si fornisce una sintesi della normativa che disciplina il diritto-dovere all’istruzione e alla formazione, con riferimento ai minori di cittadinanza non italiana.

Minori stranieri e diritto all’istruzione e alla formazione professionale

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