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Negli anni tra il 2013 e il 2015 gli arrivi di minori stranieri non accompagnati in Italia sono aumentati del 10%, giungendo a superare la cifra di 15 mila. Da dove vengono questi bambini-Ulisse? Che storie hanno? Perché partono? Cosa succede loro durante il viaggio? Il libro fornisce dati, analisi e interviste a minori non accompagnati, operatori, esperti, forze di polizia, organismi di accoglienza e identificazione. La parte analitica è anche accompagnata da alcune storie, in particolare quella, incredibile, di Keita, che assiste appena tredicenne alla morte dei propri genitori uccisi dalla guerra civile in Costa D'Avorio e, rimasto solo, decide di partire. Analfabeta, senza soldi, ignaro dei principi minimali della geografia, si accoda a un gruppo di profughi che lasciano a piedi il Paese terrorizzati dal conflitto. Passerà una serie infinita di confini, montagne, deserti, mari e situazioni, conoscerà la crudeltà degli uomini, vedrà con i suoi occhi scuri l'abiezione del mondo, conquistandosi il suo futuro in Italia. Contributi di Giusi Nicolini e Stefano Trasatti.





Il bagaglio. Migranti minori non accompagnati. Il fenomeno in Italia, i numeri e le storie di Luca Attanasio

Negli anni tra il 2013 e il 2015 gli arrivi di minori stranieri non accompagnati in Italia sono aumentati del 10%, giungendo a superare l...
L'autore, maestro di scuola primaria, ha discusso con i suoi alunni il difficile tema delle migrazioni dando vita così a ventuno filastrocche, una per ogni lettera dell’alfabeto, accompagnate ognuna da un'illustrazione d’autore. Ci sono le persone: quelle costrette a fuggire dalla miseria e dalla guerra, ma anche quelle «di là dal mare»: chi attende di ricongiungersi ai propri cari, chi accoglie, chi respinge... Ci sono gli oggetti e i luoghi della fuga: barconi, zattere, mari, deserti e lunghe strade da percorrere. Ci sono i sentimenti: la paura per la fuga e per la vita, la speranza di una casa nuova e di un mondo accogliente in cui ci sia posto per tutti. Adatto dai 7 anni in poi.




Di qua e di là del mare. Di Carlo Marconi

L'autore, maestro di scuola primaria, ha discusso con i suoi alunni il difficile tema delle migrazioni dando vita così a ventuno filas...
L' accoglienza incompiuta. Le politiche dei comuni italiani verso un sistema di protezione nazionale per i minori stranieri non accompagnati.Giovannetti Monia

Se l'arrivo di minori stranieri soli sui nostri territori non è certo una novità, il problema della loro accoglienza e della loro protezione si rivela oggi più che mai urgente a causa dell'aumento del numero dei soggetti, della pressione sui dispositivi d'accoglienza e di protezione e dei pericoli ai quali i minori stessi sono esposti se non vengono immediatamente presi in carico dai servizi. Questo volume, contestualizzando il fenomeno nell'ambito dei flussi migratori internazionali ed europei, approfondisce il caso italiano, tracciandone l'evoluzione fenomenologica, giuridica e sociale e soffermandosi sul ruolo centrale dei governi locali nella presa in carico, accoglienza e integrazione dei minori stranieri non accompagnati nei propri ambiti territoriali. In quest'ottica, il segmento sempre più spesso definito come "il volto invisibile dell'immigrazione" viene finalmente posto in evidenza attraverso i risultati di ricerche, quantitative e qualitative, sui percorsi dei minori e sulle politiche sociali adottate nei diversi contesti territoriali. L'obiettivo è quello di contribuire, attraverso una più approfondita conoscenza del fenomeno, a migliorare la qualità delle politiche sociali e degli interventi amministrativi a favore dell'integrazione dei minori, al fine di poter esprimere una politica comune di governo che davvero agisca "nel superiore interesse del minore".



L' accoglienza incompiuta. Le politiche dei comuni italiani verso un sistema di protezione nazionale per i minori stranieri non accompagnati.Giovannetti Monia

L' accoglienza incompiuta. Le politiche dei comuni italiani verso un sistema di protezione nazionale per i minori stranieri non accompag...
Senza sponda. Perché l'Italia non è più una terra d'accoglienza. Aime Marco

Migliaia di vite "senza sponda": sono quelle dei migranti che cercano rifugio nel nostro Paese, in fuga da bombardamenti e carestie, da cambi di regime, guerre intestine e povertà, che si tratti della Nigeria di Boko Haram, della Libia in preda all'instabilità politica, dell'Egitto sconvolto dalle conseguenze dolorose della sua "primavera" mancata o della Siria ora in balia dell'Isis. Migliaia di esistenze travolte dalle onde del mare o spezzate dalla fatica del deserto: profughi in viaggio per raggiungere una parte del mondo che sognavano migliore, una sponda dove credevano di essere accolti. Ma così non accade. In un'Italia dalla memoria troppo corta, che volentieri dimentica il suo stesso passato di migrazione, è facile identificare nei profughi dei nuovi barbari, colpevoli di invadere le nostre coste per impoverirle, se non per depredarle. Una reazione diversa è possibile, però, proprio ricordando le nostre radici: imparando ad accogliere umanamente chi cerca rifugio sulle sponde italiane, per non cadere in quella che papa Francesco a Lampedusa ha chiamato "globalizzazione dell'indifferenza". È ciò che propone lo scrittore e studioso Marco Aime in questo pamphlet, agile e provocatorio, che getta una luce nuova sui casi più tragici della nostra attualità grazie agli strumenti dell'antropologia.




Senza sponda. Perché l'Italia non è più una terra d'accoglienza. Aime Marco

Senza sponda. Perché l'Italia non è più una terra d'accoglienza. Aime Marco Migliaia di vite "senza sponda": sono q...

Nel mare ci sono i coccodrilli. Storia vera di Enaiatollah Akbari  - Fabio Geda

Ci sono storie che aspettano solo di essere raccontate e lettori che attendono solo di poterle leggere. La storia di Enaiatollah Akbari è una di queste: troppo emozionante, troppo commovente, troppo “vera” per restare nell’ombra.
Lo scrittore piemontese Fabio Geda l’ha scoperta e trasformata in un libro. Centocinquanta pagine, raccontate in prima persona e tutto d’un fiato dal giovane protagonista, che ripercorre le tappe della sua odissea, da un piccolo villaggio adagiato sul fondo di una sperduta valle afghana all’Italia, dove ha deciso di fermarsi per riannodare i fili spezzati della sua vita.
Nascere in Afghanistan è preludio a un’esistenza difficile. Nascere hazara equivale a una vera e propria condanna. Sin dall’infanzia Enaiatollah sconta sulla sua pelle le discriminazioni riservate a quelli come lui, che, naso piatto e occhi a mandorla, appartengono a un’etnia minoritaria tenacemente osteggiata dalla maggioranza pashtun. La sua famiglia è minacciata e il padre costretto a lavorare per i trafficanti afgani fino al tragico incidente che gli costa la vita. I talebani chiudono con la violenza la sua scuola trucidando un coraggioso insegnante davanti ai suoi occhi. Per questo, quando compie dieci anni, la madre lo porta a Quetta, in Pakistan, nella convinzione che un futuro incerto in un nuovo paese sia meglio di un destino già segnato in patria. Enaiatollah è solo, per la prima volta lontano da casa, in un paese molto pericoloso. Con un’intraprendenza e una forza d’animo che è per noi difficile immaginare in un bambino della sua età, riesce a sopravvivere procurandosi lavoretti di fortuna. Quando la situazione diventa insostenibile fugge in Iran e lavora tra i clandestini nei cantieri edili e nelle cave di pietra. Da qui raggiunge la Turchia, con una marcia estenuante attraverso impervi valichi montuosi, e Istanbul, nascosto nel doppio fondo di un camion, una vera e propria tomba in movimento dove tocca la morte con mano. Poi una rocambolesca traversata in gommone fino alle coste greche e da lì, un po’ per caso un po’ per fortuna, in Italia.
Per anni la vita di Enaiatollah è una fuga continua tra poliziotti corrotti e violenti e trafficanti di uomini senza scrupoli. Ma anche in questo desolante panorama fanno la loro consolatoria apparizione la compassione e la solidarietà. Hanno il volto di un’amorevole vecchina greca, di un generoso ragazzo veneziano, di un’accogliente famiglia piemontese. I loro gesti di gratuita umanità dimostrano che non tutto è perduto, che è ancora possibile restituire la speranza a un’esistenza troppe volte ferita e umiliata.
Nel mare ci sono i coccodrilli è un libro che emoziona e commuove, ma fa anche sorridere. Nonostante la drammaticità dei fatti raccontati, mantiene sempre un tono lieve e pacato, con un pizzico di ironia, da cui traspare l’ottimismo che è la grande forza del protagonista.
È un libro che punta diritto al cuore e ci invita a riflettere. Dopo averlo letto non potremo più voltarci dall’altra parte e fingere di non vedere il carico di sofferenza nascosta dietro lo sguardo di molti immigrati clandestini. Sarà impossibile non interrogarsi su cosa possiamo o dobbiamo fare, come nazione e singoli cittadini, per evitare che odissee come quella del piccolo Enaiatollah Akbari si ripetano ogni giorno.


Nel mare ci sono i coccodrilli. Storia vera di Enaiatollah Akbari di Fabio Geda

Nel mare ci sono i coccodrilli. Storia vera di Enaiatollah Akbari  - Fabio Geda Ci sono storie che aspettano solo di essere raccont...
La vita ti sia lieve. Storie di migranti e altri esclusi di  Alessandra Ballerini

La recensione di La vita ti sia lieve. Storie di migranti e altri esclusi, per me, comporta una doppia difficoltà. Da una parte l’amicizia e la profonda stima verso Alessandra Ballerini, dall’altra cercare di recensire in maniera obiettiva. Iniziamo col dire che Alessandra Ballerini è una appassionata avvocatessa dei diritti umani. In “La vita ti sia lieve. Storie di migranti e altri esclusi” l’autrice offre uno spaccato, diretto e senza filtri, di realtà che attraversano l’Italia: alcune tristemente famose, altre invece che passano nel silenzio. Nella sua memoria commossa e implacabile si avvicendano le peripezie di madri combattive che cercano di avere la custodia dei propri figli, di bambini abbandonati a se stessi, di prostitute ribelli e di uomini naufraghi in un paese spesso inospitale. Sono racconti di persone normali ed eroiche insieme, schiacciate da destini, ingiustizie, meschinità insopportabili. Si intrecciano alle loro le vicende di donne e uomini giusti che a queste esistenze tendono una mano condividendone e alleggerendone, in parte, il peso. E così tu, lettore, ti auguri alla fine che la vita per tutti si faccia più lieve.

Dalla prefazione di Erri De Luca
«Alessandra accompagna per mano il lettore, dove lui non può entrare senza mandato, senza tesserino. Lei passa oltre i fili spinati e scrivendo li rompe, perché le reclusioni, tutte quante, sono sigillate dal silenzio e scardinate dalla parola. Le succede di scippare qualche volta dalla stiva dei forzati qualche vita sgomenta, in tempo qualche volta prima che si arrenda e si butti via da se stessa. Alessandra inventa l’eccezione».

dalla postfazione di Fabio Geda
«La clandestinità è un concetto artificiale, inventato dall’uomo che sempre si arroga il diritto di includere ed escludere; un’ecchimosi dovuta alla violenza che permea le società edificate sull’io, invece che sul noi. Ecco allora la domanda affidata ad Alessandra in punta di dita – perché attraverso la rete metallica dei Centri di identificazione ed espulsione solo quelle passano. La domanda che sfiata dai “gabbi”, gabbie nelle gabbie, che lei si ostina a visitare, da cui non retrocede e dove continua a essere presente. Può un uomo essere clandestino sulla Terra?».




La vita ti sia lieve. Storie di migranti e altri esclusi di Alessandra Ballerini

La vita ti sia lieve. Storie di migranti e altri esclusi di  Alessandra   Ballerini La recensione di La vita ti sia lieve. Storie di m...
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