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I nuovi sciuscià: minori stranieri in Italia di Dario Melossi e Monia Giovannetti

Multiculturalismo e sicurezza, migranti e criminalità, l'immigrazione minorile e il carcere: sono questi i filoni lungo cui si dipana la ricerca sociologica presentata nel volume da Dario Melossi e Monia Giovannetti. Il primo capitolo offre una panoramica del rapporto tra immigrazione, devianza e problemi di integrazione dei migranti all'interno del "modo di vita" italiano. Il secondo e il terzo si basano sui "racconti di vita" di settanta giovani stranieri.



I nuovi sciuscià: minori stranieri in Italia di Dario Melossi e Monia Giovannetti

I nuovi sciuscià: minori stranieri in Italia di Dario Melossi e Monia Giovannetti Multiculturalismo e sicurezza, migranti e criminal...

Chi si occupa dell'accoglienza e della cura agli adolescenti migranti, infatti, deve saper affrontare le situazioni più varie: dalla richiesta di aiuto, alla definizione di problematiche psicologiche spesso di origine traumatica, alla soluzione di conflitti tra le parti in gioco. L'obiettivo del volume è, quindi, quello di riflettere attraverso le voci degli operatori, le loro rappresentazioni dell'utenza e dei suoi bisogni, i dilemmi professionali e le criticità delle risposte di accoglienza nei servizi. Occorre, infatti, tenere insieme tutte le parti per poter costruire modalità e pratiche di intervento psico-sociale che possano prendere in carico la complessità del percorso dei minori stranieri non accompagnati, un percorso interrotto, sofferto, spesso drammatico, che rappresenta una sfida per tutti i servizi coinvolti.


Lavorare con i minori stranieri non accompagnati. Voci e strumenti dal campo dell'accoglienza di Bracalenti R.; Saglietti M.

Lavorare con i minori stranieri non accompagnati. Voci e strumenti dal campo dell'accoglienza di Bracalenti R.; Saglietti M. Chi ...
La seconda edizione, aggiornata e ampliata, dell'inchiesta che ha fatto luce sul fenomeno dei minori stranieri non accompagnati in Italia. Dati, interviste ad operatori, educatori, rappresentanti delle istituzioni e le storie dei ragazzi stranieri giunti da minorenni soli nel nostro Paese dopo viaggi drammatici: una sezione del libro, intitolata "Deserto", è interamente scritta dai giovani immigrati. Roberto Saviano ne firma la prefazione e scrive: "Alcune delle storie che più mi hanno colpito di questi ragazzi sono raccolte in questo libro di Luca Attanasio. Immaginatevi i vostri figli adolescenti, i vostri nipoti bambini attraversare da soli il Sahara. Immaginate che si preparino per partire. Cosa si porterebbero in quello zaino?" Tra le tante storie, quella di Mohammed Keita, partito a 13 anni dalla Costa D'Avorio e giunto a Roma a 17 anni, oggi fotografo affermato. Lo sguardo che buca la copertina è quello di un suo scatto, entrato in alcune gallery online, ripreso da giornali e riviste, proiettato ripetutamente nelle diverse apparizioni televisive dell'autore o durante le presentazioni del libro in tutta Italia.

Il bagaglio. Storie e numeri del fenomeno dei migranti minori non accompagnati. Ediz. ampliata

La seconda edizione, aggiornata e ampliata, dell'inchiesta che ha fatto luce sul fenomeno dei minori stranieri non accompagnati in Itali...
Negli anni tra il 2013 e il 2015 gli arrivi di minori stranieri non accompagnati in Italia sono aumentati del 10%, giungendo a superare la cifra di 15 mila. Da dove vengono questi bambini-Ulisse? Che storie hanno? Perché partono? Cosa succede loro durante il viaggio? Il libro fornisce dati, analisi e interviste a minori non accompagnati, operatori, esperti, forze di polizia, organismi di accoglienza e identificazione. La parte analitica è anche accompagnata da alcune storie, in particolare quella, incredibile, di Keita, che assiste appena tredicenne alla morte dei propri genitori uccisi dalla guerra civile in Costa D'Avorio e, rimasto solo, decide di partire. Analfabeta, senza soldi, ignaro dei principi minimali della geografia, si accoda a un gruppo di profughi che lasciano a piedi il Paese terrorizzati dal conflitto. Passerà una serie infinita di confini, montagne, deserti, mari e situazioni, conoscerà la crudeltà degli uomini, vedrà con i suoi occhi scuri l'abiezione del mondo, conquistandosi il suo futuro in Italia. Contributi di Giusi Nicolini e Stefano Trasatti.





Il bagaglio. Migranti minori non accompagnati. Il fenomeno in Italia, i numeri e le storie di Luca Attanasio

Negli anni tra il 2013 e il 2015 gli arrivi di minori stranieri non accompagnati in Italia sono aumentati del 10%, giungendo a superare l...
L'autore, maestro di scuola primaria, ha discusso con i suoi alunni il difficile tema delle migrazioni dando vita così a ventuno filastrocche, una per ogni lettera dell’alfabeto, accompagnate ognuna da un'illustrazione d’autore. Ci sono le persone: quelle costrette a fuggire dalla miseria e dalla guerra, ma anche quelle «di là dal mare»: chi attende di ricongiungersi ai propri cari, chi accoglie, chi respinge... Ci sono gli oggetti e i luoghi della fuga: barconi, zattere, mari, deserti e lunghe strade da percorrere. Ci sono i sentimenti: la paura per la fuga e per la vita, la speranza di una casa nuova e di un mondo accogliente in cui ci sia posto per tutti. Adatto dai 7 anni in poi.




Di qua e di là del mare. Di Carlo Marconi

L'autore, maestro di scuola primaria, ha discusso con i suoi alunni il difficile tema delle migrazioni dando vita così a ventuno filas...





Samia è una ragazzina di Mogadiscio. Ha la corsa nel sangue. Ogni giorno divide i suoi sogni con Alì, che è amico del cuore, confidente e primo, appassionato allenatore. Mentre intorno la Somalia è sempre più preda dell'irrigidimento politico e religioso, mentre le armi parlano sempre più forte la lingua della sopraffazione, Samia guarda lontano, e avverte nelle sue gambe magre e velocissime un destino di riscatto per il paese martoriato e per le donne somale. Gli allenamenti notturni nello stadio deserto, per nascondersi dagli occhi accusatori degli integralisti, e le prime affermazioni la portano, a soli diciassette anni, a qualificarsi alle Olimpiadi di Pechino. Arriva ultima, ma diventa un simbolo per le donne musulmane in tutto il mondo. Il suo vero sogno, però, è vincere. L'appuntamento è con le Olimpiadi di Londra del 2012. Ma tutto diventa difficile. Gli integralisti prendono ancora più potere, Samia corre chiusa dentro un burqa ed è costretta a fronteggiare una perdita lacerante, mentre il "fratello di tutta una vita" le cambia l'esistenza per sempre. Rimanere lì, all'improvviso, non ha più senso. Una notte parte, a piedi. Rincorrendo la libertà e il sogno di vincere le Olimpiadi. Sola, intraprende il Viaggio di ottomila chilometri, l'odissea dei migranti dall'Etiopia al Sudan e, attraverso il Sahara, alla Libia, per arrivare via mare in Italia.

Non dirmi che hai paura di Giuseppe Catozzella

Samia è una ragazzina di Mogadiscio. Ha la corsa nel sangue. Ogni giorno divide i suoi sogni con Alì, che è amico del cuore, confident...
"Il Bianco e i Neri" è un libro scritto da Riccardo Malaspina e Luca Renato Isa, due educatori professionali, e illustrato da Edoardo Arcuri.

Racconta la quotidianità di ciò accade all’interno delle comunità educative che accolgono i Minori Stranieri Non Accompagnati, quegli stranieri migranti di cui tanto si parla in tv, sui giornali, sui social, ma che poco si conoscono.

L’intento è quello di condividere momenti realmente vissuti in comunità e frammenti delle storie dei ragazzi con cui Luca e Riccardo hanno lavorato e con cui hanno condiviso tanto (forse troppo) tempo.

“Le esperienze dei due educatori si fondono in un unico personaggio fittizio: Carlo.
I nomi dei ragazzi vengono volutamente censurati indicando solo la lettera iniziale.
I racconti sono una raccolta di dialoghi tra un educatore e i suoi ragazzi,
tentativi goffi e maldestri dei ragazzi di essere
adolescenti,
senza famiglia,
in un Paese straniero,
con un’altra lingua,
ma con un educatore “rompipalle” alle calcagna: Carlo”.






Il Bianco e i Neri: Educhiamoli a casa nostra

"Il Bianco e i Neri" è un libro scritto da Riccardo Malaspina e Luca Renato Isa, due educatori professionali, e illustrato da Ed...
C’è una linea immaginaria eppure realissima, una ferita non chiusa, un luogo di tutti e di nessuno di cui ognuno, invisibilmente, è parte: è la frontiera che separa e insieme unisce il Nord del mondo, democratico, liberale e civilizzato, e il Sud, povero, morso dalla guerra, arretrato e antidemocratico. È sul margine di questa frontiera che si gioca il Grande gioco del mondo contemporaneo. Questa soglia è inafferrabile, indefinibile, non-materiale: la scrittura vi si avvicina per approssimazioni, tentativi, muovendosi nell’inesplorato, là dove si consumano le migrazioni e i respingimenti, là dove si combatte per vivere o per morire. Leogrande ci porta a bordo delle navi dell’operazione Mare Nostrum e pesca le parole dai fondali marini in cui stanno incastrate e nascoste. Ci porta a conoscere trafficanti e baby-scafisti, insieme alle storie dei sopravvissuti ai naufragi del Mediterraneo al largo di Lampedusa; ricostruisce la storia degli eritrei, popolo tra i popoli forzati alla migrazione da una feroce dittatura, causata anche dal colonialismo italiano; ci racconta l’altra frontiera, quella greca, quella di Alba Dorata e di Patrasso, e poi l’altra ancora, quella dei Balcani; ci introduce in una Libia esplosa e devastata, ci fa entrare dentro i Cie italiani e i loro soprusi, nella violenza della periferia romana e in quella nascosta nelle nostre anime: così si dà parola all’innominabile buco nero in cui ogni giorno sprofondano il diritto comunitario e le nostre coscienze. Quanta sofferenza. Quanto caos. Quanta indifferenza. Da qualche parte nel futuro, i nostri discendenti si chiederanno come abbiamo potuto lasciare che tutto ciò accadesse.
Quella parola indica una linea lunga chilometri e spessa anni. Un solco che attraversa la materia e il tempo, le notti e i giorni, le generazioni e le stesse voci che ne parlano, si inseguono, si accavallano, si contraddicono, si comprimono, si dilatano.È la frontiera.




La frontiera Alessandro Leogrande

C’è una linea immaginaria eppure realissima, una ferita non chiusa, un luogo di tutti e di nessuno di cui ognuno, invisibilmente, è parte...
"Bilal" è un'avventura contemporanea attraverso i deserti e il mare, dall'Africa all'Europa, dalle bidonville al mercato dei nuovi schiavi, vissuta in prima persona dall'autore. Fabrizio Gatti ha attraversato il Sahara sui camion e si è fatto arrestare come immigrato clandestino per raccontare gli atti eroici e le tragedie che accompagnano i protagonisti di una conquista incompiuta.
Nel libro “Bilal”, G. vuole ripercorrere la strada che dall’Africa detta sub-sahariana conduce verso i lidi mediterranei di Libia e Tunisia, dalle quali partono poi le imbarcazioni che terminano la loro corsa prevalentemente, ma non solo, a Lampedusa. Il viaggio dell’autore è “venduto” come se fosse un continuo temporale, che appunto dall’Africa lo conduce, per traverse e tristi vie, a lavorare come raccoglitore di pomodori in Puglia. In realtà l’intero libro è una collezione di vicende che sono temporalmente distanti l’una dall’altra. Il filo rosso rimane ovviamente la descrizione della “filiera” criminale, e con questa tutta la vicenda umana, che porta l’immigrato dai villaggi dell’Africa fino nei campi pugliesi.

Il libro è scorrevolissimo ed emana quasi un senso di avventura che a tratti copre il senso “etico” di denuncia che contiene, come che nel leggerlo si finisca più per seguire le vicende personali del nostro personaggio, perso in problemi pratici non semplici, piuttosto che spaziare nell’affresco più generale del dramma dell’immigrazione; ovviamente questo esito è in parte collegato all’aura di fascinazione che genera il luogo in cui si svolge buona parte del libro, il deserto. La scrittura è breve e sincopata e segue in maniera molto efficace le vicende delle quali G. è vittima, senza risultare l’effetto di una troppo cerebrale ri-sistemazione postuma: nella sua asciuttezza essa consente di guardare alle cose quasi in presa diretta.

Ovviamente il libro è un continuo susseguirsi di aneddoti ed episodi tragici ma anche semplicemente di vita ordinaria, seppure un’ordinarietà sui generis. Fra i molti episodi che mi hanno colpito, segnalo la vicenda di due ragazzi (pagg. 154 e seguenti) che l’autore conosce in una remota città del deserto del Niger, Dirkou. Qui spesso i migranti non hanno i soldi per poter tornare indietro (talvolta nemmeno desiderano tornare ai loro paesi d’origine) ma neppure hanno la certezza di poter proseguire verso la Libia e da qui verso l’Europa. Infatti, l'ostacolo al loro movimento è rappresentato dall’atteggiamento che le autorità libiche adottano nei riguardi dell’immigrazione proveniente dall’Africa nera: se i libici vogliono compiacere le autorità europee, allora il traffico di esseri umani sarà temporaneamente interrotto, con conseguenze immaginabili per chi è bloccato nel deserto (o almeno questo è quello che G. dice), quando invece l'attenzione dell'Europa per il problema dei migranti scema, i passaggi illegali di frontiera possono andare avanti indisturbati. Pur nella difficoltà della situazione, i due ragazzi, e con essi l’intera città, sono descritti nel loro quotidiano barcamenarsi, sempre appesi all’idea costante di partire e di “ri-farsi una vita”. I due ragazzi compariranno poi nuovamente nel proseguo del libro per raccontarci da testimoni oculari, a mezzo di email spedite all’autore, la vera politica razzista del nuovo "amico" dell’occidente, il presidente-padrone della Libia, Gheddafi.

L'altro episodio che riporto riguarda la fase finale del viaggio, quando Gatti si butta a mare da una scogliera, a Lampedusa, per poi farsi passare ancora una volta per immigrato. Dopo un salvataggio abbastanza farsesco (si fa ri-pescare sotto una villa in estate, in circostanze di festa e ovviamente coloro che lo traggono in salvo commentano in italiano sulla sua condizione e sulla sua provenienza, senza sapere che G. capisce l’italiano) l'autore è portato al centro di detenzione per immigrati irregolari dove assiste a tutta una trafila di umiliazioni, privazioni e vere proprie violenze fisiche perpetrate sui detenuti (che tecnicamente non sono nemmeno tali, infatti nel seguito del libro si racconta la demenziale espulsione degli immigrati con la semplice emissione di un foglio di via che intima loro di allontanarsi in pochi giorni dall'Italia). Pur in tutta la girandola di regolamenti idioti, sciatteria e violenza che subisce nel centro, G. racconta che una sera, mentre ritira il suo pasto, venne richiamato indietro da un maresciallo dei carabinieri (che in genere, contrariamente ai suoi colleghi, impediva ai sottoposti del battaglione che lui comandava di maltrattare gli ospiti del centro) che gli ricorda, in italiano, di prendere anche il pane. Ovviamente, G. si gira per prendere il pane, rendendosi conto in quel momento di avere forse commesso un errore in grado di mandare all’aria tutto il travestimento messo in atto fino a quel momento. Invece il carabiniere non solo non si chiede perché lo straniero abbia risposto alla sua chiamata ma “addirittura” (se leggerete questa parte del libro capirete che l’addirittura è pienamente giustificato) gli da una pacca sulla spalla mentre questi ritira il pane. Nelle mie righe l’episodio sembra insignificante, ma nel quadro di degrado in cui è inserito colpisce l’autore, che infatti ringrazia quell’anonimo sottoufficiale anche alla fine del libro, e colpisce ovviamente anche il lettore.

Il libro merita dunque di essere letto anche se vi è un certo leit-motiv di fondo che non mi è piaciuto. Molto brevemente questo riguarda la descrizione abbastanza di maniera che si offre di come le autorità europee o italiane trattino il problema dell’immigrazione. L’intera questione è complessa e fuori dalla mia portata, noto solo che l’idea che traspare dal libro “Bilal” è che le autorità europee siano interessate solo a non avere fastidiose immagini di barchini alla deriva nei tg serali e che, per garantire cene tranquille ai loro elettori, siano disposti a qualunque concessione nei riguardi della Libia del dittatore Gheddafi, in spregio a qualunque rispetto dei diritti umani. Anche il nesso di causalità immediata stabilito da G. fra decisioni europee (in reazione ad affondamenti o a ricorrenti problemi di sicurezza) e restringimento dei canali migratori fra Niger e Libia appare un po' troppo semplicistica.
Ma, in fondo, il libro non è uno studio sulle cause o sulle soluzioni del problema dell’immigrazione: è solo la storia di Bilal.




Bilal. Viaggiare, lavorare, morire da clandestini di Fabrizio Gatti

"Bilal" è un'avventura contemporanea attraverso i deserti e il mare, dall'Africa all'Europa, dalle bidonville al m...
L' accoglienza incompiuta. Le politiche dei comuni italiani verso un sistema di protezione nazionale per i minori stranieri non accompagnati.Giovannetti Monia

Se l'arrivo di minori stranieri soli sui nostri territori non è certo una novità, il problema della loro accoglienza e della loro protezione si rivela oggi più che mai urgente a causa dell'aumento del numero dei soggetti, della pressione sui dispositivi d'accoglienza e di protezione e dei pericoli ai quali i minori stessi sono esposti se non vengono immediatamente presi in carico dai servizi. Questo volume, contestualizzando il fenomeno nell'ambito dei flussi migratori internazionali ed europei, approfondisce il caso italiano, tracciandone l'evoluzione fenomenologica, giuridica e sociale e soffermandosi sul ruolo centrale dei governi locali nella presa in carico, accoglienza e integrazione dei minori stranieri non accompagnati nei propri ambiti territoriali. In quest'ottica, il segmento sempre più spesso definito come "il volto invisibile dell'immigrazione" viene finalmente posto in evidenza attraverso i risultati di ricerche, quantitative e qualitative, sui percorsi dei minori e sulle politiche sociali adottate nei diversi contesti territoriali. L'obiettivo è quello di contribuire, attraverso una più approfondita conoscenza del fenomeno, a migliorare la qualità delle politiche sociali e degli interventi amministrativi a favore dell'integrazione dei minori, al fine di poter esprimere una politica comune di governo che davvero agisca "nel superiore interesse del minore".



L' accoglienza incompiuta. Le politiche dei comuni italiani verso un sistema di protezione nazionale per i minori stranieri non accompagnati.Giovannetti Monia

L' accoglienza incompiuta. Le politiche dei comuni italiani verso un sistema di protezione nazionale per i minori stranieri non accompag...
Minori stranieri soli:  tra politiche di accoglienza e politiche di controllo : un'analisi territoriale. Aurora Campus

Il volume restituisce i risultati di un percorso di studio e di ricerca sui minori stranieri sottoposti a misure penali, durato diversi anni, nei quali il mondo della giustizia minorile e quello degli interventi di welfare hanno subito profonde trasformazioni, così come processi di cambiamento hanno interessato i fenomeni migratori e le politiche e strategie di intervento. I risultati delineati tracciano l'impatto di tali trasformazioni nelle percezioni, nei discorsi e nelle azioni dei ragazzi e degli operatori che afferiscono al complesso mondo della giustizia minorile e della rete del welfare nell'area milanese e in quella torinese.



Minori stranieri soli: tra politiche di accoglienza e politiche di controllo : un'analisi territoriale. Aurora Campus

Minori stranieri soli:  tra politiche di accoglienza e politiche di controllo : un'analisi territoriale. Aurora Campus Il volume...
Senza sponda. Perché l'Italia non è più una terra d'accoglienza. Aime Marco

Migliaia di vite "senza sponda": sono quelle dei migranti che cercano rifugio nel nostro Paese, in fuga da bombardamenti e carestie, da cambi di regime, guerre intestine e povertà, che si tratti della Nigeria di Boko Haram, della Libia in preda all'instabilità politica, dell'Egitto sconvolto dalle conseguenze dolorose della sua "primavera" mancata o della Siria ora in balia dell'Isis. Migliaia di esistenze travolte dalle onde del mare o spezzate dalla fatica del deserto: profughi in viaggio per raggiungere una parte del mondo che sognavano migliore, una sponda dove credevano di essere accolti. Ma così non accade. In un'Italia dalla memoria troppo corta, che volentieri dimentica il suo stesso passato di migrazione, è facile identificare nei profughi dei nuovi barbari, colpevoli di invadere le nostre coste per impoverirle, se non per depredarle. Una reazione diversa è possibile, però, proprio ricordando le nostre radici: imparando ad accogliere umanamente chi cerca rifugio sulle sponde italiane, per non cadere in quella che papa Francesco a Lampedusa ha chiamato "globalizzazione dell'indifferenza". È ciò che propone lo scrittore e studioso Marco Aime in questo pamphlet, agile e provocatorio, che getta una luce nuova sui casi più tragici della nostra attualità grazie agli strumenti dell'antropologia.




Senza sponda. Perché l'Italia non è più una terra d'accoglienza. Aime Marco

Senza sponda. Perché l'Italia non è più una terra d'accoglienza. Aime Marco Migliaia di vite "senza sponda": sono q...

Nel mare ci sono i coccodrilli. Storia vera di Enaiatollah Akbari  - Fabio Geda

Ci sono storie che aspettano solo di essere raccontate e lettori che attendono solo di poterle leggere. La storia di Enaiatollah Akbari è una di queste: troppo emozionante, troppo commovente, troppo “vera” per restare nell’ombra.
Lo scrittore piemontese Fabio Geda l’ha scoperta e trasformata in un libro. Centocinquanta pagine, raccontate in prima persona e tutto d’un fiato dal giovane protagonista, che ripercorre le tappe della sua odissea, da un piccolo villaggio adagiato sul fondo di una sperduta valle afghana all’Italia, dove ha deciso di fermarsi per riannodare i fili spezzati della sua vita.
Nascere in Afghanistan è preludio a un’esistenza difficile. Nascere hazara equivale a una vera e propria condanna. Sin dall’infanzia Enaiatollah sconta sulla sua pelle le discriminazioni riservate a quelli come lui, che, naso piatto e occhi a mandorla, appartengono a un’etnia minoritaria tenacemente osteggiata dalla maggioranza pashtun. La sua famiglia è minacciata e il padre costretto a lavorare per i trafficanti afgani fino al tragico incidente che gli costa la vita. I talebani chiudono con la violenza la sua scuola trucidando un coraggioso insegnante davanti ai suoi occhi. Per questo, quando compie dieci anni, la madre lo porta a Quetta, in Pakistan, nella convinzione che un futuro incerto in un nuovo paese sia meglio di un destino già segnato in patria. Enaiatollah è solo, per la prima volta lontano da casa, in un paese molto pericoloso. Con un’intraprendenza e una forza d’animo che è per noi difficile immaginare in un bambino della sua età, riesce a sopravvivere procurandosi lavoretti di fortuna. Quando la situazione diventa insostenibile fugge in Iran e lavora tra i clandestini nei cantieri edili e nelle cave di pietra. Da qui raggiunge la Turchia, con una marcia estenuante attraverso impervi valichi montuosi, e Istanbul, nascosto nel doppio fondo di un camion, una vera e propria tomba in movimento dove tocca la morte con mano. Poi una rocambolesca traversata in gommone fino alle coste greche e da lì, un po’ per caso un po’ per fortuna, in Italia.
Per anni la vita di Enaiatollah è una fuga continua tra poliziotti corrotti e violenti e trafficanti di uomini senza scrupoli. Ma anche in questo desolante panorama fanno la loro consolatoria apparizione la compassione e la solidarietà. Hanno il volto di un’amorevole vecchina greca, di un generoso ragazzo veneziano, di un’accogliente famiglia piemontese. I loro gesti di gratuita umanità dimostrano che non tutto è perduto, che è ancora possibile restituire la speranza a un’esistenza troppe volte ferita e umiliata.
Nel mare ci sono i coccodrilli è un libro che emoziona e commuove, ma fa anche sorridere. Nonostante la drammaticità dei fatti raccontati, mantiene sempre un tono lieve e pacato, con un pizzico di ironia, da cui traspare l’ottimismo che è la grande forza del protagonista.
È un libro che punta diritto al cuore e ci invita a riflettere. Dopo averlo letto non potremo più voltarci dall’altra parte e fingere di non vedere il carico di sofferenza nascosta dietro lo sguardo di molti immigrati clandestini. Sarà impossibile non interrogarsi su cosa possiamo o dobbiamo fare, come nazione e singoli cittadini, per evitare che odissee come quella del piccolo Enaiatollah Akbari si ripetano ogni giorno.


Nel mare ci sono i coccodrilli. Storia vera di Enaiatollah Akbari di Fabio Geda

Nel mare ci sono i coccodrilli. Storia vera di Enaiatollah Akbari  - Fabio Geda Ci sono storie che aspettano solo di essere raccont...
Storie Minori. Realtà ed accoglienza per i minori stranieri in Italia di Salimbeni Olivia

I minori non accompagnati che raggiungono l'Italia sono la punta di un iceberg di sofferenza di cui l'infanzia è vittima in tanti paesi sconvolti da guerre e da crisi economiche, la punta di un iceberg di violazioni dei diritti umani e delle convenzioni internazionali sull'infanzia. Conflitti bellici ed instabilità politica sono le principali cause di quel disagio sociale ed economico che fa nascere il desiderio di allontanarsi o di far partire i propri figli, ancora adolescenti, dalla terra nativa. I minori partono verso i paesi che sono percepiti a livello di immaginario collettivo come luoghi di benessere e di facili guadagni, immagine, questa, che s'infrange di fronte a una realtà che si presenta ben più dura rispetto alle aspettative e nella maggior parte dei casi non conforme ai desideri. La sofferenza dei minori non si risolve con l'emigrazione, che significa per molti i disagi dell'integrazione, la dura vita per strada, lo sfruttamento sessuale e lavorativo, la realtà del carcere. In Italia, i minori stranieri sono purtroppo ancora lontani dal godere di tutti i diritti che sarebbero riconosciuti loro sulla base delle convenzioni e delle leggi. Questi bambini ed adolescenti sono tutelati da un divieto di espulsione, ma possono essere rimpatriati nel loro superiore interesse. Questo libro tenta di portare alla luce le storie dei minori stranieri e degli operatori che s'impegnano per cercare di assicurare loro un futuro che corrisponda alle loro speranze.



Storie Minori. Realtà ed accoglienza per i minori stranieri in Italia di Salimbeni Olivia

Storie Minori. Realtà ed accoglienza per i minori stranieri in Italia di Salimbeni Olivia I minori non accompagnati che raggiungono ...


Il libro racconta tante storie, diverse ma paradossalmente anche quasi uguali per come i protagonisti le hanno vissute: Hamin viene dall'Afghanistan e l'ultima parte del viaggio l'ha fatta aggrappato a due tavole di legno tra le ruote di un Tir; Mehdi è arrivato dentro un camion, nascosto per due giorni tra la frutta e la verdura; Tarik, che viene dalla Tunisia, è approdato a Lampedusa dopo la traversata su un barcone, dove è stato attento a non addormentarsi per paura di essere gettato in mare. Sono viaggi pieni di paure e di sofferenze quelli raccontati dagli adolescenti stranieri che giungono da soli nel nostro paese, in fuga dalla povertà e dalla guerra. Ma cosa succede quando arrivano da noi? E’ questo il senso dell’incontro sul libro.




Cercare un futuro lontano da casa. Storie di minori stranieri non accompagnati di Giancarlo Rigon e Giovanni Mengoli

Cercare un futuro lontano da casa. Storie di minori stranieri non accompagnati  di  Giancarlo Rigon e Giovanni Mengoli Il libr...

Partono da città e villaggi dell'Africa e del Medioriente, da luoghi così remoti che non sono neanche segnalati sulle carte geografiche. Ogni giorno, decine di migliaia di persone abbandonano il loro paese, in fuga da conflitti, guerre civili, scontri etnici o religiosi, da condizioni di vita insostenibili.  Uomini, donne e bambini vanno a ingrossare il flusso dei migranti che si riversa nel Mediterraneo, diretto verso un futuro diverso e, forse, migliore. In questo esodo, le coste della Sicilia costituiscono uno snodo per il traffico di esseri umani, gestito da organizzazioni criminali senza scrupoli. Una volta raggiunta l'Italia via mare, su barconi fatiscenti o gommoni, i migranti verranno poi ceduti ad altri trafficanti, i cosiddetti scafisti di terra, per raggiungere i paesi ricchi del Nord Europa, la meta più ambita. Di questa realtà complessa e sotterranea a noi arriva solo una minima parte, attraverso le immagini tragiche che quasi ogni giorno invadono i servizi dei telegiornali e le pagine dei quotidiani. E la liturgia mediatica, quasi sempre la stessa, fa sì che le scene degli sbarchi e dei naufragi si assomiglino tutte, così come ogni nuova strage (a Lampedusa, Pozzallo, Porto Empedocle, Catania...) assomiglia alle precedenti e ne cancella il ricordo. Ma che cos'è che non vediamo? Che cosa succede dopo i salvataggi e gli atti di eroismo dei militari di Marina militare e Guardia costiera, che sottraggono i migranti al mare e alla morte?



Mare monstrum. Migranti, scafisti, trafficanti. Cronache dalla lotta all'immigrazione clandestina. di Cristina Giudici

Mare monstrum. Migranti, scafisti, trafficanti. Cronache dalla lotta all'immigrazione clandestina. di Cristina Giudici  Part...
La vita ti sia lieve. Storie di migranti e altri esclusi di  Alessandra Ballerini

La recensione di La vita ti sia lieve. Storie di migranti e altri esclusi, per me, comporta una doppia difficoltà. Da una parte l’amicizia e la profonda stima verso Alessandra Ballerini, dall’altra cercare di recensire in maniera obiettiva. Iniziamo col dire che Alessandra Ballerini è una appassionata avvocatessa dei diritti umani. In “La vita ti sia lieve. Storie di migranti e altri esclusi” l’autrice offre uno spaccato, diretto e senza filtri, di realtà che attraversano l’Italia: alcune tristemente famose, altre invece che passano nel silenzio. Nella sua memoria commossa e implacabile si avvicendano le peripezie di madri combattive che cercano di avere la custodia dei propri figli, di bambini abbandonati a se stessi, di prostitute ribelli e di uomini naufraghi in un paese spesso inospitale. Sono racconti di persone normali ed eroiche insieme, schiacciate da destini, ingiustizie, meschinità insopportabili. Si intrecciano alle loro le vicende di donne e uomini giusti che a queste esistenze tendono una mano condividendone e alleggerendone, in parte, il peso. E così tu, lettore, ti auguri alla fine che la vita per tutti si faccia più lieve.

Dalla prefazione di Erri De Luca
«Alessandra accompagna per mano il lettore, dove lui non può entrare senza mandato, senza tesserino. Lei passa oltre i fili spinati e scrivendo li rompe, perché le reclusioni, tutte quante, sono sigillate dal silenzio e scardinate dalla parola. Le succede di scippare qualche volta dalla stiva dei forzati qualche vita sgomenta, in tempo qualche volta prima che si arrenda e si butti via da se stessa. Alessandra inventa l’eccezione».

dalla postfazione di Fabio Geda
«La clandestinità è un concetto artificiale, inventato dall’uomo che sempre si arroga il diritto di includere ed escludere; un’ecchimosi dovuta alla violenza che permea le società edificate sull’io, invece che sul noi. Ecco allora la domanda affidata ad Alessandra in punta di dita – perché attraverso la rete metallica dei Centri di identificazione ed espulsione solo quelle passano. La domanda che sfiata dai “gabbi”, gabbie nelle gabbie, che lei si ostina a visitare, da cui non retrocede e dove continua a essere presente. Può un uomo essere clandestino sulla Terra?».




La vita ti sia lieve. Storie di migranti e altri esclusi di Alessandra Ballerini

La vita ti sia lieve. Storie di migranti e altri esclusi di  Alessandra   Ballerini La recensione di La vita ti sia lieve. Storie di m...

Exodus. I tabù dell'immigrazione di Paul Collier 

Exodus è un libro di valore. Uno di quei libri sull’immigrazione, ricco di dati, di informazioni che ci apre la porta verso un tema attuale che soltanto oggi iniziamo ad affrontare. Collier è un economista di levatura mondiale che è disposto ad uscire dal recinto ideologico per affrontare il tema difficile e complesso dell’immigrazione. Con Exodus Collier cerca una nuova cornice attraverso cui pensare l’immigrazione. "Poche sono le politiche pubbliche che hanno bisogno di analisi accessibili e spassionate quanto l'immigrazione. In questo libro voglio scuotere le posizioni che si sono ormai polarizzate: da un lato l'ostilità nei confronti dei migranti, intrisa di accenti xenofobi e razzisti, ampiamente diffusa tra i comuni cittadini, dall'altro lo sprezzante ritornello delle élites liberali, condiviso dagli studiosi delle scienze sociali, secondo cui la politica delle porte aperte è un imperativo etico che in più garantisce grandi benefici."



Exodus. I tabù dell'immigrazione di Paul Collier

Exodus. I tabù dell'immigrazione di  Paul   Collier  Exodus è un libro di valore . Uno di quei libri sull’immigrazione, ricco d...
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