Con la risoluzione n. 25/E del 7 giugno 2022, l’Agenzia delle Entrate ha fornito le indicazioni operative in merito all’attribuzione del codice fiscale ai minori stranieri non regolari o non accompagnati ai fini dell’iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale.

L’articolo 63 del DPCM del 12 gennaio 2017 (Definizione e aggiornamento dei livelli essenziali, di cui all’articolo 1, comma 7, del Decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502) al comma 4 ha previsto che “I minori stranieri presenti sul territorio nazionale, non in regola con le norme relative all’ingresso ed al soggiorno, siano iscritti al Servizio Sanitario Nazionale ed usufruiscano dell’assistenza sanitaria in condizione di parità con i cittadini italiani”.

Inoltre, l’articolo 14 della legge n. 47 del 7 aprile 2017 (Disposizioni in materia di misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati) ha sancito l’iscrizione obbligatoria e gratuita al Servizio Sanitario Nazionale dei “minori stranieri non accompagnati, anche nelle more del rilascio del permesso di soggiorno, a seguito delle segnalazioni di legge dopo il loro ritrovamento nel territorio nazionale”.

Sulla base di tali disposizioni normative a tutela dei minori stranieri, in ragione della loro condizione di maggiore vulnerabilità, e considerato che, allo stato attuale, il codice fiscale è il codice identificativo ritenuto indispensabile per l’iscrizione al SSN a cura delle strutture ASL, si rende necessaria l’attribuzione del codice fiscale a tale tipologia di minori stranieri, ancorché privi di un regolare permesso di soggiorno.

Le richieste di attribuzione del codice fiscale relative ai minori stranieri devono essere presentate agli uffici dell’Agenzia delle Entrate dalla struttura ASL tenuta all’iscrizione al SSN dei soggetti stranieri in oggetto. La ASL richiede il codice fiscale in qualità di soggetto terzo obbligato all’indicazione del codice fiscale di altri soggetti ai sensi dell’articolo 6, comma 2, del d.P.R. n. 605/1973 (Disposizioni relative all’anagrafe tributaria e al codice fiscale dei contribuenti).

Le sopraindicate richieste devono essere presentate dalla struttura ASL competente tramite il modello anagrafico AA4/8 – Domanda di attribuzione codice fiscale, comunicazione variazione dati e richiesta tesserino/duplicato tessera sanitaria (persone fisiche) come richiesta per soggetto terzo, indicando come tipologia richiedente il codice 17 – Soggetti tenuti agli obblighi di indicazione del codice fiscale di soggetto terzo, come ad esempio enti previdenziali, banche, associazioni sportive, ecc. (art. 6, comma 2, d.P.R. n. 605/1973) ovvero, se relative a più minori, tramite un’unica istanza contenente tutte le informazioni previste dal suddetto modello per ogni minore. Deve essere allegata, inoltre, una dichiarazione della struttura ASL richiedente che attesti la motivazione della richiesta del codice fiscale e la corrispondenza dei dati indicati nella stessa con quelli desunti dagli atti in base ai quali effettua l’iscrizione al SSN.

L’ufficio dell’Agenzia delle Entrate che riceve la domanda deve acquisire agli atti l’eventuale documentazione prodotta dalla struttura ASL ed effettuare preventivamente la ricerca del soggetto negli archivi dell’Anagrafe Tributaria, anche per dati anagrafici parziali; ciò al fine di verificare che questi non sia già titolare di un codice fiscale, registrato sulla base di dati anagrafici difformi da quelli dichiarati dalla struttura ASL.

Una volta generato il codice fiscale, l’Ufficio lo comunica all’ASL richiedente: sarà cura di tale struttura comunicare il codice fiscale a chi ne ha la responsabilità genitoriale o al responsabile della struttura di prima accoglienza.

Le strutture ASL interessate potranno stipulare con le rispettive Direzioni Regionali dell’Agenzia delle Entrate appositi protocolli d’intesa volti a concordare modalità operative efficaci ed agevoli per lo scambio delle suddette informazioni.

 Scarica la risoluzione

fonte (lavorofisco.it)

 

Minori stranieri non regolari o non accompagnati: come ottenere il codice fiscale ai fini dell’iscrizione al SSN

Con la   risoluzione n. 25/E del 7 giugno 2022 , l’Agenzia delle Entrate ha fornito le indicazioni operative in merito all’attribuzione del ...

c. MSF

Fino ad oggi sono stati 2.241 i minori stranieri non accompagnati ad aver raggiunto il nostro Paese via mare. Il dato è aggiornato a ieri, 30 maggio.

 I minori stranieri non accompagnati approdati sulle coste italiane lungo tutto il 2021 sono stati 10.053, 4.687 nel 2020, 1.680 nel 2019, 3.536 nel 2018 e 15.779 nel 2017.

19.416 il totale delle persone migranti giunte sulle coste da inizio anno. Nello stesso periodo, lo scorso anno furono 14.692 mentre nel 2020 furono 5.119. Il dato è stato diffuso dal ministero degli Interni, considerati gli sbarchi rilevati entro le 8 di questa mattina.

Degli oltre 19.400 migranti approdati in Italia nel 2022, sulla base di quanto dichiarato al momento dell'arrivo, sono di nazionalità:

-Egiziana 3.388  (17%)

-Bangladesh (3.084, 16%)

-Tunisia (2.206, 11%)

-Afghanistan (2.031, 11%)

-Siria (1.315, 7%)

-Costa d’Avorio (887, 5%)

-Guinea (625, 3%)

-Iran (619, 3%)

-Eritrea (571, 3%)

-Sudan (426, 2%)

 a cui si aggiungono 4.264 persone (22%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione.

I migranti presenti nei centri di accoglienza sono 87.662 persone su tutto il territorio nazionale di cui 544 negli hot spot (532 in Sicilia e 12 in Puglia), 58.345 nei centri di accoglienza e 28.773 nei centri Sai. 

La Regione con la più alta percentuale di migranti accolti è la Lombardia (12%, in totale 10.223 persone), seguita da Emilia Romagna (11%), Piemonte, Lazio e Sicilia (9%), Toscana (7%).

Leonardo Cavaliere

foto: MSF

Oltre l’11,5% dei migranti arrivati via mare sono minori non accompagnati.

Fino ad oggi sono stati 2.241 i minori stranieri non accompagnati ad aver raggiunto il nostro Paese via mare. Il dato è aggiornato a ieri,...


2.071 i minori stranieri non accompagnati ad aver raggiunto l'Italia via mare.

Il dato, pubblicato dal Viminale oggi, è aggiornato al 23 maggio. 

I minori stranieri non accompagnati approdati sulle coste italiane lungo tutto il 2021 sono stati 10053, 4687 nel 2020, 680 nel 2019, 3.536 nel 2018 e 15779 nel 2017.

 

Le persone migranti ad aver raggiunto le nostre coste, da inizio anno, sono 17973. Nello stesso periodo, lo scorso anno anno erano 13765 e nel 2020 4549.

Il dato è stato diffuso dal ministero degli Interni, considerati gli arrivi rilevati entro le 8 di questa mattina.

 
Dei circa diciottomila migranti che hanno raggiunto l'Italia via mare, sulla base di quanto dichiarato all'ingresso:

Egitto 3305 (18%);

Bangladesh (3040, 17%);

Tunisia (2091, 12%);

 Afghanistan (1796, 10%);

Siria (1295, 7%);

Costa d’Avorio (796, 5%);

Guinea (575, 3%);

Iran (544, 3%);

Eritrea (536, 3%);

Sudan (373, 2%);

inoltre ci sono 3622 (20%) provenienti da altri Stati o per le quali è ancora in corso la procedura di identificazione.

Leonardo Cavaliere
 

2.071 i minori stranieri non accompagnati ad aver raggiunto l'Italia via mare.

2.071 i minori stranieri non accompagnati ad aver raggiunto l'Italia via mare. Il dato , pubblicato dal Viminale oggi, è aggiornato al ...

 

L’IDMC (Internal Displacement Monitoring Centre) nell’ultimo report GRID2022 - Global Report on Internal Displacement dichiara che nel mondo vi sono circa 60 milioni di sfollati interni.

Un record assoluto che nel 2021 è aumentato di oltre 4 milioni di persone rispetto all’anno precedente.

Una cifra senza precedenti, risultato di nuove ondate di violenza e conflitti. In particolare, in paesi come l’Etiopia, l’Afghanistan, la Siria e la Repubblica Democratica del Congo.

L’IDMC (Internal Displacement Monitoring Centre), per chi non la conoscesse, è un'organizzazione internazionale non governativa fondata nel 1998 dal Norwegian Refugee Council a Ginevra. Si concentra sul monitoraggio e sulla fornitura di informazioni e analisi sugli sfollati interni nel mondo.

Il segretario generale del Norwegian Refugee Council ha dichiarato che la cifra record contenuta nel rapporto, oggi, è ancora peggiore, perché non tiene conto dei quasi 8 milioni di sfollati Ucraini.

Jan Egeland, aggiunge, rivolgendosi direttamente ai leader mondiali, di fare un importante cambio di passo per porre fine a questa inutile impennata di sofferenza per tanti uomini.

Il 2021, dopo l’anno record del 2020, ha alzato ancora di più l’asticella, incrementando di circa il 50% il numero dei rifugiati interni rispetto all’anno precedente.

L'Africa subsahariana è stata la regione più colpita, con più di cinque milioni di sfollati nella sola Etiopia, la cifra più alta di sempre per un singolo paese. La Repubblica Democratica del Congo, l’Afghanistan e anche il Myanmar hanno registrato un record senza precedenti.  ​​In Medio Oriente e Nord Africa gli sfollati interni, invece, sono diminuiti rispetto agli anni precedenti, ma il numero complessivo della regione rimane alto. Molto alto e preoccupante.


"La tendenza a rimanere sfollati per un lungo periodo non sarà invertita a meno che non siano stabilite condizioni sicure e sostenibili per gli sfollati interni, tali che possano tornare a casa, integrarsi a livello locale o reinsediarsi altrove", ha affermato la direttrice di IDMC, Alexandra Bilak.

La maggior parte degli spostamenti interni sono dovuti a cause climatiche.

Cicloni e inondazioni, in particolare, nelle aree densamente popolate dell’Asia e nelle isole del Pacifico.


Cina, Filippine e India hanno registrato le cifre più alte degli ultimi cinque anni, rispettivamente sei milioni, 5,7 milioni e 4,9 milioni.

In molti paesi, oltre al problema climatico si aggiungono conflitti e violenze che inducono le persone a fuggire anche più volte. Un esempio di questo sono gli sfollati di Mozambico, Myanmar, Somalia e Sud Sudan.

Il Covid-19 ha aggravato ancora di più le disuguaglianze e reso più precaria la vita degli sfollati interni.


Gravissimo e preoccupante è il dato dei minorenni sfollati nel mondo, 25,2 milioni, pari a circa il 42% di tutti gli sfollati interni nel mondo.

Gli effetti dello sradicamento di questi minori vanno oltre l’immediato bisogno di sicurezza, benessere e istruzione.

Sono necessari più dati per comprendere meglio l’impatto a lungo termine, ma è chiaro che proteggere e sostenere i bambini e i giovani sfollati non solo salvaguarda i loro diritti, ma contribuisce anche a un futuro più stabile per tutti.


I dati presentati nel REPORT mostrano che essere sfollati interni colpisce ogni aspetto della vita dei bambini, con impatti a cascata sulla loro sicurezza, nutrizione, salute, istruzione e aspirazioni per il futuro. Ad esempio, il forzato allontanamento dalla scuola può comportare perdite di apprendimento e ridurre le interazioni sociali con i coetanei. La mancanza di accesso a spazi sicuri aumenta la vulnerabilità  e i rischi, come i matrimoni precoci, la violenza e gli abusi, con conseguenze per il benessere fisico e la salute mentale dei bambini.

Il protrarsi per un lungo periodo di questa condizione può avere impatti a lungo termine, incluso il disimpegno dalla scuola, minori opportunità educative e professionali e una riduzione del reddito futuro, a sua volta aggravando la povertà intergenerazionale. Al contrario, la protezione dei bambini e dei giovani e la garanzia del loro apprendimento continuo e della loro salute possono contribuire al loro futuro sviluppo individuale, plasmando positivamente la società del futuro. 

Leonardo Cavaliere 

Clicca qui per il report GRID2022 - Global Report on Internal Displacement

Per approfondire  clicca qui

Foto: IDMC

25 milioni di minori sfollati interni nel mondo. Un dato preoccupante.

  L’ IDMC (Internal Displacement Monitoring Centre) nell’ultimo report GRID2022 - Global Report on Internal Displacement dichiara che ne...
© Agenpress

126 scuole sono state distrutte e 1509 danneggiate, quasi 3 milioni di bambini hanno dovuto lasciare il Paese e oltre 650 sono stati feriti o uccisi, allo Yemen, dove le vittime civili sono aumentate del 60% negli ultimi 3 mesi del 2021 e dove circa la metà dei bambini lotta contro il disagio mentale, per arrivare in Siria, dove dopo 11 anni di conflitto, 6,5 milioni di bambini hanno bisogno di assistenza umanitaria. Questi solo alcuni dei teatri di guerra dove quotidianamente l’infanzia viene oltraggiata e violata. A loro volta, però i conflitti, sono alimentati dagli eventi climatici estremi che incrementano anche la probabilità di migrazioni e sfollamenti di popolazione.

Offrire protezione ai bambini e alle bambine da questa spirale distruttiva, significa agire su livelli diversi e integrati tra loro, innanzitutto per prevenire l’insorgere dei conflitti e, quando questi si verificano, pretendere il rispetto del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani. La sicurezza dei minori nei contesti di conflitto passa attraverso la garanzia dell’accesso umanitario, la protezione delle infrastrutture civili, tra cui scuole e ospedali, e l’impegno a impedire e/o sanzionare ferimenti, uccisioni, abusi, rapimenti e l’arruolamento forzato dei bambini.

Milioni di bambini, bambine e adolescenti lasciano il Paese di origine a causa di conflitti, persecuzioni, crisi climatiche, povertà estrema o, nel peggiore dei casi, costretti in reti di sfruttamento e tratta di esseri umani. In molti casi arrivano in Europa dopo viaggi lunghi e drammatici. A volte perdono la vita durante il viaggio, per la mancanza di canali sicuri di accesso. Nel 2020 il numero dei profughi nel mondo è salito a 82 milioni, il 43% dei quali minorenne. Di questi, 30 milioni, di cui un terzo minori, sono stati costretti a migrare per motivi climatici, un numero tre volte maggiore rispetto alle persone sfollate a causa di conflitti e violenze, impennato in 5 anni, arrivando a 19 milioni e destinato ad aumentare nei prossimi.

L’Europa ha nei loro confronti un obbligo di protezione e di accoglienza, alla luce della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, ma spesso applica alle frontiere misure restrittive e di respingimento che violano questi principi. L’attuale risposta al conflitto in Ucraina dovrebbe ispirare le discussioni sul Patto europeo sulla migrazione e l’asilo verso la solidarietà tra Stati Membri, evitando di creare un sistema di gestione della migrazione a due livelli, con gruppi a cui sono offerti protezione e accesso ai servizi e altri costretti ad affrontare detenzione, stigmatizzazione e rimpatri non sicuri.

Sono necessari un nuovo atto europeo dedicato alla protezione dei minori migranti, una diretta assunzione di responsabilità dell’Unione Europea e degli Stati membri sul Mediterraneo, con un’azione coordinata di soccorso per scongiurare le continue morti in mare e con la definizione e il rafforzamento di vie di accesso legali protette e sicure per l’ingresso in Europa, il superamento del “sistema Dublino” per una condivisione delle responsabilità degli Stati membri.(fonte Agenpress)

Milioni di bambini nel mondo lasciano il proprio Paese a causa di guerre, persecuzioni, povertà

© Agenpress 126 scuole sono state distrutte e 1509 danneggiate, quasi 3 milioni di bambini hanno dovuto lasciare il Paese e oltre 650 sono s...
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