I sistemi di protezione per
i bambini devono tener conto della Convenzione sui diritti del fanciullo e
devono adottare provvedimenti per "il miglior interesse del minore".
Alcune prassi costituiscono gravi violazioni di diritti specifici dei bambini
come, ad esempio, il reclutamento di bambini-soldato, lo sfruttamento e la
sottomissione al lavoro forzato, il traffico per la prostituzione e l’abuso
sessuale, le pratiche di mutilazione genitale femminile.
SONO CONSIDERATI “MINORI NON
ACCOMPAGNATI RICHIEDENTI ASILO” (IN BASE AL DECRETO LEGISLATIVO 7 APRILE 2003
N. 85)
i cittadini di Paesi non
appartenenti all’Unione europea o gli apolidi di età inferiore ai 18 anni che entrano
nel territorio nazionale senza essere accompagnati da una persona adulta,
finché una persona per essi responsabile non ne assuma effettivamente la
custodia i minori che sono stati
abbandonati una volta entrati nel territorio nazionale.
La comunicazione della
richiesta di asilo viene data al Tribunale dei minori competente per territorio
per l'adozione dei relativi provvedimenti di competenza (Dlgs. 39/90).
AI BAMBINI SONO RICONOSCIUTI
SPECIFICI DIRITTI
Tutte le disposizioni devono
far riferimento all’art. 3 della Convenzione sui diritti del fanciullo: deve
essere sempre perseguito “il miglior interesse del minore”.
LA "DIRETTIVA SUI
MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI RICHIEDENTI ASILO"
La Direttiva del 7 dicembre
2006, emanata dal Ministro dell’Interno Giuliano Amato, d'intesa con
il Ministro della Giustizia Clemente Mastella, rafforza la presa in
carico da parte delle istituzioni dei minori stranieri non accompagnati
richiedenti asilo.
L’articolo 1 stabilisce che all’arrivo siano subito date al minore tutte le
informazioni necessarie sui suoi diritti e le opportunità legali esistenti.
Dopo la presa in carico del giudice tutelare, il minore viene immediatamente
affidato al Sistema nazionale di protezione per richiedenti asilo e non a una struttura
qualsiasi, impedendo che possa finire nella rete dello sfruttamento o che
rimanga senza alcuna tutela giuridica. Il Sistema di protezione, infatti, ha
una quota di posti che ogni anno vengono destinati alle categorie vulnerabili e
ha competenza e formazione per seguire il minore aiutandolo a inserirsi in
un contesto culturale nuovo.