Oggi in occasione della Giornata Mondiale del
Rifugiato molti comuni e associazioni impegnate nel campo della protezione dei
rifugiati hanno organizzato (evento Twitter del blog (@minorisna) dalla
Conferenza organizzata dall’UNHCR a Roma) per celebrare la ricorrenza.
Dal rapporto statistico 2011 dell’UNHCR,
presentato nella Giornata Mondiale del Rifugiato, 800mila sono le persone
fuggite all’estero dai propri paesi per trovare asilo. Il numero indicato è il
più alto dal 2000, i motivi possono essere pressoché esclusivamente
addebitabili alle gravi crisi umanitarie di zone come il Sudan,Libia, Mali, Somalia
e c.d. Primavera Araba.
Laurens Jolles,
rappresentante Unhcr per il Sud Europa, nella sua relazione ha spiegato che "Si
conferma il trend per cui i quattro quinti dei rifugiati che lasciano il
proprio paese, lo fanno per rifugiarsi nei paesi limitrofi, in particolare nel
Sud del mondo, come è accaduto ad esempio nella crisi libica, durante la quale
la stragrande maggioranza delle persone si è rifugiata in Tunisia ed in
Egitto", ha aggiunto che "Nei paesi industrializzati il numero più
alto si trova in Germania, paese che accoglie oltre 570mila rifugiati. Nel 2011
invece - ha concluso Jolles- il paese cha ha ricevuto il numero più alto di
domande di asilo è stato il Sud Africa con 107mila".
Jolles ha osservato
che secondo i dati in possesso dell’Unhcr l'anno scorso durante i viaggi
dalla verso l'Europa circa 1.500 persone sono partite dalla Libia ma non sono
mai arrivate a destinazione.
"Il forte impegno nelle
operazioni di salvataggio profuso dai Corpi dello Stato e da chi opera in mare,
a cui va la nostra profonda gratitudine. Il salvataggio delle vite in mare - ha
sottolineato Jolles - deve essere un imperativo ed è per questo - ha concluso -
che chiediamo ancora una volta che Lampedusa venga dichiarata 'porto sicuro',
certi che altrimenti le operazioni di salvataggio rischierebbero gravi
rallentamenti".
La crisi Libica ha portato
circa 28.000 persone a fuggire, in
maggioranza si tratta di migranti provenienti da altri paesi che si trovavano
in Libia per lavoro e che sono stati costretti a lasciare questo paese a causa
della guerra.
Sul punto Jolles ha
ricordato che "Al loro arrivo in
Italia sono stati avviati alla procedura d'asilo, a volte anche non avendo
timore di persecuzione nel loro paese di origine. Dunque molti di loro non
hanno ottenuto nessuna forma di protezione internazionale, ne' sono state
proposte o trovate soluzioni alternative. Attualmente - ha ripetuto - 21mila
persone sono ospitate nei centri d'emergenza, che chiuderanno a fine dicembre,
senza ulteriori prospettive".
Nel Suo intervento il
Ministro Riccardi ha dichiarato che la posizione del governo sulle azioni di
gestione dei flussi migratori è unanime nel dire “mai più respingimenti".
Il Ministro parla anche della
vicenda dei tanto discussi accordi Italia-Libia e afferma che “si è alzato un polverone. Il nostro governo
intende aiutare i libici nel controllo del territorio, ma non ci dovranno mai
essere respingimenti. Noi - prosegue
Riccardi - non abbiamo alcuna intenzione di evitare le procedure per il
riconoscimento dello status di rifugiato. La nostra responsabilità verso i
rifugiati deriva dalla nostra Costituzione''.
Riccardi ha anche ricordato che ''vanno rimesse in piedi le strutture del centro di accoglienza di Lampedusa: sono una garanzia in caso di eventuali sbarchi, sia per gli isolani sia per i migranti''. Quanto a segnali di nuovi flussi in arrivo il ministro afferma che ''finora non ne sono arrivati: la Tunisia e la Libia stanno svolgendo un lavoro responsabile''.
Riccardi ha anche ricordato che ''vanno rimesse in piedi le strutture del centro di accoglienza di Lampedusa: sono una garanzia in caso di eventuali sbarchi, sia per gli isolani sia per i migranti''. Quanto a segnali di nuovi flussi in arrivo il ministro afferma che ''finora non ne sono arrivati: la Tunisia e la Libia stanno svolgendo un lavoro responsabile''.
Le risposte del Ministro
Riccardi, speriam non siano “solo parole”, come ha sottolineato più volte.
Il motivo del dubbio, legittimo, è dato dal fatto che il Ministro Cancellieri firmataria del trattato Italia – Libia ha assicurato che “vigileremo sul rispetto dei diritti” senza
rispondere a questi quesiti
che diventano dirimenti in una situazione del genere e cioè:
-
Qual è la reale situazione del centro di KUFRA?
Kufra, alla frontiera sud, punto d'ingresso per i rifugiati del Corno d'Africa, non è mai stato un centro sanitario né tantomeno un centro di accoglienza ma un centro di detenzione durissimo e disumano. I cosiddetti "centri di accoglienza", di cui si sollecita il ripristino chiedendo collaborazione alla Commissione europea, hanno a loro volta funzionato come centri di detenzione, veri e propri luoghi di tortura. Non esistono "centri di accoglienza" in Libia.
Kufra, alla frontiera sud, punto d'ingresso per i rifugiati del Corno d'Africa, non è mai stato un centro sanitario né tantomeno un centro di accoglienza ma un centro di detenzione durissimo e disumano. I cosiddetti "centri di accoglienza", di cui si sollecita il ripristino chiedendo collaborazione alla Commissione europea, hanno a loro volta funzionato come centri di detenzione, veri e propri luoghi di tortura. Non esistono "centri di accoglienza" in Libia.
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E poi, l'Italia chiede alla Libia di prevenire le partenze e, come scritto
alla fine del processo verbale, s'impegna a collaborare a questo scopo. Ciò,
nella situazione attuale, significa che l'Italia offre collaborazione a mettere
a rischio la vita delle persone che si trovano in Libia.
-
Ultima, ma non ultima, l'intesa ignora le
convenzioni internazionali sui rifugiati.
Infatti la Libia ricordiamo che non ha aderito alla Convenzione di Ginevra e pertanto i migranti potrebbero, come lo sono già stati, oggetto di torture.
Infatti la Libia ricordiamo che non ha aderito alla Convenzione di Ginevra e pertanto i migranti potrebbero, come lo sono già stati, oggetto di torture.
Speriamo che le parole non sian solo parole.
Sui Minori soli rifugiati segnaliamo
questo link.
Infine, minoristranierinonaccompagnati.blogspot.it/ segnala l'evento promosso dal gruppo PD della Camera per domani che ha deciso di ospitare presso la Biblioteca della Camera dei Deputati la mostra “Piedi, scarpe, bagagli. Il viaggio verso l’Italia dei minori non accompagnati nelle fotografie di Mohamed Keita”, realizzata dal Centro Diurno CivicoZero e da Save the Children Italia Onlus.
LEONARDO CAVALIERE