Solo negli ultimi 6 giorni, a seguito delle favorevoli condizioni del mare, sono stati 1.866 i migranti sbarcati sulle nostre coste, di cui ben 1.166 a Lampedusa, benché l’isola sia ancora dichiarata dalle autorità porto non sicuro. Sono in maggioranza di nazionalità eritrea e somala, tutti partiti dalla Libia. I minori soli non accompagnati sono 119, più della metà somali, 9 quelli accompagnati, ospitati all’interno del Centro di Soccorso e Prima Accoglienza in condizioni inadeguate a causa del sovraffollamento e di uno spazio riservato a donne e minori che conta solo 50 posti, dove si dorme anche a terra.
“La situazione critica che si è rapidamente determinata a Lampedusa non è frutto di un’emergenza improvvisa, ma mette in evidenza l’assenza di un piano di intervento rispetto a flussi di arrivo del tutto prevedibili,” ha dichiarato Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia-Europa di Save the Children. “Di nuovo, in estate, ci troviamo a fronteggiare l’assenza di un piano organico nazionale di accoglienza per i minori stranieri non accompagnati, senza che le drammatiche esperienze vissute negli scorsi anni abbiano portato ad una assunzione di responsabilità istituzionale in merito alla protezione di questi ragazzi”.
“Prima che la situazione si aggravi ancora, è necessario reperire subito i posti di accoglienza disponibili su tutto il territorio nazionale e disporre un trasferimento dall’Isola il più rapido possibile. Questo non sta avvenendo anche perché non è stato predisposto il sistema di accoglienza strutturato che abbiamo più volte chiesto con forza alle autorità competenti. Occorre considerare che, in condizioni di sovraffollamento, è molto difficile procedere ad una immediata identificazione e presa in carico dei minori soli, elemento questo indispensabile anche per proteggerli adeguatamente rispetto ai rischi di coinvolgimento in circuiti illegali e di sfruttamento ”
Le condizioni sull’Isola sono critiche anche per i minori giunti con i genitori, attualmente presenti all’interno del CPSA, tutti di origine eritrea, e destinati ad essere trasferiti insieme ai loro nuclei familiari nei CARA che, secondo una recente verifica di Save the Children, versano anch’essi in condizioni limite ed inadeguate per bambini anche molto piccoli. Il crescente sovraffollamento, come in gran parte dei Centri siciliani così come in quello di Bari, si aggiunge a condizioni di sicurezza precarie per le donne e i minori, rese ancora più critiche da servizi igienici e docce che si trovano all’esterno dei moduli abitativi a loro riservati.
Save the Children è stabilmente presente a Lampedusa, sulle coste siciliane, pugliesi e calabresi con un team di operatori, per incontrare e assistere i minori sin dal momento dello sbarco, assieme ad UNHCR, OIM e Croce Rossa nell’ambito del progetto Praesidium del Ministero dell’Interno.
Savethechildren.it