Nella capitale “segnalati” 1.251 minori non accompagnati, il 17% del totale nazionale. Le criticità del sistema di accoglienza in una ricerca della cooperativa Programma Integra.
Roma: davanti al centro diurno Civico Zero di Save the Children per minori "a rischio" (foto Save the Children).
Che cosa trovano i minori stranieri non accompagnati (Msna) a Roma, città capitale ma anche snodo continentale di migranti fra Sud e Nord Europa? Un sistema d’accoglienza dai due volti: da una parte «una rete informale sostanziale che consente di attivare interventi congiunti, determinati da buone relazioni di collaborazione»; ma dall’altra, «punti di frizione (che) si riscontrano nei rapporti interistituzionali, ovvero tra i diversi soggetti pubblici coinvolti nella gestione dell’accoglienza dei Msna, quali il Tribunale dei minori, la Questura, il Giudice tutelare e i soggetti responsabili di fasi specifiche dell’inserimento del minore».
Lo afferma il dossier I minori stranieri a Roma: quadro statistico e analisi dei percorsi di integrazione, curato e presentato dalla cooperativa romana Programma Integra.
Dal Bangladesh e dall’Egitto
I Msna segnalati a Roma al 30 settembre 2012 erano 1.251, pari al 17% di tutti i Msna segnalati sull’intero territorio nazionale. Ma sempre in rapporto al totale nazionale era ancora più considerevole la quota di Msna “presenti”, cioè effettivamente inseriti nella rete dei servizi e non “irreperibili”: 1.144 su 5.613, pari al 20% del totale. «Si tratta di un dato impressionante – osservano i ricercatori di Programma Integra – che da solo potrebbe essere sufficiente a cogliere la rilevanza che il fenomeno ha su Roma».
Oltre il 97% dei Msna (sia “segnalati” che “presenti”) sono di sesso maschile. Molto superiore al dato nazionale la percentuale dei diciassettenni, oltre il 70%, con un 20% di sedicenni e appena un 10% di under 15. Rispetto alla provenienza la quota maggioritaria di Msna è asiatica, il 51% (il 90% dei quali del Bangladesh). Gli africani invece sono il 44% (quasi il 40% dei quali egiziani).
I “nodi critici” in 58 interviste
Nell’ambito dell’indagine, 58 interviste semi-strutturate a responsabili e operatori di vari servizi hanno fatto emergere i «nodi critici» delle diverse fasi dell’accoglienza di questi minori nella capitale: in particolare, «le procedure di accertamento dell’età, il trattamento sanitario, la mediazione linguistico-culturale, la formazione e l’inserimento lavorativo e, infine, l’interazione e lo scambio tra i diversi attori coinvolti nella gestione dei Msna».
Programma Integra è una cooperativa sociale che dal 2005 lavora per la promozione di percorsi di integrazione per migranti e rifugiati. È possibile acquistare il dossier I minori stranieri a Roma presso l’editore Libreria Efesto (www.libreriaefesto.com).
FOCUS – 18 anni: e dopo?
Un focus del dossier I minori stranieri a Roma è dedicato ai “pareri” emessi dalla Direzione generale immigrazione e politiche di integrazione del ministero delle Politiche sociali per la conversione dei permessi di soggiorno dei Msna al compimento della maggiore età.
«In tutto, al 30 settembre 2012, i pareri sono stati 118, più della metà dei quali emessi a favore di un bengalese e poco meno di un terzo a favore di egiziani. Quasi il 58% dei provvedimenti emessi ha dato il via a un progetto esclusivamente formativo attraverso l’inserimento in un corso scolastico. Il 39% dei permessi, invece, ha visto l’avvio di un programma integrativo di studio e lavoro. Tra chi ha avviato un progetto lavorativo, quasi il 30% è riconducibile a una forma di attività operaia».
Ad oggi, per conservare il permesso di soggiorno dopo che ha compiuto 18 anni, un Msna deve dimostrare di essere stato inserito in un progetto di integrazione sociale per 2 anni (ed essere in Italia da almeno 3) o di avere almeno il parere favorevole della Direzione generale immigrazione.Viedifuga.org
