Oslo ha scelto i bambini, la pace che per esistere deve passare attraverso i loro diritti e ha assegnato il Nobel all'indiano Kailash Satyarthi per la sua lotta contro il lavoro minorile, e alla pachistana Malala Yousafzay, che due anni fa, a 14 anni, fu quasi uccisa dai talebani contrari al suo impegno a favore dell'istruzione femminile.
Due attivisti di Paesi acerrimi rivali come India e Pakistan, un Nobel per la Pace per due con un doppio scopo: riconoscere l'impegno e avvicinare territori nemici. Era accaduto solo nel 1993 con Nelson Mandela e Frederik de Klerk e l'anno dopo con il palestinese Yasser Arafat e gli israeliani, Shimon Peres e Yitzhak Rabin. Malala, nel ringraziare, ha lanciato un appello ai premier di Pakistan e India affinché prendano parte insieme alla cerimonia di consegna. "Ho domandato al primo ministro (indiano) Narendra Modi e al premier (pachistano) Nawaz Sharif di unirsi a noi. Credo veramente nella pace ed è molto importante per il progresso di entrambi i Paesi che abbiano buone relazioni".
Kailash Satyarthi
Malala, la ragazza scampata ai talebani. "Sono onorata" ha detto Malala, "sono felice e fiera di essere la prima cittadina pachistana a ricevere questo riconoscimento e di condividerlo con un cittadino indiano". Malala è anche la persona più giovane ad aver mai ricevuto il Nobel. La notizia le è arrivata mentre si trovava a scuola a Birmingham, dove vive da quando è scampata nel 2012 all'attentato dei talebani in Pakistan. Aveva solo 14 anni, quando uscendo dalla sua scuola, in Pakistan, fu colpita da colpi sparati da due uomini. Volevano ucciderla perché impegnata nella difesa dei minori nel suo paese. Nel 2009 Malala era diventata famosa con un diario in lingua urdu, nel quale denunciava le atrocità commesse dai talebani nella valle di Swat. Parole che andavano punite: "Avevo solo due opzioni: restare in silenzio e farmi ammazzare o alzare la voce contro i tiranni e farmi ammazzare: ho scelto la seconda".
Satyarthi: "Lavoriamo insieme". Forse in futuro i due paladini dell'infanzia potrebbero trovarsi a lavorare fianco a fianco. "Conosco Malala personalmente e la inviterò a lavorare con me", ha detto Satyarthi, parlando con i giornalisti a New Delhi dove vive con la famiglia. L'attivista ha aggiunto che il riconoscimento "è un momento di gioia per gli indiani e per i bambini".
Il diritto all'istruzione. "I bambini - si legge nel comunicato che accompagna il Premio - devono poter andare a scuola e non essere sfruttati per denaro. Nei Paesi più poveri del mondo, il 60 per cento della popolazione ha meno di 25 anni d'età ed è un prerequisito per lo sviluppo pacifico del mondo che i diritti dei bambini e dei giovani vengano rispettati. Nelle aree devastate dalla guerra, in particolare - si legge ancora nella motivazione - gli abusi sui bambini portano al perpetuarsi della violenza generazione dopo generazione. "Nonostante la sua giovane età Malala ha già combattuto diversi anni per il diritto delle bambine all'istruzione ed ha mostrato con l'esempio che anche bambini e giovani possono contribuire a cambiare la loro situazione. Cosa che ha fatto nelle circostanze più pericolose", ha aggiunto Thorbjoern Jagland.
L'uomo che ha salvato 80 mila bimbi. Dal '90 Satyarthi lotta contro lo sfruttamento del lavoro minorile (VIDEO). La sua azione ha permesso di liberare almeno 80 mila minori dalla schiavitù, favorendone la reintegrazione sociale. "Mostrando grande coraggio personale Kailash Satyarthi, continuando la tradizione di Gandhi, ha capeggiato diverse forme di protesta e dimostrazioni, tutte pacifiche, concentrandosi sul grave sfruttamento dei bambini per motivi economici - si legge nella motivazione di Oslo -. Ha anche contribuito allo sviluppo di importanti convenzioni per i diritti dei bambini". Un riconoscimento che Satyarthi ha accolto con gioia: "Sono estremamente lieto perché questo significa il riconoscimento della nostra lotta. Ringrazio veramente molto il Comitato del Nobel per avere riconosciuto la drammatica situazione in cui milioni di bambini si trovano nell'età moderna". Satyarthi ha anche avviato diverse campagne di sensibilizzazione per informare i consumatori su quali siano i prodotti realizzati attraverso l'impiego di manodopera minorile, che nell'Asia costituisce fino a un quarto della forza lavoro non qualificata. La sua organizzazione, la Coalizione sulla servitù minorile dell'Asia meridionale, è diventata una delle lobby più influenti e credibili al mondo.
Reazioni internazionali. Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha espresso la propria soddisfazione per l'assegnazione ricordando al mondo che la necessità di proteggere l'infanzia e i giovani dallo sfruttamento e dall'ignoranza, sono divenuti simboli viventi di un messaggio di civiltà, troppo spesso dimenticato. "I veri vincitori oggi sono i bambini", ha detto il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon. Il ministro degli Esteri (e futura lady Pesc della Ue) Federica Mogherini nota che si tratta di "una scelta che deve richiamare tutto il mondo, dalla politica alla società civile, a uno sforzo quotidiano di difesa dei diritti umani". Per l'ex presidente israeliano Shimon Peres, "Malala è un simbolo per le ragazze e le donne di tutto il mondo e un esempio per tutti noi". Il primo ministro pachistano Nawaz Sharif ha dichiarato oggi che Malala Yousafzai "è l'orgoglio" del Pakistan. "I risultati da lei ottenuti sono incomparabili e ineguagliabili. Le ragazze ed i ragazzi del mondo dovrebbero assumere la responsabilità della sua lotta e del suo impegno". La concessione del premio rappresenta "un forte messaggio rivolto al mondo sull'importanza dell'istruzione nella costruzione di società pacifiche e sostenibili", commenta la direttrice dell'Unesco, l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura, Irina Bokova. "Kailash Satyarthi è un amico, una persona vicina all'Unesco, ed è alla guida dagli anni Ottanta del movimento globale per porre fine alla schiavitù e al lavoro che sfrutta i bambini. Malala è con noi nella lotta per l'istruzione universale, specialmente per le bambine".
Il Papa e Snowden. Nei giorni scorsi gli scommettitori avevano individuato come probabili vincitori del Nobel per la Pace, oltre a Malala, anche papa Francesco e Edward Snowden, la talpa della National security agency statunitense (Nsa) che ha portato alla luce lo scandalo dei programmi di sorveglianza del governo Usa. Ma fino a oggi, come al solito, il Comitato per i Nobel non aveva lasciato trapelare alcuna informazione, limitandosi a rivelare di avere ricevuto 278 candidatura per il titolo. Il segretario del Comitato norvegese per i Nobel, Geir Lundestad, che quest'anno la scelta era più difficile, riferendo che c'erano stati già "sette incontri invece che i soliti cinque o sei".
FOTO Malala in ospedale dopo l'aggressione dei talebani Malala all'Onu - Nigeria per sostenere #bringbackourgirls
I 278 candidati. Nel marzo scorso il Comitato di Oslo rese noti i nomi dei 278 candidati, tra i quali una cinquantina di organizzazioni. In buona posizione veniva dato il presidente russo Vladimir Putin. E invece, il leader russo, inizialmente accreditato per il suo ruolo nel disarmo chimico siriano, è stato sbalzato indietro in classifica dalla controversia con l'occidente sul conflitto ucraino. Numerose anche le associazioni che si sono contese il premio. Tra le prime 'People of Lampedusa', simbolo all'accoglienza dei migranti, ma anche Medici senza frontiere, le madri argentine di Plaza de Mayo. In Italia si era parlato anche di un ipotetico riconoscimento alla missione Mare Nostrum. E poi i tanti attori e musicisti impegnati in campagne di beneficenza come, ad esempio, Bono, Leonardo di Caprio e Angelina Jolie. Repubblica.it