In Europa oggi migliaia di bambini stanno crescendo privi di nazionalità a causa di cavilli legali e del fallimento degli Stati europei nell’applicazione corretta delle loro garanzie.
In occasione del 25 ° anniversario della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo, la Rete Europea sull’Apolidia (ENS) lancerà una nuova campagna con lo scopo di porre fine all’apolidia dei bambini, cosi’ come sancito dalla Convenzione, che stabilisce il diritto di ogni bambino ad una nazionalità.
“Ogni bambino merita di avere un’appartenenza quindi è veramente scioccante che continuino a nascere in tutta Europa bambini che vedono precluso il loro diritto alla nazionalità.
Nati in Europa, spesso da genitori europei, essi hanno stabilito un chiaro e forte legame con il territorio in cui vivono e hanno il diritto ad una cittadinanza ai sensi della Convenzione sui diritti del fanciullo. Tuttavia la nostra ricerca ha dimostrato che, nonostante ad oggi siano stati compiuti passi significativi per migliorare le norme in questo settore, molti bambini e bambine cadono nei vuoti normativi esistenti e le garanzie in materia non funzionano adeguatamente”, afferma Chris Nash, direttore dell’ENS .
Nati in Europa, spesso da genitori europei, essi hanno stabilito un chiaro e forte legame con il territorio in cui vivono e hanno il diritto ad una cittadinanza ai sensi della Convenzione sui diritti del fanciullo. Tuttavia la nostra ricerca ha dimostrato che, nonostante ad oggi siano stati compiuti passi significativi per migliorare le norme in questo settore, molti bambini e bambine cadono nei vuoti normativi esistenti e le garanzie in materia non funzionano adeguatamente”, afferma Chris Nash, direttore dell’ENS .
La ricerca effettuata da ENS per il suo rapporto, “Prevenire l’apolidia dei bambini in Europa: problemi, carenze e buone pratiche”, dimostra che, spesso, i bambini nati da genitori senza cittadinanza ereditano la loro condizione di apolidia. Anche i bambini abbandonati e orfani, ove la nazionalità dei genitori non sia conosciuta, possono essere a rischio, così come i bambini che si trovano in situazioni ove vi siano lacune normative nelle leggi sulla cittadinanza.
Affinché la campagna #ibelong dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, che intende porre fine all’apolidia entro un decennio, abbia successo, evitare l’ulteriore crescita del problema derivante dall’apolidia dei bambini è un primo passo fondamentale. Occorre fare di più per proteggere questi bambini dall’essere la prossima generazione di “fantasmi giuridici” in Europa. ASGI
0 comments:
Posta un commento