in Libia, oggi", è basato sulle esperienze di detenzione dei giovani migranti, richiedenti asilo e rifugiati in Libia tra il novembre 2012 e il novembre 2014.
Il Rapporto presenta le inumane condizioni di detenzione dei migranti in Libia. I giovani migranti, richiedenti asilo sono detenuti per mesi senza alcuna forma di giusto processo e in condizioni deplorevoli.
I centri di detenzioni sono sparsi un pò ovunque in tutta la Libia e in ognuno risultano segnalazioni di violazioni gravi dei diritti, abusi, violenza e brutalità.
Il Report focalizza anche l’attenzione sul fatto che questo brutale modo di gestire la migrazione in Libia è un fortissimo fattore di spinta a fuggire da parte dei migranti, rischiando la vita nel Mediterraneo per raggiungere l’Europa.
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I principali risultati del Rapporto:
Motivi Migratori:
Il motivo principale per cui i giovani migrano dai territori del Corno D’Africa è politico, poi la violenza e i conflitti interni. Al contrario, dall'Africa occidentale, principalmente i motivi sono riconducibile a tensioni familiari e difficoltà interpersonali. Molti infatti sono i minori non accompagnati, quindi che viaggiano senza la figura di un adulto di riferimento. Molti fuggono da soli perché hanno subito minacce di violenze imminenti e/o molestie; perché le loro famiglie non possono permettersi di mantenerli ; o perché, come nel caso dei molti orfani, devono badare a se stessi.
Viaggio per la Libia:
I membri della famiglia spesso hanno fornito un sostegno finanziario per il viaggio. I Migranti, richiedenti asilo e rifugiati spesso si trovano ad affrontare lungo il loro viaggio nuove richieste di contanti, nonché subire delle violenze da parte dei contrabbandieri e/o dei capi delle tribù che incontrano lungo il percorso . Per le donne e le bambine sempre più spesso si registrano casi di violenza sessuale.
Detenzione:
Il motivo principale della detenzione è l’”entrata illegale” entro i confini Libici o la mancanza di documenti. Spesso la detenzione è accompagnata a violenza, specie donne, bambini e minori. Nessuno è mai stato informato dei propri diritti o ha avuto la possibilità di nominare un avvocato. Hanno potuto chiamare le proprie famiglie si solo al fine di chiedere soldi per essere rilasciati. La maggior parte dei migranti e rifugiati sono rimasti chiusi nei centri di detenzione per diversi mesi.
Condizioni della detenzione:
Le condizioni sono state spesso descritte come deplorevoli e inumane. Mentre gli uomini e le donne sono stati di solito tenuti separati, i minori non accompagnati sono stati spesso tenuti con maschi adulti. Percosse e violenze erano all'ordine del giorno e la violenza sessuale da parte delle guardie un continuo rischio per le detenute di sesso femminile. Il cibo era generalmente scarso. Le condizioni igienico-sanitarie erano deplorevoli. La maggior parte ha riferito di dormire in celle affollate senza lenzuola o materassi. L’accesso all’esterno è stato fortemente limitato, tranne nei casi in cui sono fuori dalle carceri a compiere un lavoro non retribuito per il personale del centro di detenzione o per datori di “lavoro” esterni. Il trattamento medico assolutamente carente.
La vita dopo detenzione:
Gli intervistati hanno potuto lasciare le carceri o dietro il pagamento di pesanti tangenti, fuggendo o semplicemente perchè liberati dalle guardie. A volte la gente del posto ha assicurato il rilascio dei detenuti in cambio di lavoro non pagato. Molti hanno raccontato di essere stati nuovamente tratti nelle galere dopo il rilascio.
Il report fa il punto anche sul momento in cui i migranti ex detenuti giungono in Europa.
Coloro ai quali non viene riconosciuto lo status di rifugiato hanno un futuro molto incerto e difficile.
I bambini ei giovani migranti sono a fortissimo rischio di essere sfruttati da bande criminali organizzate che operano in Europa.
Coloro, invece, ai quali è stato riconosciuto un qualunque status di protezione hanno potuto realizzarsi tramite l'acquisizione di una formazione, delle competenze linguistiche e del lavoro, tentando di dare un nuovo futuro a se stessi.
Alcuni ex detenuti continuano a sopportare le cicatrici fisiche e psicologiche delle loro esperienze difficili, molti altri non hanno retto al peso delle violenze subite.
The fate of young migrants, asylum seekers and refugees in Libya today
LEONARDO CAVALIERE
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