Sul territorio italiano, spiega la Caritas romana, i minori stranieri non accompagnati sono oltre 15mila, di essi 5.588 hanno fatto perdere le loro tracce rendendosi irreperibili dai Centri di Accoglienza che li avevano in tutela. Rispetto a quanto rilevato da uno studio, riferito all’anno 2014 e, pubblicato a Gennaio 2015, da questo blog, ad ottobre 2015 abbiamo un aumento di oltre 2000 unità.
Un fenomeno noto cui non è stato posto rimedio, o forse non si è voluto porre rimedio. Un caso particolare è quello dei minori egiziani, fa notare la Caritas della Capitale, presenti in Italia in 2.047, 1.182 dei quali irreperibili. Per comprendere la portata del dato, occorre compararlo con quello concernente le altre nazionalità. irreperibili. Il confronto tra il numero di presenti e quello degli irreperibili, ci fornisce un elemento di riflessione: il percorso migratorio. I giovani albanesi, accompagnati in Italia spesso da un conoscente, entrano nei circuiti di accoglienza e terminano quasi tutti il percorso di regolarizzazione in una comunità. Gli eritrei, forse perché orientati a emigrare in un altro Paese dell'Unione europea, preferiscono la clandestinità".
"La seconda per presenza è l'Albania – spiega -, con 1.159 Msna e settantadue irreperibili; la terza è l'Eritrea con 1.130, cui si aggiungono 1.465
I Minori Non Accompagnati Egiziani.
La capitale, spiega il dossier, per i minori egiziani che giungono in Italia da soli è una meta prediletta, probabilmente per la presenza numerosa della loro comunità in città. Generalmente hanno un’età media inferiore ai 16 anni, di cui un quinto ha un’età tra i 12 e 14 anni.
La regione di provenienza è principalmente Gharbeya, una zona a nord della città del Cairo, densamente popolata, poi da Mansura e Dakahlia che egli ultimi hanno visto un forte incremento. L’arrivo dei minori egiziani è prevalentemente via mare, seguendo due rotte: direttamente da Rashid o da Baltim verso la Sicilia. Secondo i colloqui sociali svolti dagli operatori Caritas e il “passaparola” tra i ragazzi, emerge che la maggior parte di quelli che si rende irreperibile lo fa per immettersi nel mercato del lavoro “in nero” – tra i settori quelli del commercio ambulante, dei mercati generali e dell’edilizia – oppure per emigrare in Francia. Preoccupante è il fenomeno, sempre più diffuso, dello sfruttamento per fini sessuali e della piccola delinquenza per lo spaccio di sostanze stupefacenti. Sul fenomeno degli irreperibili, come più volte denunciato, la criminalità lucra anche col traffico di organi umani e vendendo i minori a organizzazioni dedite alla produzione di film a carattere pedopornografico.“C’è un rischio di traffico di organi per i tanti minori stranieri non accompagnati che arrivano in Italia”. Lo ha denunciato il presidente del Senato Pietro Grasso a Marzo 2015. Sul traffico di organi, non ci sono prove evidenti, per quanto ci siano indagini in corso. Molti di questi minori sono costretti a prostituirsi per pagare i debiti che le famiglie hanno contratto nei loro paesi di origine per il “viaggio” in Italia.
Dai colloqui effettuati nei centri Caritas di Roma con i ragazzi giunti negli ultimi mesi emerge un quadro complesso: molti di loro "non sembrano avere un progetto migratorio chiaro". Secondo il dossier, inoltre, "la maggioranza è venuta in Italia per volere dei genitori. La speranza è di trovare un lavoro grazie anche alla rete familiare e dei connazionali della città, con l'obiettivo di inviare soldi in patria e ripagare il debito contratto per il viaggio dell'ammontare circa di tremila euro, che deve essere saldato quanto prima. L'ansia legata al mandato è un fardello pesante e in alcuni casi si aggiungono le paure legate alle gravi ripercussioni che potrebbero subire le loro famiglie in caso di mancato risarcimento del debito. Per lo più sembrano disorientati e psicologicamente non preparati al percorso intrapreso, anche per la loro giovane età".
Infine, non mancano le difficoltà per quanti di loro decidano di rientrare in patria. "È possibile richiedere le indagini familiari necessarie – spiega il dossier -: la direzione generale del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e le autorità diplomatico-consolari egiziane hanno individuato modalità condivise per poter effettuare attività di family tracing. Purtroppo però, malgrado questi accordi, i rimpatri assistiti tendono a rimanere numericamente rari".
Per arginare il fenomeno dello sfruttamento dei minori non accompagnati in generale e di quelli di nazionalità egiziana nello specifico, non c’è una ricetta magica, ma ci sono più azioni da intraprendere. La Caritas ha sottolineato, giustamente, che servono campagne d’informazione nei paesi di provenienza, percorsi di collaborazione tra i Paesi dell'Ue per armonizzare le procedure di accoglienza e assistenza.
Occorre ridurre anche i tempi per l'ottenimento della tutela da parte del minore e l'avviamento delle procedure per il permesso di soggiorno, studiare forme di accoglienza individualizzate come l'affido familiare, soprattutto per i ragazzi più piccoli. Infine, occorre favorire i rimpatri assistiti per i minorenni che ne fanno richiesta e potenziare le procedure di trasferimento previste dal Regolamento Dublino III, nel caso in cui vi siano familiari presenti in uno Stato diverso da quello in cui sono arrivati.
Scarica il dossier Le difficili sfide dei minori stranieri non accompagnati nel percorso di crescita e d’integrazione
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