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Chissà se qualche “grande” media pubblicherà questa notizia… L’Italia insiste ancora nella collaborazione con l’Egitto per i rimpatri e non si ferma neppure davanti ai diritti dei minori non accompagnati, molti dei quali sono richiedenti asilo e che dunque non devono essere offerti in pasto alle autorità del loro paese. Molti di questi minori il primo gennaio del prossimo anno diventeranno maggiorenni perché hanno avuto attribuito tutti la stessa data di nascita convenzionale. Quello che sta avvenendo è scandaloso e contraddice tutte le norme interne ed internazionali in materia di minori e protezione internazionale.

L’Italia insiste dunque nel processo di Khartoum malgrado il fallimento del Vertice di La Valletta a novembre e cerca di preparare altri rimpatri collettivi come quelli che esegue periodicamente verso la Nigeria. Eppure, gli accordi bilaterali non possono prevalere su diritti e garanzie affermate nella Costituzione e nel diritto internazionale. In base al diritto internazionale privato i minori egiziani rimangono tali fino a ventuno anni, come è previsto dalla legge del loro paese e sono dunque inespellebili fino a quella età. Tutte le associazioni che seguono questi minori denunciano eventuali visite di agenti egiziani o tentativi di deportazione. Il superiore interesse del minore affermato dalle Convenzioni internazionali al pari del diritto di asilo non possono essere ridotti a carta straccia da un governo che tratta rapporti politici ed economici sulla pelle dei migranti (qui una notizia di egyptindependent.com).

Nei giorni scorsi, la parlamentare europea Elly Schlein ha chiesto al prefetto Mario Morcone, durante l’audizione in Commissione Libe (Commissione libe – libertà civili, giustizia e affari interni), informazioni sul rispetto dei diritti umani dei migranti rinchiusi negli Hot Spot e nei centri di prima accoglienza italiani. Per il rappresentante del ministero dell’interno l’Italia non espelle minori non accompagnati. Certo, non ne considera la maggiore età in base alla legge del paese di provenienza e attende soltanto che compiano diciotto anni e un giorno per preparare la loro espulsione d’intesa con le autorità egiziane. Questi i fatti (molti parlano di deportazioni, come Cairo Post e thedailybeast.com).

Anche l’Ong Save The Children nella stessa audizione ha chiesto notizie al prefetto sulla sorte dei minori stranieri non accompagnati, lamentando che molti di loro, dopo una attribuzione approssimativa della maggiore età, sebbene non allontanati subito dal territorio nazionale, sono destinatari di provvedimenti di respingimento differito (ex art. 10 c.2 del T.U. 286/98 sull’immigrazione).

Secondo il prefetto Morcone molti vengono mandati in Italia dalle famiglie, che ritengono sia l’unica possibilità da offrire a un figlio. Inolte, secondo il prefetto non si rimpatrierebbe nessun minore. Avrebbe anzi detto che: “L’idea dell’interesse superiore del minore non la facciamo nostra, o solo quando si tratti davvero del suo interesse, altrimenti accogliamo i minori in modo civile, li teniamo distinti da adulti e famiglie. Abbiamo centri specifici, e di questo ringrazio la Commissione che ci ha dato le risorse necessarie”.

Ed è appunto in questi “centri specifici” che viene dato libero ingresso ai ministri egiziani con il chiaro intento di preparare il rimpatrio forzato di tutti coloro che, giunti dall’Egitto come minori non accompagnati, raggiungeranno i diciotto anni, ancora minorenni secondo le regole del diritto internazionale privato, se esiste ancora un diritto che non sia il diritto di polizia. In ogni caso è già gravissimo che rappresentanti del governo egiziano accedano a centri dove sono accolti minori provenienti dall’Egitto e richiedenti asilo. di Fulvio Vassallo Paleologo (comune.info)



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I Minori Stranieri non Accompagnati

Quei rimpatri collettivi di minori

Chissà se qualche “grande” media pubblicherà questa notizia… L’Italia insiste ancora nella collaborazione con l’Egitto per i rimpatri e non ...
La Caritas di Roma ha presentato il dossier Le difficili sfide dei minori stranieri non accompagnati nel percorso di crescita e d’integrazione, un report che, oltre ad analizzare il flusso dei minori stranieri non accompagnati, fa un approfondimento sulla comunità dei giovani egiziani a Roma, che, con 969 presenze, rappresentano la metà del totale dei minori accolti nelle strutture romane.

Sul territorio italiano, spiega la Caritas romana, i minori stranieri non accompagnati sono oltre 15mila, di essi 5.588 hanno fatto perdere le loro tracce rendendosi irreperibili dai Centri di Accoglienza che li avevano in tutela. Rispetto a quanto rilevato da uno studio, riferito all’anno 2014 e, pubblicato a Gennaio 2015, da questo blog, ad ottobre 2015 abbiamo un aumento di oltre 2000 unità.


Un fenomeno noto cui non è stato posto rimedio, o forse non si è voluto porre rimedio. Un caso particolare è quello dei minori egiziani, fa notare la Caritas della Capitale, presenti in Italia in 2.047, 1.182 dei quali irreperibili. Per comprendere la portata del dato, occorre compararlo con quello concernente le altre nazionalità. irreperibili. Il confronto tra il numero di presenti e quello degli irreperibili, ci fornisce un elemento di riflessione: il percorso migratorio. I giovani albanesi, accompagnati in Italia spesso da un conoscente, entrano nei circuiti di accoglienza e terminano quasi tutti il percorso di regolarizzazione in una comunità. Gli eritrei, forse perché orientati a emigrare in un altro Paese dell'Unione europea, preferiscono la clandestinità".
"La seconda per presenza è l'Albania – spiega -, con 1.159 Msna e settantadue irreperibili; la terza è l'Eritrea con 1.130, cui si aggiungono 1.465

I Minori Non Accompagnati Egiziani.

La capitale, spiega il dossier, per i minori egiziani che giungono in Italia da soli è una meta prediletta, probabilmente per la presenza numerosa della loro comunità in città. Generalmente hanno un’età media inferiore ai 16 anni, di cui un quinto ha un’età tra i 12 e 14 anni.

La regione di provenienza è principalmente Gharbeya, una zona a nord della città del Cairo, densamente popolata, poi da Mansura e Dakahlia che egli ultimi hanno visto un forte incremento. L’arrivo dei minori egiziani è prevalentemente via mare, seguendo due rotte: direttamente da Rashid o da Baltim verso la Sicilia. Secondo i colloqui sociali svolti dagli operatori Caritas e il “passaparola” tra i ragazzi, emerge che la maggior parte di quelli che si rende irreperibile lo fa per immettersi nel mercato del lavoro “in nero” – tra i settori quelli del commercio ambulante, dei mercati generali e dell’edilizia – oppure per emigrare in Francia. Preoccupante è il fenomeno, sempre più diffuso, dello sfruttamento per fini sessuali e della piccola delinquenza per lo spaccio di sostanze stupefacenti. Sul fenomeno degli irreperibili, come più volte denunciato, la criminalità lucra anche col traffico di organi umani e vendendo i minori a organizzazioni dedite alla produzione di film a carattere pedopornografico.“C’è un rischio di traffico di organi per i tanti minori stranieri non accompagnati che arrivano in Italia”. Lo ha denunciato il presidente del Senato Pietro Grasso a Marzo 2015. Sul traffico di organi, non ci sono prove evidenti, per quanto ci siano indagini in corso. Molti di questi minori sono costretti a prostituirsi per pagare i debiti che le famiglie hanno contratto nei loro paesi di origine per il “viaggio” in Italia.

Dai colloqui effettuati nei centri Caritas di Roma con i ragazzi giunti negli ultimi mesi emerge un quadro complesso: molti di loro "non sembrano avere un progetto migratorio chiaro". Secondo il dossier, inoltre, "la maggioranza è venuta in Italia per volere dei genitori. La speranza è di trovare un lavoro grazie anche alla rete familiare e dei connazionali della città, con l'obiettivo di inviare soldi in patria e ripagare il debito contratto per il viaggio dell'ammontare circa di tremila euro, che deve essere saldato quanto prima. L'ansia legata al mandato è un fardello pesante e in alcuni casi si aggiungono le paure legate alle gravi ripercussioni che potrebbero subire le loro famiglie in caso di mancato risarcimento del debito. Per lo più sembrano disorientati e psicologicamente non preparati al percorso intrapreso, anche per la loro giovane età".

Infine, non mancano le difficoltà per quanti di loro decidano di rientrare in patria. "È possibile richiedere le indagini familiari necessarie – spiega il dossier -: la direzione generale del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e le autorità diplomatico-consolari egiziane hanno individuato modalità condivise per poter effettuare attività di family tracing. Purtroppo però, malgrado questi accordi, i rimpatri assistiti tendono a rimanere numericamente rari".

Per arginare il fenomeno dello sfruttamento dei minori non accompagnati in generale e di quelli di nazionalità egiziana nello specifico, non c’è una ricetta magica, ma ci sono più azioni da intraprendere. La Caritas ha sottolineato, giustamente, che servono campagne d’informazione nei paesi di provenienza, percorsi di collaborazione tra i Paesi dell'Ue per armonizzare le procedure di accoglienza e assistenza.

Occorre ridurre anche i tempi per l'ottenimento della tutela da parte del minore e l'avviamento delle procedure per il permesso di soggiorno, studiare forme di accoglienza individualizzate come l'affido familiare, soprattutto per i ragazzi più piccoli. Infine, occorre favorire i rimpatri assistiti per i minorenni che ne fanno richiesta e potenziare le procedure di trasferimento previste dal Regolamento Dublino III, nel caso in cui vi siano familiari presenti in uno Stato diverso da quello in cui sono arrivati.

Scarica il dossier Le difficili sfide dei minori stranieri non accompagnati nel percorso di crescita e d’integrazione




LEONARDO CAVALIERE

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Minori Stranieri non Accompagnati, migliaia gli irreperibili. Rischio di traffico di organi.

La Caritas di Roma ha presentato il dossier Le difficili sfide dei minori stranieri non accompagnati nel percorso di crescita e d’int...
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