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In questi giorni sono stati presentati due progetti di tutela per minori stranieri non accompagnati.
Il primo è presentato da Save The Children ed è una helpline telefonica multilingue. Il numero verde 800 14 10 16 per fornire informazioni e orientamento ai minori migranti, agli operatori e a tutti i cittadini. Il secondo si chiama SafeGuard, più sicuro con il tutore e il rapporto è stato presentato il 12 luglio scorso al Parlamento europeo. Ques'ultimo si tratta di un progetto finalizzato a migliorare il sistema di protezione dei minori non accompagnati ed evitare che si trasformino in vittime di gruppi criminali, abusi o tratta di esseri umani.

Il progetto di Save the Children
Dall’inizio dell’anno ad oggi, in base alle stime di Save the Children, sui 77.600 migranti arrivati in Italia, oltre 11.000 sono minori non accompagnati, ragazzi cioè che hanno compiuto il lungo viaggio alla volta dell’Europa senza un adulto di riferimento.
“Posso raggiungere legalmente mio fratello che lavora in Svezia, senza mettermi nelle mani dei trafficanti?”; “Tra un mese compio 18 anni, cosa devo fare per rimanere in Italia regolarmente?”; “Uno sconosciuto mi ha offerto un lavoro via internet, come devo comportarmi?”. Queste le domande che affollano la loro mente da un lato, mentre dall’altro anche tanti italiani si chiedono “Vorrei accogliere in famiglia un ragazzo migrante, come posso fare?”.
Per rispondere a queste e a tante altre domande, Save the Children, l’Organizzazione dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e tutelarne i diritti, lancia oggi la nuova helpline che garantirà supporto e orientamento ai minori migranti soli in Italia, informazioni sui loro diritti, assistenza legale e psicologica, attivazione di contatti con i servizi del territorio.
L’Helpline potrà essere un riferimento anche per i familiari, residenti in Italia e in altri Paesi, per gli operatori di strutture e comunità, per operatori pubblici, volontari e cittadini. Il servizio telefonico multilingue (italiano, arabo, inglese, francese, tigrino, somalo, farsi) è attivo dal lunedì al venerdì, dalle ore 11 alle ore 17, e risponde al numero verde 800 14 10 16 (per Lycamobile: 351 2 20 20 16).
“I minori migranti devono affrontare un viaggio spaventoso, abbandonando le proprie case e tutto ciò che hanno di prezioso e familiare per intraprendere un viaggio pieno di insidie. Quando arrivano da soli sono particolarmente vulnerabili, spesso spaesati e senza punti di riferimento. Non dobbiamo dimenticare che, al 31 di maggio, più di 5.240 minori si sono allontanati dalle comunità di accoglienza, per proseguire il loro viaggio in Europa o per finire, troppo spesso, in circuiti di grave sfruttamento,” dichiara Raffaela Milano, direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.
“Con l’Helpline vogliamo ascoltare la loro voce, trasmettere in modo semplice informazioni importanti per la loro vita, essere un orientamento sicuro se incontrano situazioni di rischio o di difficoltà. Speriamo che l’Helpline diventi anche un supporto per i servizi, le associazioni, i volontari che ogni giorno si impegnano a favore dei minori migranti e, allo stesso tempo, intendiamo coinvolgere attivamente questa grande rete di solidarietà di fronte a richieste specifiche provenienti dai diversi territori.”
Al contempo l’Organizzazione, lancia oggi una nuova campagna che sarà veicolata attraverso dei meme sui canali social, per sensibilizzare ancora una volta l’opinione pubblica su una tragedia umanitaria che da troppo tempo attende una risposta politica e che riguarda quasi 240.000 persone, di cui il 31% sono minori, che sono arrivate quest’anno in Europa. La campagna, dal titolo “Vite Parallele”, realizzata in collaborazione con gli studenti del Corso di Comunicazione Pubblicitaria dell’Istituto Europeo di Design (IED) parte da una riflessione di fondo: è estate, tempo di viaggi ma alcuni viaggi sono molto diversi da altri. Sono quelli di chi scappa da guerra, violenza e miseria, lasciando dietro di sé tutto quello che possiede di più caro. Sono i viaggi di chi ha perso tutto, i viaggi che per un minore migrante rappresentano l’unica alternativa possibile per avere un futuro.

Il Progetto SafeGuard - più sicuro col tutore
Il 1 settembre è partito il progetto "SafeGuard, più sicuro con il tutore: promuovere un modello per la nomina tempestiva del tutore nei punti critici di sbarco italiani al fine di aumentare la protezione dei minorenni separati dai rischi di abuso, sfruttamento e tratta", co-finanziato dalla Commissione Europea Programma Prevenzione e Lotta alla Criminalità.
Precedenti progetti europei (GATE – Tutori contro tratta e sfruttamento, Closing a Protection Gap, progetto ENGI), così come la Convenzione sui diritti dell’infanzia, il Commento Generale n . 6 e 12, il Piano d'azione dell'UE per il 2010, le direttive UE ( 2003/9/CE - 2004/83/CE - 2011/36/UE ) sottolineano l'importanza della nomina tempestiva del tutore come fattore chiave per la protezione da fenomeni di tratta e sfruttamento dei minorenni migranti.

La presente iniziativa mira a promuovere un modello per la nomina tempestiva del tutore nei punti critici di sbarco italiani. Il progetto si concentrerà in Sicilia come uno dei principali punti di ingresso in Europa di migranti in arrivo dalle coste del Mediterraneo (il numero è andato aumentando in modo significativo negli ultimi anni a causa delle emergenza Nord Africa/Siria), ma mira ad avere un carattere più ampio coinvolgendo altri referenti nazionali ed europei che partecipino ed orientino il processo (Garante Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, NIDOS, International Social Service). In particolare la presenza di NIDOS, un’organizzazione olandese di tutori consolidata e competente, sarà coinvolta a titolo consultativo nell’azione, fornendo valore aggiunto all'azione.

L'iniziativa si svilupperà attraverso le seguenti attività interconnesse:

Definizione del modello di tutela - con un'analisi della situazione nei principali punti di sbarco in Italia, attraverso la consultazione con tutori e attori chiave, con i minorenni ospitati nelle comunità e con i referenti delle reti di tutori che operano in altri paesi dell'Unione europea e che partecipano a l'azione in qualità di partner.
Applicazione del modello a livello locale - con la definizione di pratiche operative e procedure in collaborazione con le autorità locali e gli attori chiave nella regione siciliana, uno dei punti più congestionati di arrivo di minorenni non accompagnati migranti dalla coste del Mediterraneo.
Formazione al fine di rafforzare e qualificare il ruolo e le funzioni del tutore in Sicilia
Diffusione del modello - con il coinvolgimento degli enti locali e centrali italiane, saranno definite delle raccomandazioni che verranno presentate in occasione di un seminario finale nazionale organizzato in Italia con la partecipazione di attori chiave di riferimento
Partner del progetto:
Associazione I Girasoli (capofila)
Defence for Children international Italia
Nidos Foundation 
Associati:
Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza
Comune di Catania
Servizio Sociale Internazionale
Arci Sicilia

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I Minori Stranieri non Accompagnati

Minori Non Accompagnati due progetti per la loro tutela

In questi giorni sono stati presentati due progetti di tutela per minori stranieri non accompagnati . Il primo è presentato da Save The C...
40 minori non accompagnati diventano fornai a Bologna. I 40 minori stranieri non accompagnati (Msna)  provengono dal Gambia, Senegal, Nigeria, Albania, Egitto, Marocco e questa estate hanno preso parte a ‘Panis, pane che unisce, pane che differenzia’, un corso professionale gestito dalla cooperativa Eta Beta insieme con Ceis. 
Joan Crous, presidente della coopetativa EtaBeta dice che i msna “per 10 settimane hanno lavorato in due gruppi di 20 persone e hanno imparato ad usare il forno a legna e quello a temperatura controllata”. 



“Hanno preparato pane, focaccia e pizza: farine a tutto tondo. Hanno avuto maestri d’eccezione, tra cui l’equipe del Celler de Can Roca di Girona, primo posto nella classifica World’s best restaurant 2015”. Panis è un progetto di integrazione e di formazione: “L’estate per questi ragazzi è un periodo difficile, la noia può essere pericolosa. Così abbiamo pensato a un modo per tenerli impegnati: insegnare loro un lavoro -soprattutto- ma anche metterli a parte dei diritti e dei doveri che li riguardano previsti dalla Costituzione. Quando arrivano in Italia credono che da lì in poi sarà tutto facile, ma non è così. Ci si deve impegnare reciprocamente”. Esperienza, quella di Panis, promossa anche da Giancarlo Ringon, neuropsichiatra infantile consulente del progetto per Ceis: “Questi ragazzini hanno subito traumi fisici e morali. Iniziative simili sono fondamentali, per una serie di motivi: favoriscono l’integrazione tra coetanei e con gli adulti e l’uso della lingua; insegnano il rispetto di alcune regole operative e di convivenza, l’autonomia sociale”.
Amelia Frascaroli, assessore al Welfare del Comune di Bologna sottolinea l’importanza e la portata formativa del progetto Panis: “Fu il sindaco Zanardi che, durante la prima guerra mondiale, fece costruire un forno per distribuire pane al prezzo della farina, prima e poi aprì i cosiddetti negozi Zanardi, per evitare la speculazione sui generi alimentari. Per questo noi, oggi, scegliamo il pane come veicolo di integrazione”. Panis è stato ospitato dallo Spazio Battirame in Zona Roveri: luogo dismesso fino al 2013, quando un bando comunale l’ha assegnato a Eta Beta, cooperativa che, da metà degli anni Novanta organizza percorsi terapeutici, riabilitativi e di inserimento al lavoro per persone svantaggiate attraverso l’attività artistico-artigianale. Oggi accoglie laboratori, una cucina, alcuni orti, e si prepara, nel futuro prossimo, ad aprire anche al pubblico. 



LEONARDO CAVALIERE
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