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Non nascondo che avventurarmi nei meandri delle procedure amministrative per la richiesta del permesso di soggiorno di C. mi intimoriva non poco. Del resto, chi non ha paura dell’ingarbugliata burocrazia italiana? E, invece, l’esperienza presso l’Ufficio Immigrazione della Questura è stata una vera sorpresa…tanto che, in pochi giorni dalla richiesta dell’appuntamento, io e C. veniamo convocati dagli Uffici competenti per l’espletamento delle procedure previste.
Ci troviamo davanti al cancello dell’entrata riservata ai minori, un po’ in disparte rispetto all’ingresso principale dove ogni giorno si accalcano decine di persone in una specie di girone infernale. Si intravedono tratti somatici di ogni tipo, esseri umani provenienti da ogni angolo della Terra, ognuno con la propria storia spesso, purtroppo, carica di disperazione. Ad accompagnare C. c’è un operatore della struttura di accoglienza che ha preparato tutta la documentazione necessaria per poter richiedere il permesso di soggiorno per minore età: fotografie, passaporto, marca da bollo, copia del decreto di tutela, relazione inerente il percorso migratorio del ragazzo, versamento al MEF a nome del minore, e altra documentazione ritenuta utile al nostro obiettivo.
Inganniamo il tempo nella sala d’attesa chiacchierando un po’: C. mi racconta che ha imparato a cucinare la pasta al tonno, poi fantastichiamo un po’ sul futuro che l’aspetta con il diploma della terza media tra le mani. Non c’è molta gente questa mattina, forse siamo fortunati visto che dopo un po’ “il tutore” viene chiamato ad un colloquio individuale. La conversazione con il responsabile dell’Ufficio Minori si protrae per un tempo inaspettatamente lungo: introduco io dapprima la storia di C. poi ci soffermiamo sulla questione del “fenomeno migratorio dei minori albanesi”, ci confrontiamo sull’esperienza che sto vivendo in qualità di tutore e sulle difficoltà che sto riscontrando. Nonostante i miei iniziali timori gentilezza e disponibilità mi fanno sentire davvero a mio agio, ma è passata più di un’ora e trovo C. impaziente nella sala d’attesa e spaventato che qualcosa non stia andando per il verso giusto. Lo tranquillizzo e procediamo insieme nell’ufficio deputato all’acquisizione delle impronte digitali del minore. Vedo C. ancora spaventato e un po’ in confusione, confonde la destra con la sinistra, mi lancia ogni tanto qualche occhiata per avere rassicurazioni che la procedura stia andando avanti bene. Poi, finalmente, le firme e il tanto agognato cedolino: da oggi C. potrà godere dei medesimi diritti riconosciuti al titolare di un permesso di soggiorno per minore età, in attesa del ritiro del documento ufficiale fra un paio di mesi. All’uscita si festeggia con succo di frutta e tanta felicità: C. potrà tirare un sospiro di sollievo per un anno intero, fino al compimento della maggiore età. Ma ancora non riesce a crederci!

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Sinceramente non credo di sapere da dove partire per instaurare un rapporto con C.. L’età difficile, le lingue diverse, i due mondi così lontani dai quali veniamo. Per fortuna whatsapp e i suoi emoticon mi vengono  in soccorso: azzardo qualche primo messaggino accompagnato da una faccetta che ride o da un occhiolino.  Chissà se risponde e cosa…Nasce così, timidamente, il nostro canale comunicativo: dico a C. di scrivermi se ha bisogno di qualcosa, devo cominciare a fargli capire chi sono.
L’altro giorno, infatti, durante un colloquio facilitato dal mediatore culturale, ha realizzato, sgranando gli occhi e sciogliendosi in un grande sorriso, che io sono il SUO tutore e non il tutore di tutti! Ma spiegargli concretamente cosa significhi tutto ciò non è facile nemmeno per me. Siamo tutti e due alle prime armi: io come tutore, lui come minore tutelato.
Prima ancora di cimentarmi tra scartoffie e procedure burocratiche, provo ad avviare un dialogo tra messaggi, telefonate, incontri al Centro per fare due chiacchiere. Parliamo di lui, ci concentriamo più sui suoi progetti futuri che sul passato così mortificante, ogni tanto accenniamo alla sua famiglia, ma cerco soprattutto di capire tra le righe quali sono i suoi interessi, le sue inclinazioni, i suoi sogni. C. è attento anche a me, mi chiede sempre come sto e come va il mio lavoro: faccio fatica, però, a spiegarglielo…troppo astratto per i suoi gusti!
Certo che questo ragazzo ha le idee già così chiare…Non ha nemmeno 17 anni ma ha progetti ben precisi: vuole rimanere in Italia e trovare un lavoro al più presto, possibilmente in un’officina meccanica o nella ristorazione. Purtroppo, però, oggi non è ancora pronto a decollare. Mancano una buona conoscenza dell’italiano e il titolo della terza media, senza i quali ogni velleità lavorativa si fermerebbe inevitabilmente. E di questo, C., non era molto consapevole. La sua aspettativa era un’altra, pensava di arrivare in Italia e mettersi a lavorare, guadagnare dei soldi, mandarli in Albania per aiutare la sua famiglia a vivere un po’ meglio. Era pronto a prendersi questo carico sulle spalle perché questa era la sua missione, l’unico suo obiettivo. Insieme ai bravissimi operatori del Centro cerchiamo allora di fargli capire quanto sia importante che lui parli e capisca bene l’italiano ed abbia un diploma che gli consenta di accedere poi ai corsi professionali. C. fa un po’ di resistenza, dice “sì ok” ma poi fa un po’ di testa sua, frequenta il corso di italiano ad intermittenza, spesso preferisce andare con i suoi amici e connazionali a fare un giro in centro città. Eh sì, anche se a volte me lo dimentico, C. non ha nemmeno 17 anni, ha voglia di divertirsi, conoscere delle ragazze, fare tardi la notte…come tutti i suoi coetanei, italiani e non.
Ma qual è il giusto punto di equilibrio su cui si deve assestare il mio rapporto con C.? Questa domanda mi attanaglia fin dai primi giorni di questa avventura. Senza dubbio devo trovare il modo di passare del tempo con lui per conoscerlo e indirizzarlo nel suo passaggio all’età adulta. Invitarlo a casa? Portarlo fuori a cena? Uscire a fare delle cose insieme? Però non voglio nemmeno essere inopportuna, non devo invadere i suoi spazi di 17enne attratto e distratto da altri pensieri e svaghi. E poi il baricentro della sua vita oggi è il Centro in cui è accolto, è lì che ci sono gli educatori, gli psicologi e gli assistenti sociali che si occupano del suo quotidiano. Senza dimenticare di stare attenti a non creare delle disparità fra ragazzi che hanno il tutore volontario, unico tutore ad essi dedicato, e quelli che sono ancora sotto la tutela pubblica e che questo rapporto individuale non ce l’hanno.
Cerco, anche se non con poche difficoltà, di trovare allora una opportuna via di mezzo, presente quando serve ma senza invasione degli spazi e dei ruoli cui compete la cura del ragazzo, nell’idea che al tutore volontario spetti l’arduo compito di dar vita ad una figura adulta di riferimento per Minori StranieriNon Accompagnati mai sperimentata fino ad ora… 

Una Tutrice

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Sinceramente non credo di sapere da dove partire per instaurare un rapporto con C.. L’età difficile, le lingue diverse, i due mondi così ...
Refugee Mushtaag Arab (17) with her guardian Monika Küpper (right)
Il primo incontro
Oggi ho appuntamento presso il Centro di Pronta Accoglienza (CPA) per incontrare per la prima volta C. G. Un insieme di emozioni mi accompagnano lungo il tragitto per arrivare a destinazione: curiosità, senz’altro, ma anche impazienza e forse un po’ di paura di non sapere come rompere il ghiaccio. Mi accoglie la responsabile del Centro perché, prima di presentarmi il ragazzo, vuole farmi una panoramica sul funzionamento e l’organizzazione della struttura: quanti ragazzi ci sono, quali sono le regole che i minori ospitati devono rispettare, quale tipo di assistenza viene loro garantita. Insomma un bombardamento di informazioni tutte nuove che non esito ad annotarmi visto che mi serviranno nella pratica quotidiana della tutela: devo ben sapere quando il ragazzo può uscire e quando deve rientrare, quanti soldi ha a disposizione o quali servizi gli spettano, qual è la sua giornata tipo. Entriamo poi nel merito della storia passata di C. G., io ancora non so molto di lui: ho letto qualcosa di fretta e furia nella sala d’attesa del Tribunale dei Minori la mattina in cui sono andata a giurare fedeltà dinnanzi al Presidente. Però mi mancano tante informazioni, vorrei sapere tutto. C. prima di approdare a questo CPA ha girovagato tra Turchia e Italia alla ricerca di un’opportunità lavorativa nonostante la sua giovane età. Preso il diploma di terza media, ha prima fatto un’esperienza in un’officina meccanica poi è sfortunatamente finito nel tunnel dello sfruttamento minorile in cui si è trovato costretto a lavorare 13-14 ore al giorno per un salario che non riesco nemmeno a pronunciare. Minore e senza tutele, l’unica arma che ha avuto per salvarsi è stato scappare alla volta della questura di un’altra città, il più lontano possibile da quel mondo e da quella umiliante sofferenza. Eppure in Albania C. G. ha ancora la sua famiglia, papà e mamma che cercano di portare avanti una sopravvivenza fatta di miseria e fatica. Una vita fatta di poche semplici cose che forse a lui stavano troppo strette. Difficile immaginare quale spinta possa aver avuto un ragazzo di 15 anni per decidere di lasciare gli affetti familiari, il suo paese, la sua lingua e preferire di lanciarsi nel vuoto alla ricerca di un futuro migliore…Eppure lui ha trovato la forza di farlo e ora è comparso qui davanti a me con un bel sorriso. E’ alto per la sua età e muscoloso, sembra timido ma contento di conoscermi. Non credo abbia capito chi sono ma non importa, ci sarà tempo per spiegarglielo e forse dimostrarglielo con azioni concrete. Provo a fargli qualche semplice domanda: “come stai?”, “cosa fai durante il giorno?”, “cosa ti piace fare, sport? musica? stare con gli amici?”. Risponde in un italiano un po’ zoppicante ma si fa capire anche senza mediatore culturale. Vedo che mi osserva e sorride ancora. Poi mi racconta un po’ di lui, della sua storia. Ripercorre alcuni momenti delicati della sua vita e i suoi occhi cominciano a luccicare non appena affiora nella sua mente quel periodo là…quello dello sfruttamento, del lavoro nero, delle 14 ore al giorno, della sua vita clandestina fingendosi maggiorenne. Mi dice che è stato bruttissimo e che quella non è vita e che non vuole più essere invisibile. Desidera una vita normale, con un regolare contratto di lavoro, poter avere una casa dove vivere un giorno con la sua fidanzata. Sembrano sogni semplici di un ragazzo che è dovuto maturare un po’ precocemente rispetto ai suoi coetanei. Mio nipote alla sua stessa età ha ben altri grilli per la testa!
Pero forse la speranza è che ora tutto questo brutto passato possa essere lasciato alle spalle: oggi c’è la legittima convinzione che il futuro gli stia sorridendo come lui sorride a me. E molto probabilmente starà a me, sua figura adulta di riferimento, aiutarlo a cogliere quest’opportunità.
E’ ormai ora di salutarci, ci scambiamo i numeri di telefono e mi ringrazia ripetutamente. Forse, allora, sta cominciando a capire chi sono…



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Il primo incontro. - Diario di una Tutrice Volontaria di Minore Straniero non Accompagnato

Refugee Mushtaag Arab (17) with her guardian Monika Küpper (right) Il primo incontro Oggi ho appuntamento presso il Centro di Pronta ...
E’ arrivata la nomina!
Finalmente mi hanno chiamato dal Tribunale per i Minorenni! Ero in trepidante attesa da qualche settimana, ma sembrava che questa telefonata non arrivasse mai…E invece, ieri: “Buongiorno chiamo dal Tribunale per i Minorenni per dirle che lei è stata nominata tutore di C. G. e che dovrà presentarsi presso questo Tribunale per prestare il suo giuramento Venerdì prossimo alle undici”. Ringrazio e chiudo la telefonata, senza porre domande sul/la minore o sulla struttura in cui attualmente si trova. Sono talmente emozionata che le parole mi si sono bloccate, la mente si è offuscata e non posso fare altro che farmi cadere sulla sedia davanti allo schermo del mio PC nella speranza che arrivi presto l’e-mail con il tanto atteso Decreto di Nomina. Almeno lì ci sarà scritto come si chiama il/la ragazzo/a a me assegnato/a, quando è nato/a, da dove viene e in quale struttura è stato/a accolto/a.
Poche ore dopo mi arrivano tutte le informazioni che mi servono al momento: C. G. è un ragazzo di 16 anni e mezzo, viene dall’Albania ed è attualmente stato collocato in una struttura di Pronta Accoglienza nella periferia est della mia città.
Parte l’avventura! Sono tutore di un Minore Straniero Non Accompagnato e ora devo trovare il modo di mettere in pratica tutta la teoria che mi hanno insegnato al corso di formazione. Non sarà facile ma ho tutta la motivazione di questo mondo. Spero solo di essere all’altezza di questa grande responsabilità. Dopo tutto per me questo è un mondo completamente nuovo: pensare che fino a poco tempo fa non avrei saputo nemmeno spiegare cosa significasse l’acronimo MSNA…
Dopo aver letto e riletto il Decreto, mi precipito ad eseguire i primi compiti a me assegnati: prendo contatto con la struttura di accoglienza e con i Servizi Sociali del Comune, in modo da presentarmi e stabilire la data del primo incontro. Dovrò attendere dieci giorni prima di conoscere C. G.: sembrano un’eternità ma almeno avrò il tempo per ripassare gli appunti e prepararmi un po’ al mio nuovo ruolo. Cosa dovrò fare come tutore di C.? Quale sarà la prima cosa che gli chiederò? Sarà facile comunicare e riuscire a stabilire un rapporto di fiducia con lui? I ragazzi di 16 anni non sono mica così facili, nemmeno alle nostre latitudini…sono ancora vulnerabili ma si sentono già sufficientemente adulti da non dover più ascoltare chi ha qualche annetto di più. Figuriamoci chi è dovuto crescere molto in fretta per andare a cercare una vita dignitosa lontano dal proprio paese e dai propri affetti.
Nei giorni di attesa ripenso anche a cosa mi ha spinto fin qui, cosa che tra l’altro mi chiedono tutte le persone a cui racconto cosa sto per fare. Mi sento dire: “perché lo fai?”, “chi te lo fa fare”, “fallo finchè ne hai voglia…”. Per fortuna, però, qualcuno s’incuriosisce, mostra interesse, rimane addirittura affascinato…
Accogliere un minore straniero arrivato in Italia completamente solo e diventare l’adulto di riferimento per il suo cammino di integrazione nel nostro paese è una sfida enorme che mi ha attratto non appena ne ho scoperto l’opportunità: significa essere garante dei suoi diritti, essere la voce adulta che lui ancora non può esprimere, interpretarne le aspettative e i sogni ed aiutarlo a metterli in pratica.
Sembra forse un’utopia ma io non vedo l’ora di cominciare!




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E’ arrivata la nomina! Finalmente mi hanno chiamato dal Tribunale per i Minorenni! Ero in trepidante attesa da qualche settimana, ma se...

In base agli ultimi dati in nostro possesso, 23.05.2018, dei 4115 aspiranti tutori, hanno assunto l'incarico poco più di 258 e circa 1166 sono stati inseriti negli elenchi dei Tribunali Minorili.

Persone che hanno deciso di mettersi in gioco e aiutare quella fascia di umanità che bussa alle nostre porte e troppo spesso dimenticata, pronti a vivere una nuova forma di genitorialità sociale e di cittadinanza attiva.

La straordinaria partecipazione con cui le persone hanno e stanno rispondendo all’appello di divenire l'"adulto di riferimento" di questi minori dimostra una generosità e solidarietà importante. "Non solo rappresentanza giuridica ma figura attenta alla relazione con i bambini e i ragazzi che vivono nel nostro paese senza adulti di riferimento, capace di farsi carico dei loro problemi ma anche di farsi interprete dei loro bisogni e garante dei loro diritti."

Da oggi, sulle pagine del blog ospiteremo il Diario di una Tutrice Volontaria di Minore Straniero non Accompagnato che racconterà in prima persona la sua, nostra, vostra esperienza o più semplicemente lo sguardo del tutore volontario.

L'idea nasce dall'esigenza espressa da più parti di avere il racconto di un'esperienza concreta di chi ha voluto, vuole, dedicare parte del suo tempo a minorenni soli senza una figura adulta di riferimento e in un paese straniero.

L'obiettivo è quello di far conoscere il più possibile l'esperienza di chi ha deciso di dedicarsi a questa fascia di umanità. "Interlocutori consapevoli, come definiti dalla Garante dell'Infanzia Nazionale Dott.ssa Albano, in grado di interfacciarsi con i tanti attori investiti di competenze sulla vita e sul futuro dei minori stranieri non accompagnati. Ragazzi dei quali conoscono e comprendono i sogni, i bisogni e le difficoltà."

Il diario avrà cadenza settimanale o quasi e, la prima pubblicazione sarà mercoledì 28 Novembre 2018 e sarà diffuso oltre che sul blog anche su tutte le pagine social e gruppi di tutori di minori non accompagnati.

Invitiamo già da ora altri tutori ad aggiungere e/o raccontarci anche la loro esperienza.

Per ulteriori informazioni e segnalazioni questa è la mail minoristranierinonaccompagnati (@) gmail.com

Leonardo Cavaliere

Foto: Autorità Garante per l'Infanzia

Diario di una Tutrice Volontaria di Minore Straniero non Accompagnato

In base agli ultimi dati in nostro possesso, 23.05.2018, dei 4115 aspiranti tutori, hanno assunto l'incarico poco più di 258 e circa...
In questi giorni sono stati presentati due progetti di tutela per minori stranieri non accompagnati.
Il primo è presentato da Save The Children ed è una helpline telefonica multilingue. Il numero verde 800 14 10 16 per fornire informazioni e orientamento ai minori migranti, agli operatori e a tutti i cittadini. Il secondo si chiama SafeGuard, più sicuro con il tutore e il rapporto è stato presentato il 12 luglio scorso al Parlamento europeo. Ques'ultimo si tratta di un progetto finalizzato a migliorare il sistema di protezione dei minori non accompagnati ed evitare che si trasformino in vittime di gruppi criminali, abusi o tratta di esseri umani.

Il progetto di Save the Children
Dall’inizio dell’anno ad oggi, in base alle stime di Save the Children, sui 77.600 migranti arrivati in Italia, oltre 11.000 sono minori non accompagnati, ragazzi cioè che hanno compiuto il lungo viaggio alla volta dell’Europa senza un adulto di riferimento.
“Posso raggiungere legalmente mio fratello che lavora in Svezia, senza mettermi nelle mani dei trafficanti?”; “Tra un mese compio 18 anni, cosa devo fare per rimanere in Italia regolarmente?”; “Uno sconosciuto mi ha offerto un lavoro via internet, come devo comportarmi?”. Queste le domande che affollano la loro mente da un lato, mentre dall’altro anche tanti italiani si chiedono “Vorrei accogliere in famiglia un ragazzo migrante, come posso fare?”.
Per rispondere a queste e a tante altre domande, Save the Children, l’Organizzazione dedicata dal 1919 a salvare i bambini in pericolo e tutelarne i diritti, lancia oggi la nuova helpline che garantirà supporto e orientamento ai minori migranti soli in Italia, informazioni sui loro diritti, assistenza legale e psicologica, attivazione di contatti con i servizi del territorio.
L’Helpline potrà essere un riferimento anche per i familiari, residenti in Italia e in altri Paesi, per gli operatori di strutture e comunità, per operatori pubblici, volontari e cittadini. Il servizio telefonico multilingue (italiano, arabo, inglese, francese, tigrino, somalo, farsi) è attivo dal lunedì al venerdì, dalle ore 11 alle ore 17, e risponde al numero verde 800 14 10 16 (per Lycamobile: 351 2 20 20 16).
“I minori migranti devono affrontare un viaggio spaventoso, abbandonando le proprie case e tutto ciò che hanno di prezioso e familiare per intraprendere un viaggio pieno di insidie. Quando arrivano da soli sono particolarmente vulnerabili, spesso spaesati e senza punti di riferimento. Non dobbiamo dimenticare che, al 31 di maggio, più di 5.240 minori si sono allontanati dalle comunità di accoglienza, per proseguire il loro viaggio in Europa o per finire, troppo spesso, in circuiti di grave sfruttamento,” dichiara Raffaela Milano, direttore dei Programmi Italia-Europa di Save the Children.
“Con l’Helpline vogliamo ascoltare la loro voce, trasmettere in modo semplice informazioni importanti per la loro vita, essere un orientamento sicuro se incontrano situazioni di rischio o di difficoltà. Speriamo che l’Helpline diventi anche un supporto per i servizi, le associazioni, i volontari che ogni giorno si impegnano a favore dei minori migranti e, allo stesso tempo, intendiamo coinvolgere attivamente questa grande rete di solidarietà di fronte a richieste specifiche provenienti dai diversi territori.”
Al contempo l’Organizzazione, lancia oggi una nuova campagna che sarà veicolata attraverso dei meme sui canali social, per sensibilizzare ancora una volta l’opinione pubblica su una tragedia umanitaria che da troppo tempo attende una risposta politica e che riguarda quasi 240.000 persone, di cui il 31% sono minori, che sono arrivate quest’anno in Europa. La campagna, dal titolo “Vite Parallele”, realizzata in collaborazione con gli studenti del Corso di Comunicazione Pubblicitaria dell’Istituto Europeo di Design (IED) parte da una riflessione di fondo: è estate, tempo di viaggi ma alcuni viaggi sono molto diversi da altri. Sono quelli di chi scappa da guerra, violenza e miseria, lasciando dietro di sé tutto quello che possiede di più caro. Sono i viaggi di chi ha perso tutto, i viaggi che per un minore migrante rappresentano l’unica alternativa possibile per avere un futuro.

Il Progetto SafeGuard - più sicuro col tutore
Il 1 settembre è partito il progetto "SafeGuard, più sicuro con il tutore: promuovere un modello per la nomina tempestiva del tutore nei punti critici di sbarco italiani al fine di aumentare la protezione dei minorenni separati dai rischi di abuso, sfruttamento e tratta", co-finanziato dalla Commissione Europea Programma Prevenzione e Lotta alla Criminalità.
Precedenti progetti europei (GATE – Tutori contro tratta e sfruttamento, Closing a Protection Gap, progetto ENGI), così come la Convenzione sui diritti dell’infanzia, il Commento Generale n . 6 e 12, il Piano d'azione dell'UE per il 2010, le direttive UE ( 2003/9/CE - 2004/83/CE - 2011/36/UE ) sottolineano l'importanza della nomina tempestiva del tutore come fattore chiave per la protezione da fenomeni di tratta e sfruttamento dei minorenni migranti.

La presente iniziativa mira a promuovere un modello per la nomina tempestiva del tutore nei punti critici di sbarco italiani. Il progetto si concentrerà in Sicilia come uno dei principali punti di ingresso in Europa di migranti in arrivo dalle coste del Mediterraneo (il numero è andato aumentando in modo significativo negli ultimi anni a causa delle emergenza Nord Africa/Siria), ma mira ad avere un carattere più ampio coinvolgendo altri referenti nazionali ed europei che partecipino ed orientino il processo (Garante Nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza, NIDOS, International Social Service). In particolare la presenza di NIDOS, un’organizzazione olandese di tutori consolidata e competente, sarà coinvolta a titolo consultativo nell’azione, fornendo valore aggiunto all'azione.

L'iniziativa si svilupperà attraverso le seguenti attività interconnesse:

Definizione del modello di tutela - con un'analisi della situazione nei principali punti di sbarco in Italia, attraverso la consultazione con tutori e attori chiave, con i minorenni ospitati nelle comunità e con i referenti delle reti di tutori che operano in altri paesi dell'Unione europea e che partecipano a l'azione in qualità di partner.
Applicazione del modello a livello locale - con la definizione di pratiche operative e procedure in collaborazione con le autorità locali e gli attori chiave nella regione siciliana, uno dei punti più congestionati di arrivo di minorenni non accompagnati migranti dalla coste del Mediterraneo.
Formazione al fine di rafforzare e qualificare il ruolo e le funzioni del tutore in Sicilia
Diffusione del modello - con il coinvolgimento degli enti locali e centrali italiane, saranno definite delle raccomandazioni che verranno presentate in occasione di un seminario finale nazionale organizzato in Italia con la partecipazione di attori chiave di riferimento
Partner del progetto:
Associazione I Girasoli (capofila)
Defence for Children international Italia
Nidos Foundation 
Associati:
Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza
Comune di Catania
Servizio Sociale Internazionale
Arci Sicilia

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Minori Non Accompagnati due progetti per la loro tutela

In questi giorni sono stati presentati due progetti di tutela per minori stranieri non accompagnati . Il primo è presentato da Save The C...
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