Si chiamava Moustapha Anaki, era marocchino e aveva 31 anni. È morto in circostanze ancora non chiarite mentre era trattenuto nel Centro di identificazione e di espulsione "Sant'Anna" di Isola Capo Rizzuto, vicino a Crotone. Ufficialmente il decesso è stato causato da un non meglio specificato "malore". L'uomo era recluso nel Cie da circa un mese perché immigrato irregolare in attesa del rimpatrio ed era stato trasferito nel centro calabrese dopo avere scontato una pena nel carcere di Salerno. Si trovava in Italia da sette anni sempre senza permesso di soggiorno, condizione che non costituisce reato, ma solo illecito amministrativo. 
La notizia è trapelata dai familiari che vivono a Roma e in parte in Calabria.

Crotone: chiuso Cie, devastato da una rivolta dopo la morte di un immigrato

Si chiamava Moustapha Anaki, era marocchino e aveva 31 anni. È morto in circostanze ancora non chiarite mentre era trattenuto nel Centro di ...
La campagna elettorale in Australia si combatte sulle vite di uomini, donne e bambini migranti. Alcuni annegati, altri esiliati senza speranza in campi malarici. Bambini incarcerati dietro il filo spinato in condizioni descritte come “enormi generatrici di malattie mentali”. Tale barbarie è considerata premiante in termini elettorali sia dal governo australiano, sia dall’opposizione. Evocativa della chiusura dei confini agli ebrei negli anni ’30, sta distruggendo la facciata di una società pubblicizzata come benevola e fortunata.
Se un migliaio di australiani annegasse in barche che affondassero nel porto di Sidney, il primo ministro sarebbe alla testa del cordoglio della nazione; il mondo presenterebbe le sue condoglianze. In base a un conteggio, 1.376 rifugiati sono annegati dal 1998 cercando di raggiungere l’Australia, molti a portata dei soccorsi.
La politica di Canberra, nota come “stop alle barche”, evoca l’isteria e il cinismo di più di un secolo fa, quando si diceva che il “pericolo giallo” si sarebbe abbattuto sull’Australia, quasi fosse trascinato dalla forza di gravità. La settimana scorsa il primo ministro Kevin Rudd è tornato al suo periodo in cui dichiarava che a nessun rifugiato delle barche sarebbe stato permesso di approdare in Australia. Devono invece essere mandati in campi di concentramento nell’impoverita Papua Nuova Guinea, il cui governo è stato appropriatamente corrotto.
Tra di loro ci sono persone che fuggono da guerre, e dalle loro conseguenze, delle quali l’Australia e il suo mentore, gli Stati Uniti, hanno la responsabilità. Quelli che sopravvivono sono fatti prigionieri in duri gulag nelle isole più isolate della terra. Donne e bambini mandati nell’isola equatoriale di Manus hanno già dovuto essere evacuati a causa di infestazioni di zanzare. Ora Manus deve ricevere altri 3.000 rifugiatiche, essendo loro negati i diritti legali, potranno trascorrervi anni. Una ex guardia dell’isola ha affermato: “E’, in realtà, peggio di una prigione … Le parole non possono descriverlo … Ho visto esseri umani così indigenti, così impotenti e così privi di speranza … In Australia la struttura non sarebbe usata neppure come canile. I proprietari sarebbero mandati in galera.”
L’Australia è firmataria della Convezione del 1951 sui Rifugiati. Le azioni di Rudd sono non solo illegali, ma indeboliscono la legge internazionale sui rifugiati e i movimenti per i diritti umani che la sostengono. Nel 1992 il governo laburista di Paul Keating è stato il primo a imporre la detenzione obbligatoria illegale dei rifugiati, in un’alleanza con i media dominati da Rupert Murdoch. La vasta Australia, scarsamente popolata, chiede “protezione” dai rifugiati e dai richiedenti asilo di cui meno di 15.000 sono stati sistemati l’anno scorso, lo 0,99 per cento del totale mondiale.
La natura punitiva e razzista di questa politica consente all’Organizzazione Australiana dei Servizi d’Informazione per la Sicurezza (ASIO) di “valutare” le persone e di incarcerarle indefinitamente, come i Tamil che fuggono dalla guerra civile in Sri Lanka. Molti non hanno idea del perché sono incarcerati e tra essi ci sono bambini.
Chiaramente Rudd spera di essere rieletto giocando questa “carta della paura”. I politici britannici si dedicano a un gioco simile, ma in Australia la razza è tutt’altro che iscritta geneticamente, come nell’apartheid sudafricano. La federazione degli stati australiani fu fondata nel 1901 sull’esclusione razziale e sulla paura di “orde” inesistenti provenienti sin dalla Russia. Una politica degli anni ’40, di “popolare o perire” ha prodotto un vivace multiculturalismo, tuttavia un razzismo rozzo e inconscio resta una corrente straordinaria nella società australiana ed è sfruttato da una élite politica con una duratura mentalità coloniale e ossequiosità agli “interessi” occidentali.
Il bando di Rudd ai rifugiati che arrivano via mare è diretto a spiazzare il suo avversario, il leader della coalizione conservatrice, Tony Abbott, un fondamentalista cattolico. Il Partito Laburista ha riportato Rudd alla guida nel mese scorso, perché l’impopolarità di Julia Gillard minacciava di distruggere il partito alle urne e, con esso, il club australiano in stile Westminster di due partiti principali dalle politiche quasi indistinguibili.

I barconi dei rifugiati e la barbara politica elettorale australiana

La campagna elettorale in Australia si combatte sulle vite di uomini, donne e bambini  migrant i.  Alcuni annegati, altri esiliati senza sp...
The Federal Government's recent refugee deal with Papua New Guinea sparked questions about who will be responsible for unaccompanied minors sent offshore.
Immigration Minister Tony Burke has said he will ensure unaccompanied asylum seekers under the age of 18 have appropriate accommodation, services, and schooling in PNG.
"If you take the unaccompanied children, I am their legal guardian. I am in a situation where I have to substitute the level of responsibility by law that would otherwise equate to a parent," Mr Burke told the ABC's Insiders program on July 21.

Tony Burke not telling the full story on unaccompanied asylum seeker children

The Federal Government's recent refugee deal with Papua New Guinea sparked questions about who will be responsible for unaccompanied mi...
Gli ultimi giorni all'interno del CIE di Gradisca sono stati drammatici: la tensione portata agli eccessi ha finito per procurare una tragedia, annunciata.
I referenti della campagna LasciateCIEntrare hanno seguito ora per ora tutto quello che è avvenuto da giovedì sera, giorno della fine del Ramadan, festa per la quasi totalità dei cittadini stranieri detenuti e ospiti in un centro dove la negazione dei diritti umani è all'ordine del giorno.
 
Giovedì notte a seguito della richiesta di un'ora d'aria in più, che ha avuto esito negativo, sono iniziati i primi tafferugli.
Dopo 30 giorni di digiuno e regime di preghiera quel giorno doveva e poteva essere una festa. E' iniziata invece la tragedia.
Lancio di lacrimogeni per sedare gli animi. Primi malori - si sta cercando di capire se i lacrimogeni fossero del tipo tossico oppure del tipo "semplice". I primi vetri rotti.
 
Venerdì una nuova visita a sorpresa dell'On. Pellegrino (SEL) sollecitata dalla Tenda per la Pace e i Diritti e di LasciateCIEntrare, dopo la visita ufficiale della campagna dello scorso 26 luglio. A seguito della visita un'interrogazione dell'On. Pilozzi (SEL) è pronta per essere presentata alla riapertura dei lavori del Parlamento. La campagna aveva allora diffuso le foto dei tagli che si infliggono esseri umani che rispondono che tanto quella non è vita.

LASCIATECIENTRARE: IN COMA FARMACOLOGICO un ragazzo marocchino nel CIE di Gradisca.

Gli ultimi giorni all'interno del CIE di Gradisca sono stati drammatici: la tensione portata agli eccessi ha finito per procurare una t...
Il Garante per l’infanzia e l’adolescenza esprime cordoglio per le giovani vittime dello sbarco di ieri mattina sulle coste di Catania e chiede che la ”gestione del fenomeno migratorio sia immediatamente ripensata” 

 “Mi unisco al cordoglio per le giovani vittime di questa ennesima strage dell’immigrazione. Un profondo senso di rabbia e di frustrazione accompagna l’inevitabile dolore che suscitano queste tragedie. Rabbia e frustrazione dettate dal constatare l’inerzia e la miopia con cui la politica, sia italiana che europea, affronta da sempre il fenomeno complesso, antico e strutturale delle migrazioni”.

Tragedia dell’immigrazione, il j’accuse di Spadafora: “Politica inerte”

Il Garante per l’infanzia e l’adolescenza esprime cordoglio per le giovani vittime dello sbarco di ieri mattina sulle coste di Catania e chi...
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