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260, i minori a rischio nel 2011 affidati ai sevizi sociali del Comune dell’Aquila. 
I dati snocciolati dall’assessore alle Politiche Sociali nel corso di una conferenza stampa si riferiscono a settembre di quest’anno.
Nel 2009 i minori assistiti erano 266, mentre nel 2010 sono stati 231; un leggero decremento rispetto all’anno precedente causato dalla permanenza di famiglie aquilane fuori provincia, dopo il terremoto. Preterremoto erano soprattutto i minori stranieri immigrati ad aver bisogno di assistenza, dopo il terremoto il servizio si rivolge soprattutto a un numero maggiore di minori aquilani.

MINORI A RISCHIO: "In aumento il numero dei ragazzi aquilani e gli abusi"

260, i minori a rischio nel 2011 affidati ai sevizi sociali del Comune dell’Aquila.  I dati snocciolati dall’assessore alle Politiche Soc...
Nel Rapporto presentato dal parlamentare britannico Christopher Chope e dalla sottocommissione dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa redatto dopo la visita condotta lo scorso maggio sull’isola italiana : “I centri di accoglienza devono mantenere questa funzione e non trasformarsi in centri di detenzione”. 

Il documento dà ragione a quello che  minoristranierinonaccompagnati.blogspot.com stà sostenendo da sempre sulla situazione del Centro di "Accoglienza" di  Lampedusa. Inoltre si precisa nel documento che la situazione non è migliorata, anzi peggiorata dopo la visita di maggio.

In particolare si fa riferimento ai disordini avvenuti il 20 settembre scorso, quando è scoppiato un incendio appiccato probabilmente per protestare contro le disumane condizioni in cui venivano tenuti.


La sottocommissione condanna comunque in modo fermo e assoluto la violenza degli immigrati che “non rende merito a tutti gli sforzi compiuti dagli abitanti di Lampedusa e dalla Guardia Costiera”, essa sottolinea che questa reazione degli immigrati non deve “stupire”.

“La politica detentiva dei migranti tunisini adottata a Lampedusa è problematica e i centri non sono adatti a ospitare o detenere gli immigrati irregolari”, si legge nel rapporto in cui si evidenzia come probabilmente abbia giocato un ruolo anche l’incertezza sul periodo di detenzione. 


 Infine viene richiesto alle Autorità Italiane di chiarire il quadro legale che sottostà alla detenzione degli immigrati.

A questa richiesta noi di minoristranierinonaccompagnati.blogspot.com chiediamo spiegazioni in merito alla illegittima detenzione dei minori stranieri non accompagnati.

Anche il Consiglio d'Europa esprime preoccupazione sulla detenzione dei migranti a Lampedusa

Nel Rapporto presentato  dal parlamentare britannico Christopher Chope e  dalla sottocommissione dell'Assemblea parlamentare  del Cons...
Gli ultimi 43 Minori Stranieri non Accompagnati che si trovavano nell'ex base Loran  sono partiti per  Porto Empedocle da dove raggiungeranno le strutture di accoglienza individuate dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali in qualita' di Soggetto Attuatore per l'assistenza nei confronti dei minori stranieri non accompagnati.
In una nota la Protezione Civile spiega che nessun soggetto avente diritto ai benefici previsti dal Piano di Accoglienza nazionale è presente sull'isola.
La Struttura del Commissario delegato per l'emergenza umanitaria, ''ora attende indicazioni dal Ministero dell'Interno in merito al futuro all'isola di Lampedusa (dichiarata ''luogo non sicuro per lo sbarco dei migranti ai soli fini del soccorso in mare'' da un'Ordinanza emanata il 24 settembre dall'Ufficio Circondariale Marittimo di Lampedusa) per definire gli eventuali lavori di ristrutturazione dell'ex base Loran''.

Nessun Minore Straniero non accompagnato è presente sull'Isola di Lampedusa, lo spiega in una nota la Protezione Civile

Gli ultimi 43 Minori Stranieri non Accompagnati  che si trovavano nell'ex base Loran   sono partiti per   Porto Empedocle da dove raggi...

Ad Aidone (EN), sono stati trasferiti presso il Centro di Accoglienza Temporaneo Casa Zingale – Aquino, nella giornata del 20 settembre, 20 Minori Stranieri non Accompagnati di età compresa tra i 14 e i 17 anni provenienti dal Nord Africa (Nigeria, Tunisia, Mali, Guinea, Costa D’Avorio, Senegal, Niger e Burkina Faso), tutti precedentemente ospitati presso il Centro di Accoglienza di Piana degli Albanesi (PA).

Il Centro di Accoglienza Aidonese avrà il compito di fornire un collocamento sicuro ai minori, organizzato con tutti i servizi e con le necessarie professionalità per garantire assistenza sociale, sanitaria e legale con il supporto di mediatori linguistici e culturali, educatori, personale osa e volontari che oltre a dare assistenza, seguiranno i ragazzi sotto il profilo relazionale e ricreativo promuovendo attività di socializzazione e di inserimento sociale, avvalendosi anche della collaborazione di associazioni di volontariato.

La struttura inoltre avrà il compito di gestire temporaneamente l'emergenza in attesa che i MSNA vengano trasferiti alle strutture definitive.

20 Minori stranieri non accompagnati a Casa Zingale - Aquino di Aidone

Ad Aidone (EN), sono stati trasferiti p resso il Centro di Accoglienza Temporaneo Casa Zingale – Aquino , nella giornata del 20 settembre, ...
In 132 sono sbarcati nella notte nella spiaggia di Bianco. Tra di loro, secondo quanto riportato dai Carabinieri di Bovalino e Bianco, ci sarebbero 19 donne e 40 bambini.

Le loro condizioni di salute generale sembrano buone, anche se, a scopo precauzionale per alcuni si è preferito il trasferimento in ospedale per le analisi del caso.

Per l'emergenza si cerca di strutturare un primo campo di accoglienza.

Le forze dell’ordine sono impegnati nella ricerca degli scafisti responsabili del traffico clandestino.

Altri sbarchi nella notte in Calabria a Bianco

In 132 sono sbarcati nella notte nella spiaggia di Bianco. Tra di loro, secondo quanto riportato dai Carabinieri di Bovalino e Bianco, ci sa...
Nel Pomeriggio è scoppiato un incendio di vaste proporzioni nel Centro di “Accoglienza” di Lampedusa(foto), dove sono stipati oltre 1300 immigrati.
Non era difficile prevedere che prima o poi, in un Lager come quello di Lampedusa, a causa del sovraffollamento, della promiscuità tra adulti, minori, nuclei familiari e donne sole e delle forte tensioni che ciò provoca, sarebbe scoppiata una rivolta di tali proporzioni.
Il rogo è stato appiccato da immigrati che ormai da tempo erano esasperati “ospiti” della struttura.
Ormai unico metodo per far sentire la propria voce e far conoscere alla classe politica e alla popolazione indifferente le problematiche dell'”accoglienza”. Non è la prima volta che il centro di accoglienza viene dato alle fiamme. Un episodio analogo, con danni consistenti
alla struttura, si era registrato anche nel febbraio del 2009.
Gli extracomunitari, da giorni, anzi da mesi stanno protestando per chiedere il trasferimento “in continente”, in strutture di vera accoglienza.
Circa 800 gli immigrati erano riusciti a fare perdere le loro tracce ma sono stati rintracciati dai carabinieri in vari luoghi dell'isola.
La nube di fumo sollevatasi ha investito anche il centro abitato, arrivando fin sopra l'aeroporto che è stato momentaneamente chiuso.
"Il Cie è interamente devastato, è tutto bruciato, non esiste più e non può più ospitare un solo immigrato" ha dichiarato il sindaco di Lampedusa Bernardino de Rubeis.
"Ora Lampedusa non ha più un posto. E' urgente che il governo intervenga dopo tanto immobilismo. Avevamo avvertito tutti su quello che poteva succedere ed è accaduto". E ancora: " Questo è uno scenario di guerra. C'è una popolazione che non sopporta più, vuole scendere in piazza con i manganelli e difendersi da sola, perché chi doveva tutelarla non l'ha fatto".
Gli immigrati sono stati tutti radunati al campo sportivo, sotto la sorveglianza delle forze dell'ordine, e soltanto alcuni, in serata, sono stati trasferiti con un volo militare.

L'esasperazione fa corto circuito a Lampedusa.

Nel Pomeriggio è scoppiato un incendio di vaste proporzioni nel Centro di “Accoglienza” di Lampedusa (foto), dove sono stipati oltre 1300...
287, i migranti approdati nella nottata a Lampedusa. Gli ultimi arrivi, per un totale di 167 migranti di cui quattro donne e numerosi minori, sono giunti alle due a bordo delle motovedette della Guardia di Finanza e della Guardia Costiera che li avevano soccorsi mentre erano alla deriva su due imbarcazioni a circa 40 miglia dall'isola. Tutti i migranti sono stati trasferiti nel Centro di prima accoglienza.


Sempre da Lampedusa, l'Associazione dei commercianti e degli operatori turistici dell'isola ha diffuso un appello al presidente del consiglio Silvio Berlusconi in cui si sollecita l'immediato trasferimento dei migranti affermando:  "Lampedusa non è Alcatraz".

287 migranti sono sbarcati nella notte a Lampedusa. Numerosi i Minori.

287, i migranti approdati nella nottata a Lampedusa. Gli ultimi arrivi, per un totale di 167 migranti di cui quattro donne e numerosi minori...

 Iniziate le udienze della causa per discriminazione dopo  la chiusura della prima elementare di via Paravia, a Milano.  Una mamma: "Come avrei potuto mandare i miei 5 figli in scuole diverse sparse per la città?"
Vedova di un cittadino italiano, una mamma marocchina di 5 figli ha dovuto lasciare in Marocco uno dei suoi bimbi e un'altro l'ha dovuto iscrivere controvoglia alla scuola consolare egiziana, in via Paravia, ma di tutt'altro indirizzo rispetto a quella pubblica.

La sua storia, la donna, l'ha raccontata ieri al giudice della prima sezione civile di Milano Serena Vaccolini davanti alla quale e' in corso la causa sulla 'classe-ghetto' di via Paravia, 'chiusa' perche' composta da 15 bimbi stranieri su 17 mentre una circolare del ministero dell'Istruzione stabilisce un tetto del 30% di figli di stranieri per classe.(stranieritalia.it)


Classe ghetto. "Costretta a lasciare mio figlio in Marocco"

 Iniziate le udienze della causa per discriminazione dopo  la chiusura della prima elementare di via Paravia, a Milano.  Una mamma: "C...
Le politiche per l’immigrazione messe in atto dall’Unione europea e dall’Italia “preoccupano profondamente” Amnesty International. In particolare, il memorandum firmato dall’Italia con il Cnt per un’assistenza reciproca e per la cooperazione nella ‘lotta alla migrazione illegale’, incluso il ‘rimpatrio di migranti illegali’ sul fronte libico, “solleva profondi timori che i diritti umani di migranti e rifugiati vengano ancora una volta sacrificati dalle politiche europee verso la Libia”.
L’allarme arriva da Amnesty International che nel rapporto “La battaglia per la Libia: uccisioni, sparizioni e torture”, denuncia le violazioni dei diritti umani durante il conflitto libico, non trascura gli effetti della guerra sull’immigrazione. Secondo l’organizzazione internazionale, l’Italia e l’Unione europea “pur avendo ricevuto in questi mesi soltanto il 2 per cento dei richiedenti asilo, rifugiati e migranti fuggiti dalla Libia, non hanno esitato a parlare di un ‘afflusso di massa, causato dall’instabilita’ nell’Africa del Nord e hanno continuato a perseguire politiche di controllo delle frontiere a spese dei diritti umani”. Inoltre, critica Amnesty che ricorda che dal marzo 2011 almeno 1500 persone sono morte in mar, “gli stati dell’Unione europea e la Nato non hanno adottato tutte le misure necessarie per garantire ai civili in fuga dalla Libia di mettersi in salvo, pur essendo la protezione dei civili la ragion d’essere dichiarata dell’intervento della Nato in Libia”.Questo, prosegue il rapporto, “segue a un periodo di intensa collaborazione con il governo del colonnello Gheddafi, cooperazione che ha di fatto dato sostegno a prassi abusive nei confronti di rifugiati e migranti e rispetto alla quale l’Italia ha giocato un ruolo fondamentale”. Piu’ di recente, ricorda Amnesty, “l’Italia, con una scelta che solleva preoccupazioni, si e’ impegnata in un memorandum firmato con il Cnt a un’assistenza reciproca e alla cooperazione nella ‘lotta alla migrazione illegale’, incluso il ‘rimpatrio di migranti illegali’. La firma di questo memorandum mentre in Libia infuriava il conflitto, in totale assenza di adeguate garanzie per i diritti umani e per il diritto dei rifugiati, solleva profondi timori che i diritti umani di migranti e rifugiati vengano ancora una volta sacrificati dalle politiche europee verso la Libia”.Il rapporto di Amnesty International sottolinea che “e’ il momento che gli Stati dell’Unione europea riflettano sull’impatto che politiche migratorie praticate nei confronti dei paesi della sponda sud del Mediterraneo hanno avuto sui diritti umani e pongano finalmente la protezione dei diritti umani e dei rifugiati al centro delle proprie decisioni”. (diritto-oggi.it - AGI)

IMMIGRATI: AMNESTY, POLITICHE ITALIA E UE SU LIBIA "PREOCCUPANO"

Le politiche per l’immigrazione messe in atto dall’Unione europea e dall’Italia “preoccupano profondamente” Amnesty International. In partic...
"C’è rifiuto e marginalizzazione anche violenta delle minoranze. Eppure la diversità culturale è una caratteristica del Vecchio Continente" così il Responsabile immigrazione del Vaticano Monsignor Vegliò al Meeting interreligioso e per la pace di Monaco, promosso dalla Comunità di Sant'Egidio.
Poi aggiunge "fatti di rifiuto e di marginalizzazione sistematica e anche violenta delle popolazioni minoritarie, come pure l'adozione di politiche ostili alla differenza culturale che, in modo più o meno visibile, hanno incitato alla paura della diversità".
"I flussi migratori sono stati percepiti come minaccia all'identità delle popolazioni autoctone", invece il responsabile del Vaticano dice che "la storia dell'Europa come continente e' segnata dall'eredita' ricevuta da vari popoli che hanno generato un'ovvia ibridazione culturale. Quindi la diversità culturale non e' solo conseguenza dell'immigrazione dei giorni nostri, ma una caratteristica dell'identità europea".
Vegliò ha quindi affermato che se "questo periodo può essere definito era dell'emigrazione, si e' anche assistito al risorgere di un'era del nazionalismo". Secondo l'arcivescovo, "l'incontro delle diverse culture e la loro conoscenza serena, reciproca e senza pregiudizi, e' soprattutto una ricchezza, un elemento positivo, indipendentemente dalle difficolta' che può generare la coesistenza di persone di culture diverse".
Vegliò ha concluso il Suo intervento dicendo che "insegnare a rispettare e apprezzare le varie culture, scoprendo gli elementi positivi che possono celare; aiutare a cambiare i comportamenti di paura o d'indifferenza verso la diversità; istruire all'accoglienza, all'uguaglianza, alla libertà, alla tolleranza, al pluralismo, alla cooperazione, al rispetto, alla corresponsabilità e alla non discriminazione".

L'Europa Nazionalista incita a temere gli immigrati

"C’è rifiuto e marginalizzazione anche violenta delle minoranze. Eppure la diversità culturale è una caratteristica del Vecchio Contin...

Ongoing combat between Sudanese troops and a militia from South Sudan has forced some 20,000 people to flee into the neighbouring Ethiopia, which is also playing host to Somali famine refugees in the southeast.
The conflict between the Sudan Armed Forces and some members of the Sudan People's Liberation Movement (North) is happening in the Blue Nile State, which is part of (north) Sudan. The violence has added thousands more people to the 245,000 Ethiopia is already sheltering (not including new arrivals from Somalia to the Gode area or from Sudan to Benishangul-Gumuz).
Some of the refugees brought their livestock and personal property with them in case the fighting became protracted, preventing an early return to their homes. However, though the situation remains volatile, many refugees, says the Office of the United Nations High Commissioner for Refugees (UNHCR), have chosen to remain near the border so as to be able to quickly return and harvest crops or tend to animals when possible. Others wish to remain near the border and not transfer to camps further away until they are reunited with the families.
UNHCR spokesperson, Fatoumata Lejeune-Kaba spoke at a press conference at the Palais des Nations in Geneva yesterday.  Some of what she said was further reported on UN Radio. According to Ms. Lejeune-Kaba, Tuesday of this week brought to light a report that fighting in Blue Nile had recommenced.
On Tuesday, "4,000 people, and the largest number on a single day, crossed the border into Kurmuk, western Ethiopia," she said. Most of these were women and children, including some 200 unaccompanied minors. Some of these children may have become separated from their parents during the flight, but some may have set out completely alone.
Children separated from their parents during humanitarian crises are among the most vulnerable groups. They lack the care of their parents, who are usually their first line of protection. As such, they face the danger of abuse and other types of exploitation. Many of them will lose their childhoods, taking on responsibilities far beyond their years to care for their younger children or even fight for their own survival.
According to the Inter-agency Guiding Principles on Unaccompanied and Separated Children, "The breakdown of social structures and services accompanying major crises means that communities and States themselves may not be in a position to provide the necessary protection and care for children without families. It is therefore imperative that humanitarian organizations ensure that the most vulnerable children are protected."
The UNHCR's relief efforts, for which an appeal of $14 million is in the works, are being supported by the government, non-governmental organizations and UN sister agencies including the International Organization for Migration (IOM), World Food Programme (WFP) and the UN Children's Fund (UNICEF). Refugees arriving at reception centres in Kurmuk, Bamza, Gizen and Teibe are receiving dry food rations. The UNHCR has also procured 5,000 family sleeping tens, kitchen sets and plastic sheeting in addition to 10,000 blankets and 7,500 sleeping mats.
In an effort to provide emergency shelter to incoming refugees, the UNHCR and its partners are constructing a new camp in Tongo at one of three sites allotted by Ethiopia's government. Like the other two camps, Tongo will have the capacity to house 10,000 people.
There are also 35,000 families who have been internally displaced in Sudan itself from the Blue Nile State's capital of Damazin.(soschildrensvillages.ca)

Sudanese Refugees, including Unaccompanied Children, Cross into Ethiopia

Ongoing combat between Sudanese troops and a militia from South Sudan has forced some 20,000 people to flee into the neighbouring  Ethiopia...
Il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali sente il dovere di farsi portavoce di tutti coloro che a vario titolo hanno segnalato l’allarmante situazione che si è venuta a creare negli ultimi mesi a Lampedusa ed accoglie il documento predisposto del gruppo di lavoro su Minori Stranieri Non Accompagnati MSNA, composto dai consiglieri Maria Billè (referente), Massimo Corrado, Silvana Mordeglia, Maria Luisa Scardina, Maria Concetta Storaci.
COMUNICATO
L’inchiesta pubblicata in questi giorni sull’Espresso denuncia la grave situazione a Lampedusa, a fine agosto sono 225 i bambini e gli adolescenti rinchiusi da settimane nelle due strutture di detenzione di Lampedusa: 111 nel "Centro di primo soccorso e accoglienza" di Contrada Imbriacola, 114 nella base in disuso dell’Aeronautica militare. A poche decine di metri dai radar di scoperta aerea e di difesa antimissile. E dai campi elettromagnetici. La maggior parte ha più di 13 anni ed è partita senza genitori. Omar, Hamza e Maha sono i più piccoli. In uno degli ultimi agghiaccianti sbarchi di agosto, alcuni dei 25 profughi rinvenuti cadavere nella stiva del barcone approdato a Lampedusa con 271 migranti, sarebbero stati uccisi e non sarebbero morti per asfissia. Purtroppo, questa tragedia coinvolge bambini anche molto piccoli, di pochi mesi e molte donne e nuclei familiari fra i migranti sbarcati il primo agosto a Lampedusa. Un mediatore culturale di Save the Children ha avuto modo di riscontrare, da subito, che si tratta di persone molto provate e scioccate da quanto accaduto, perché tra i morti c’erano amici e conoscenti . Lo stesso operatore ha visto e incontrato alcuni dei minori e nuclei familiari giunti nella notte con un barcone salpato dalla Libia e a bordo del quale sono stati ritrovati i cadaveri di 25 migranti. Oltre ai bambini piccoli ci sono anche dei 10 adolescenti non accompagnati. In totale sono 270 i superstiti, tra cui 37 minori di cui 27 bambini da 0 a 6 anni, 33 donne. Si tratta nel caso specifico, di bambini e adolescenti che riportano traumi, non solo subiti da guerre e disperazione ma sono anche vittime di violenze assistite, che necessitano di .un progetto di tutela per minori traumatizzati con sostegni specialistici mirati e contesti di accoglienza idonea. Ad oggi ci sono oltre 2.000 i minori sbarcati a Lampedusa dall’inizio della crisi e trasferiti in comunità alloggio o in strutture di accoglienza temporanea sul territorio italiano. Ormai sono mesi "che si susseguono gli arrivi di profughi dalla Libia a Lampedusa. Bambini e adolescenti che affrontano viaggi drammatici e rischiosissimi , costretti a lunghe permanenze in strutture inidonee, che ledono i diritti e non garantiscono un’adeguata assistenza.


GRUPPO DI LAVORO MSNA (Minori Stranieri Non Accompagnati)


Il gruppo è composto daI Consiglieri Nazionali
Maria Billè, Referente del Gruppo
Massimo Corrado
Silvana Mordeglia
Maria Luisa Scardina
Maria Concetta Storaci


Obiettivi:
Report periodici e Report finale sulla situazione in Italia dei MSNA


Tempi
durata dei lavori: 6 mesi


Attività:
verifica nei luoghi di accoglienza dei MSNA
incontri con le istituzioni, ONG refernti per i MSNA
-incontri con l’ANCI
-incontri con i Ministeri competenti
-elaborazione proposte a tutela dei MSNA
-inoltre in occasione della manifestazione O Scià, come deliberato nell’ultimo Consiglio, tenutosi a Roma sabato 3 settembre u.s. il gruppo ha inviato una richiesta di partecipazione ad una serata della manifestazione O Scià 2011 che si terrà a Lampedusa dal 27 settembre p.v. per evidenziare e condividere una riflessione sull’accoglienza e sui diritti dei Minori Stranieri Non Accompagnati.

Istituzione del Gruppo di lavoro sui Minori Stranieri Non Accompagnati

I l Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali sente il dovere di farsi portavoce di tutti coloro che a vario titolo hanno ...
La Protezione Civile ha reso noto che gli ultimi 53 migranti provenienti dalle coste libiche che si trovavano nel Centro di prima accoglienza di Lampedusa sono stati trasferiti nella mattinata del 9 settembre verso le strutture regionali previste dal Piano di Accoglienza nazionale gestito dalla Struttura del Commissario delegato per l'emergenza umanitaria. 
Ha poi sottolineato che hanno lasciato l'isola  anche 40 cittadini tunisini e 76 minori stranieri non accompagnati, che verranno accolti in strutture (in Calabria, Sicilia e Lombardia) appositamente individuate dal Soggetto Attuatore - Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali al fine di assicurare la tutela degli interessi del minore.

Al momento, però, restano sull'isola 70 minori non accompagnati che saranno trasferiti non appena si renderanno disponibili luoghi adeguati per l'accoglienza. 

Trasferiti da lampedusa 76 minori stranieri non accompagnati

La Protezione Civile ha reso noto che gli ultimi 53 migranti provenienti dalle coste libiche che si trovavano nel Centro di prima accoglienz...

The Gillard government is hell bent on pursuing its Malaysia solution because it believes that's the only way of stopping asylum seekers trying to reach Australia by boat.
But even if the policy of sending people back to where they've come from is a great deterrent Labor is facing two roadblocks that could prove insurmountable.
First, Opposition Leader Tony Abbott has declared "Malaysia is out" as far as he's concerned and the government needs coalition support to put offshore processing back on solid legal ground after last week's High Court ruling.
Second, even if the Migration Act and the Guardianship of Children Act are amended refugee advocates could challenge the Malaysia solution in the courts again - and it's not certain the commonwealth would win.
So faced with the prospect of a second bruising defeat why is the Gillard government pushing ahead with Malaysia?
The detailed answer was provided in a briefing to Abbott this week by immigration department officials.
They said the Malaysia solution was a "game changer" whereas sending people to Nauru or Manus Island in Papua New Guinea wouldn't deter them from boarding a boat because most, after a wait, would still end up in Australia.
People smugglers didn't know that when the so-called Pacific Solution began but they do now.
Department boss Andrew Metcalfe argues that the key to stopping the boats - if that's what government wants to do - is quickly returning people overseas.
It's proven to have worked in the past - the last time in 2001 and 2002 when the former Howard government towed boats back to Indonesia.
This wouldn't work nowadays as people smugglers have learnt to sabotage boats, there's no guarantee of safety for asylum seekers and, anyway, Indonesia wouldn't have a bar of it.
But, the departments says, the people swap with Malaysia was a "virtual tow-back" with humanitarian safeguards built in. Hence Immigration Minister Chris Bowen's description of it as an "elegant" policy.
The High Court begged to differ when it said the deal struck between Canberra and Kuala Lumpur wasn't good enough because a destination country had to be bound by domestic or international law to provide protection.
To get around that is simple enough, according to Australian National University international law expert Professor Don Rothwell.
The federal parliament could simply rewrite section 198A of the Migration Act so that the minister no longer had to declare a third country - say Malaysia - provided refugee assessment and human rights protections.
Prof Rothwell says if the intent was clear and unambiguous, and ruled out judicial review, the statute would override any international obligations Australia owed asylum seekers under the UN refugee convention.
It would be tough but effective.
However, there's another bump in the legal road.
Parliament would also have to change the law to allow the minister to send unaccompanied children to a third country for processing - and that could prove much trickier.
"Guardianship is not just a statutory creation but it's also recognised under the common law," Prof Rothwell told AAP.
"So there would still be the potential for legal argument to be made that the government of Australia has obligations to unaccompanied minors that arrive in this country under the common law."
But even if the changes could survive legal challenge Prime Minister Julia Gillard has to get past Abbott first.
It's been reported he might only support changes to migration law which allowed offshore processing in countries that had signed the UN refugee convention.
That could be done quite easily, Prof Rothwell says.
Which would leave Gillard in a political bind and Abbott, potentially, in a moral one.
The PM could acquiesce, give up on Malaysia, and reopen the Nauru and Manus Island centres only.
But according to departmental advice that won't stop the boats.
Alternatively, she could dig in. But without being able to change the law offshore processing wouldn't be an option.
Onshore processing only could see 600 people arriving by boat every month which would quickly overwhelm Australia's detention capacity.
If people lived in the community while being processed there's a risk of European-style unrest, the government has been told.
Abbott's dilemma is more complex.
If he insists on saying no to Malaysia all advice suggests the flow of boats will increase.
That might be good for him politically in that he can continue to use the arrivals to attack Labor (unless the government successfully changes the entire tenor of the debate).
But if the Gillard government falls Abbott may well face the same border protection problem.
It's a case of "Be careful what you wish for". (businessspectator.com.au)

PM and Abbott face off over boat arrivals

The Gillard government is hell bent on pursuing its Malaysia solution because it believes that's the only way of stopping asylum seeker...
(parainmigrantes.info) - Los días 15, 16 y 17 de noviembre del presente año se celebrarán, en la Universitat Politécnica de València, las III Jornadas sobre La situación de los menores inmigrantes no acompañados: su protección e integración (III Jornadas MINA).
En esta edición, los objetivos de las Jornadas serán:
a) Exponer, estudiar y debatir sobre los avances alcanzados en la protección e integración de los menores inmigrantes no acompañados, al cumplirse en esas fechas 2 años desde la modificación de la Ley Orgánica de Extranjería, que abordó la problematica de este colectivo, y año y medio de la aprobación del Plan de Acción de la UE sobre la situación de estos menores. Especial atención merecerá el nuevo Reglamento de Extranjería.
b) Presentar sus resultados los principales grupos de investigación que en los útlimos años han trabajado en España la temàtica de la infancia y, específicamente, sobre menores extranjeros, debatiéndose estos resultados y alcanzándose unas conclusiones comunes.
c) Presentar los masters, cursos, seminarios o jornadas que existen sobre protección de la infancia y, en concreto, sobre menores extranjeros; planteándose la necesidad de formación dirigida a trabajadores de centros de menores y, en general, para todos aquellos trabajadores y funcionarios implicados en la protección de los menores inmigrantes no acompañados, incluyéndose a los operadores jurídicos.
Por tanto, al cumplirse la III edición de las Jornadas MINA, habiéndo transcurrido ya dos décadas del inicio del fenómeno migratorio de estos menores, es el momento oportuno para reflexionar sobre las medidas llevadas a cabo para lograr su protección e integración (reforma de la Ley de Extranjería, Plan de Acción de la UE, el nuevoReglamento de Extranjería,…); para exponer los aportes de los estudios e investigaciones que sobre la tematica han llevado cabo los diferentes grupos de investigación, que pueden contribuir a la mejora de la situación de estos menores, en la medida en que el legislador los tome en consideración; y, por último, para detectar la necesidad deformación en esta materia, presentándose los cursos, seminarios,.. existentes..

Más información en la web de las III Jornadas MINA

III Jornadas MINA 2011 - Valencia, 15, 16 y 17 de noviembre de 2011

(parainmigrantes.info) - Los días 15, 16 y 17 de noviembre del presente año se celebrarán, en la Universitat Politécnica de València, las II...

MANY of the 335 asylum-seekers once destined for Malaysia will be heading from Christmas Island to the mainland in the coming days, with the potential for some to be processed within the community.
The planned move to the mainland after the High Court last week struck down the Malaysia Solution was slated as the influx of asylum-seekers forced Canberra to consider funding a full-time psychologist to counsel Christmas Island locals.
Family groups and unaccompanied minors are expected to be the first in the group to be flown off the Indian Ocean island and yesterday a group of men being held at the family camp happily shot hoops.
The Middle Eastern men signalled "peace" to The Australian and were happy to be photographed playing on a tennis court in their detention compound known as Construction Camp.
A parliamentary inquiry heard yesterday the island's hospital was dealing with two to three locals a day presenting with psychological issues and a growing population has resulted in general emergency presentations increasing by 80 per cent over four years.
Indian Ocean Territories Health Services director of public health Julie Graham said there was a flow-on effect for people on the island from the detention industry and mental health problems were not just confined to detention centre workers.
She told the hearing patients with mental health problems were now working longer hours to service the booming detention industry that had been created by asylum-seekers.
A psychologist is available to community members only one day a week.
Back in the detention centre, the men and their families are understood to not yet know of their fate and when they may be sent to the mainland but it could be as early as tomorrow.
The family groups may end up living in community detention arrangements while they have their claims processed. The other option the Department of Immigration and Citizenship is considering is whether to put them in what they call alternative places of detention, such as the old Inverbrackie army estate in the Adelaide Hills.
This is also what is being considered for the 57 unaccompanied minors among the 335 people. They are still being detained on the outskirts of the jungle and are yet to start schooling.
There is possibility that single men from the group the Gillard government wanted to send to Malaysia will be sent to the mainland, though they are more likely to end up in detention centres instead of in the community.(theaustralian.com.au)

Asylum-seekers head for mainland from Christmas Island

MANY of the 335 asylum-seekers once destined for Malaysia will be heading from Christmas Island to the mainland in the coming days, with th...

THE failed Malaysian solution will mean 600 asylum seekers a month would flood into Australian waters, overwhelming mainland detention centres and potentially sparking social unrest like the recent London riots, the government has admitted.
The figure assumes a return to the record levels of boat arrivals of 2010 last year, but instead of being filtered through offshore detention, asylum seekers are likely to be put directly into centres on the mainland like Villawood.
Such a scenario, the government warned yesterday, would overwhelm mainland detention centres within a year, sparking social tensions when asylum seekers overflowed into the community.
The stark future for border protection _  a result of the High Court's decision last week to kill off the Malaysian solution _ , scuttling plans to send 800 asylum seekers sent there, was given to Opposition Leader Tony Abbott  yesterday in a briefing organised by Prime Minister Julia Gillard.
The government was forced to admit the cost of its bungled policy in its attempt to wedge Mr  Abbott on the issue, and persuade Mr Abbott to support the Malaysian solution through possible changes to the Migration Act.
Mr Abbott was told the Malaysian solution was the only way to break the people-smuggling racket, and that Nauru or Manus Island would not work on their own.
But the briefing came six hours after the Government released the same material to journalists in Canberra and while the PM was in New Zealand.
The tactic appeared to have failed as Mr Abbott was not entertaining a revival of the Malaysia solution last night.
"I restate our willingness to put beyond legal doubt offshore processing at Manus Island and Nauru," he said in a letter to the prime minister.
Opposition immigration spokesman Scott Morrison, who warned of terrible conditions for refugees in Malaysia, said the Coalition had been consistent on its policy.
"Our concern about the Malaysia solution predated the High Court judgment, our concerns about that judgment continue," he said.
"The problem the government has is they have no policy."He said the Coalition would consider legislation drafted by the government.
The revelation comes as Ms Gillard announced she was cutting short her trip to New Zealand a day early, missing out on a Pacific Island.
Forum gala dinner. She will arrive back in Australia tomorrow afternoon.
A spokesperson from the PM's office said there was no specific reason why she was coming back a day early. But a function with the Wallabies was brought forward so she could attend.
Many of the 335 asylum seekers once destined for Malaysia will be heading to the mainland in the coming days, with the potential for some to be processed within the community.
Family groups and unaccompanied minors are expected to be the first in the group to be flown off Christmas Island. (dailytelegraph.com.au)

Tony Abbott told to expect rioting over failure of Malaysian Solution

THE failed Malaysian solution will mean 600 asylum seekers a month would flood into Australian waters, overwhelming mainland detention cent...
Il Consiglio c'è, anzi no. O meglio c’è all’inizio della seduta, approva un provvedimento, poi non più, manca il numero legale e allora si torna tutti a casa.
Questa la piroetta del secondo Consiglio comunale dopo la pausa estiva. Comunque In compenso viene approvato un provvedimento di non poca incidenza economica e sociale. Ben 1 milione e 600.000 euro di debito fuori bilancio destinato al welfare. Nello specifico a minori stranieri non accompagnati e donne straniere in gravidanza senza famiglia. Non un provvedimento nuovo, ricorda l’assessore al ramo Abbaticchio: la somma “si aggiunge a quella già prevista nel Piano Sociale di Zona, pari a 1 milione e 100 mila euro”. A voler snocciolare due dati, 200 sono i minori stranieri già assistiti lo scorso anno e ben doppia si preannuncia la spesa sociale per l’anno in corso dati i rivolgimenti del nord Africa 

Approvato dal Consiglio Comunale di Bari un debito fuori bilancio per Minori stranieri non accompagnati e donne stranieri in gravidanza senza famiglia

Il Consiglio c'è, anzi no. O meglio c’è all’inizio della seduta, approva un provvedimento, poi non più, manca il numero legale e allora...
“Vogliamo promuovere e affermare in modo compiuto anche per i nuovi italiani, minori nati in Italia da genitori migranti o migranti stessi con un lavoro regolare da almeno 5 anni, i diritti alla cittadinanza e al voto, che traggono linfa dall’articolo 3 della Costituzione, dove si dice che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, ed è compito della Repubblica rimuovere quanto ostacola l’eguaglianza e la partecipazione dei cittadini alla vita della comunità a cui appartengono. E accanto a questo articolo, ricordiamo l’articolo 4 della nostra  Carta, in cui si parla del dovere che ogni cittadino, quindi anche i ‘nuovi’ cittadini italiani, ha di concorrere al progresso della società”.
Così il sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio ha spiegato, il 31 Agosto in un dibattito a FestaReggio, i contenuti della Campagna per i diritti di cittadinanza L’Italia sono anch’io e le due proposte di legge di iniziativa popolare, elaborate nell’ambito della stessa Campagna. Il deposito delle proposte di legge in Cassazione è avvenuto il 2 setttembre ed è iniziata la raccolta delle firme (ne servono 50.000) per poter presentare le proposte di legge al Parlamento. I punti di raccolta delle firme sono in via di definizione anche a Reggio e sono previsti per i primi di ottobre importanti eventi di sensibilizzazione in tutte le città italiane.
Una Campagna, ha ricordato Delrio, che è presidente del Comitato promotore nazionale, “che nasce dal basso, io sono soltanto una ‘spalla’ dell’iniziativa, e ha già trovato le adesioni di numerosissime associazioni e istituzioni nazionali e locali, del rocker Luciano Ligabue, dello scrittore Andrea Camilleri e dell’editore Carlo Feltrinelli”.
Ed ora uno sguardo alle proposte di legge: la prima proposta delinea una riforma delle norme attuali sulla Cittadinanza e prevede, per i minori nati in Italia, che: è italiano chi nasce da genitore regolare da un anno ed è italiano chi nasce da genitore nato in Italia; per i minori che crescono in Italia: diventa cittadino italiano chi è giunto in Italia entro il decimo anni di vita, chi frequenta un ciclo di studi in Italia e inoltre diventa italiano a 18 anni chi è nato in Italia da genitore non regolare.
L’altra proposta di legge è sul diritto di voto ai lavoratori regolari da 5 anni, mutuando la proposta dell’Anci del 2005, ora confermata dalla stessa associazione di cui il sindaco Delrio è vicepresidente.


Minoristranierinonaccompagnati.blogspot.com aderisce alla proposta di legge, ADERISCI ANCHE TU (CLICCA QUI ) 





L'Italia sono anch'io intervista Camilleri





“L’ITALIA SONO ANCH’IO”. DELRIO PRESENTA CAMPAGNA PER I DIRITTI DI CITTADINANZA

“Vogliamo promuovere e affermare in modo compiuto anche per i nuovi italiani, minori nati in Italia da genitori migranti o migranti stessi c...
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