La situazione dei bambini descritta nel report è la dimostrazione del fallimento strutturale delle politiche di accoglienza in Italia e non solo. “Nei centri in cui li abbiamo incontrati ci hanno lasciato forse il dolere più forte, quello senza mediazioni e senza soluzioni”.
Molti dei minori incontrati dagli attivisti lamentano fortissime difficoltà, iniziando dal fatto che non sono previste attività organizzate, non esistono percorsi di formazione professionale, non hanno mai visto il Tutor, ammesso che sia stato nominato, non conoscono i loro diritti ecc.ecc.
Costretti per forza di cose a trascorrere buona parte della loro giornata nell’ozio.
Ci sono casi come quello del centro per Minori Comunità Mosaico - Raffadali (AG) dove si pratica la punizione. “Se, ad esempio, i ragazzi arrivano in ritardo rispetto all’orario previsto, non gli si dà il cibo o gli si toglie la possibilità di fare la telefonata di rito ai famigliari. “
Lontani dalle proprie famiglie e/o amici e senza nessuna possibilità di contatto con la realtà locale, le giornate diventano estenuanti, considerando anche che nessuno gli fornisce informazioni sui propri diritti o li orienta sulle possibilità del paese in cui si ritrovano, giustamente ci si chiede come riescano a sopravvivere in questa totale assenza di stimoli positivi.
“C’è poi il capitolo vergognoso relativo all’imposizione del prelievo delle impronte digitali ai minori ospitati al Centro Ahmed e a Gravitelli. Quello delle impronte digitali è una questione dolorosa e controversa anche in ambito Ue, duramente stigmatizzata da giuristi, dalle reti di sostegno ai migranti, ONG e associazioni antirazziste. In questi mesi, richiedenti asilo e rifugiati hanno messo in pratica in Italia azioni di disobbedienza civile contro queste pratiche fasciopoliziesche e sicuritarie; per i minori, privati di qualsivoglia sostegno giuridico e psicologico, è invece del tutto impossibile potersi esimere da esse. Sappiamo purtroppo, che questa pratica a Messina è all’ordine del giorno, realizzata anche in assenza dei tutori (o senza la nomina stessa dei tutori), e a volte i minori sono stati “accompagnati” in Questura pure da operatori-”volontari”. L’ennesima vergogna di una città che non ha mai voluto misurarsi seriamente con la falsa emergenza sbarchi e che ha consentito a partire dalle sue principali istituzioni (Prefettura, Questura, Università, ente locale) l’esistenza da più di due anni di lager per rifugiati come la Tendopoli dell’Annunziata e la (ex) caserma di Bisconte; del Centro Ahmed (ex Ipab) dove sono stipati oltre 200 minori e, dal 3 settembre 2015, perfino di una gelida palestra comunale (Gravitelli) dove sino a venerdì 9 ottobre (2015,ndr) c’erano perfino bambini di 10 anni di età.”
Quanto descritto nel rapporto ovviamente non è una generalizzazione, ma la fotografia di un sistema di accoglienza che non funziona. Questo sistema di MALAccoglienza è pensato per fare affari, Mafia Capitale docet. Il sistema di accoglienza dovrebbe essere ripensato in maniera strutturale, iniziando dalla trasparenza, dalla legalità e dalla dignitosa accoglienza dei migranti, ancor più se minori e non accompagnati.
Leonardo Cavaliere
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