Il Blog Minori Stranieri non accompagnati, unico italiano, aderisce al gruppo Bloggers for Refugees; un gruppo che riunisce i blogger provenienti da esperienze diverse con l'obiettivo di lavorare insieme e utilizzare la propria influenza social per aiutare i rifugiati.

La campagna attualmente promossa è una  raccolta fondi per aiutare circa 1000 minori non accompagnati bloccati nella Jungle di Calais.

Per donare clicca qui 



Sometimes when you read the news or go on social media you can’t help but feel overwhelmed by how bad things are for some of our fellow humans across the world. I’ve been particularly emotionally affected by the situation in Syria and the associated refugee crisis.

Every time I see a parent clinging helplessly to their children in the ocean, a washed up tiny body or a bloodied child, dazed, being rescued from the rubble of a bombing, I feel utterly impotent, and overwhelmed by grief. And every time I see someone on social media say ‘refugees not welcome, we’re full’ I despair for humanity. Even writing this post, trying to do something, I feel bereft at the situation that my ‘sisters and brothers’ find themselves in. The very least we can do, if we can afford to, is donate. Right now, the refugees in Calais are currently facing yet another atrocity. President François Hollande has vowed to dismantle the Calais camp (which currently has a record population of 10,000 refugees) by the end of the year, with some sources indicating that this will begin in a matter of weeks.

The French have been trying to get rid of this camp, which they consider illegal, for a long time, including the bulldozing of a third of it back in January. When that happened, 129 children went missing and were never found – sex trafficking is unfortunately one of the very likely reasons for this. We do not want that to happen this time.

It is rumored that the camp will be cleared by October 31, 2016 as it is illegal to evict anyone in France during Winter (which officially begins November 1). No plans have been made to put the refugees into safe accommodation. This means we have literally a few weeks to equip the 1000 unaccompanied children in Calais with a survival pack.

Charities estimate there are more than 400 unaccompanied children inside the camp who are eligible to come to Britain, but more than four months after the UK government announced that it would accept child refugees from across Europe, no official process appears to have even been put in place to facilitate their transfer. We need to do more!

According to the Guardian incidents of self-harm and depression among children in the Calais refugee camp are increasing as the mental health of unaccompanied minors deteriorates in advance of the site’s demolition. Charities, volunteers and aid agencies say they were witnessing psychological collapse among many of the site’s child refugees after President François Hollande confirmed that the camp would be shut down.There is currently a fundraising campaign to help these 1000 unaccompanied child refugees. There is no plan to transport them to safety during the imminent eviction. We want to at least give them a means of contacting emergency services, if they get into trouble. It is essential that each unaccompanied child has a modern mobile phone to call emergency services and send their location via GPS, with phone credit to contact non-emergency help, a solid pair of shoes and a backpack to carry their belongings. The cost of this bundle is £65.

PLEASE contribute via this JustGiving page if you can, everything helps!

Further, you can help by expanding our fundraising network. £10,000 will help many, £65,000 will help them all. This is a daunting sum to raise in a short amount of time. Please share this letter with your friends, colleagues, and sympathetic contacts. It all helps!

For other ways to help the Refugee Crisis, watch this short video.

For anyone who can (or wants to) get to London: There is a big protest in Parliament Sq on Saturday 15th October, to raise awareness and show the government, that we need to do more to help these children, both in Calais and in the EU.

Please share this article, especially if you can’t afford to donate. People say that sharing doesn’t help but a share on facebook usually generates around £10 in donations so it is still doing something worthwhile if you personally can’t afford to donate.

Thanks for reading, even if all we can do is this, it’s better than nothing.



Urgent help needed for 1000 unaccompanied child refugees

Il Blog Minori Stranieri non accompagnati, unico italiano, aderisce al gruppo Bloggers for Refugees; un gruppo che riunisce i blogger pro...

Decine di migliaia di richiedenti asilo saranno rispediti in Afghanistan dopo la firma dell’accordo tra Unione Europea e Afghanistan. Quest’ultima si è impegnata a riprendersi un numero illimitato di suoi cittadini emigrati, meglio fuggiti da violenze e guerra, da parte sua l'UE si è impegnata a versare 1 miliardo di euro all'anno a sostegno di questa enorme opera di deportazione.
L’accordo prevede anche la nascita di un Terminal dedicato presso l’aeroporto di Kabul che dovrà gestire almeno 80.000 persone che inizieranno ad essere deportate nell’immediato.
Questa notizia è passata in questi giorni un pò in secondo piano. Quest’accordo è un pericoloso precedente, un apripista dei prossimi accordi con altri stati considerati “Sicuri sulla carta”. Infatti, dietro corrispettivo s’impegneranno a riprendersi i propri cittadini o migranti transitati o forse transitati nel loro territorio, vedi il costituente accordo con l’Etiopia e il Niger.
Questo nuovo modus operandi mutuato dal “gioco dell’oca” è quando di più preoccupante si stia assistendo negli ultimi tempi.

Dove vogliamo inviarli?
Afghanistan.  
Si sconsigliano vivamente viaggi a qualsiasi titolo in Afghanistan, in considerazione della gravità della situazione di sicurezza interna nel Paese, dell’elevato rischio di sequestri e attentati a danno di stranieri in tutto il territorio nazionale, compreso Kabul e del ripetersi di gravi attentati in tutti i principali centri urbani ed anche nel centro della capitale. Le condizioni di sicurezza hanno subito un sensibile deterioramento in tutto il Paese, incluse le principali città (Kabul, Herat, Mazar-e-Sharif, Jalalabad, Kandahar, Kunduz). Restano critiche le aree meridionali e sud-orientali e sono peggiorate le condizioni di sicurezza anche nel nord e nell’ovest del Paese.
(tratto dal sito Viaggiare sicuri della Farnesina)
Niger.
Alla luce del quadro generale d’insicurezza nell’intera area saheliana, interessata anche da fenomeni di matrice terroristica, si sconsigliano viaggi a qualsiasi titolo nel Paese. Nelle zone settentrionali è stata segnalata la presenza di mine. (tratto dal sito Viaggiare sicuri della Farnesina)
Etiopia.
Si registrano situazioni di violenza diffusa, soprattutto nelle zone in cui vivono gli Oromo.

Secondo l’accordo, anche donne e bambini potranno essere deportati, per i minori non accompagnati, si dovranno prima individuare i familiari e poi potranno essere reinviati a patto che vi siano dei programmi di accoglienza. Infine, sono previste misure di sensibilizzazione verso la popolazione “sul pericolo della migrazione irregolare”.
“Dopo di questo non ci sono più limiti”, afferma Cristhopher Hein, consigliere strategico del Consiglio italiano rifugiato ed esperto di diritto internazionale. Tra le prime voci critiche in Italia contro l'accordo, c'è quella di padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli che a Redattore Sociale rileva che “Si tratta dell’ennesimo colpo inferto dall’Ue alla dignità della vita umana, aggravato da uno spreco sproporzionato di risorse economiche che potrebbe essere destinato alla creazione di canali umanitari sicuri e ad un’accoglienza programmata e progettuale che impegni tutti gli Stati europei”.

Hein aggiunge che con l’abbandono dei principi guida della dottrina dei rimpatri si “abbandona la dottrina tradizionale sui rimpatri: essi dovrebbero avvenire in condizioni di sicurezza e dignità – spiega Hein - L’ultimo rapporto Easo di gennaio 2016 analizza la situazione afgana, provincia per provincia, e rileva come essa sia ancora molto critica. Inoltre, in un documento di maggio non pubblico, si dice che situazione deteriorata ulteriormente. Come si posso rimandare indietro richiedenti asilo in zone di conflitto armato?”.

Leonardo Cavaliere



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I Minori Stranieri non Accompagnati

Migranti, pedine del gioco dell’oca.

Decine di migliaia di richiedenti asilo saranno rispediti in Afghanistan dopo la firma dell’ accordo tra Unione Europea e Afghanista...
Importante Charity sta per intraprendere un’ azione legale contro Ministero degli Interni Inglese per il mancato accoglimento dei minori non accompagnati aventi diritto al ricollocamento e presenti nella Jungle di Calais.
L'azione legale diventa necessaria a seguito dell’annunciato smantellamento del campo dall’autorità francesi e dalle preoccupazioni per la mancanza di alternative per i profughi che vivono nel campo.
Di seguito l'articolo dell'Independent.

A leading refugee charity is mounting a legal challenge against the Home Office for failing to meet its commitment to provide sanctuary for unaccompanied child refugees.

Help Refugees argues that the Home Secretary, Amber Rudd, has breached her relocation duties by wrongly applying or interpreting May’s Immigration Act.

Almost 90,000 child refugees who arrived in Europe last year were alone, according to official European statistics. The most common country they were fleeing was Syria, followed by Afghanistan and then Iraq.

The charity has provided legal papers alleging that it is “incontestable” the unaccompanied minors the legislation is intended to help “are exposed to serious risks of abuse and exploitation”, The Guardian reported.

Help Refugees' legal action could prompt a judicial review of the Home Office's actions.

The Dubs amendment to the Immigration Act in May stipulated that lone child refugees registered in France, Italy or Greece before 20 March could be resettled in the UK.

As part of the amendment, the Government pledged it would “make arrangements to relocate to the UK” a number of unaccompanied children “as soon as possible”.

Yet, several months on, it appears few children - if any - have been relocated under its provisions.

The legal action against the Home Office comes amid concern for the unaccompanied children currently living in the Calais refugee camp.

French authorities estimate there are 7,000 refugees and migrants living in the so-called Jungle camp, but charities on the ground say the figure exceeds 10,000. Among them are an estimated 400 unaccompanied children.

President Francois Hollande has vowed to clear the camp. He is under pressure to mitigate the rising tide of anti-refugee feeling and Islamophobia ahead of the upcoming French presidential election.

Yet the head of France’s human rights watchdog has indicated the demolition will start as soon as 17 October, intensifying fears about the fate of the children currently living in the camp alone.

Last time the camp was demolished, 129 unaccompanied minors from the camp disappeared.

While charity leaders acknowledge Jungle camp is not fit for human habitation, they fear for those who live there if it is demolished.



Josie Naughton, co-founder of Help Refugees, told The Guardian: “We absolutely think that the camp shouldn’t be there and no human being should live in those conditions, but we need to make sure that the French keep their word so that proper alternative accommodation is provided and that the eviction is carried out as humanely as possible.”Jacques Toubon, the former French minister of justice, has written a letter to the Interior Minister, Bernard Cazeneuve, urging him to establish arrangements for unaccompanied children after the camp is razed.

According to Help Refugees, the Home Office currently has the paperwork for 387 children currently in the Calais refugee camps who have the right to be in the UK – either international law or the Dubs agreement.

Many of those in the Calais camp have relatives in the UK but have found the process to claim their legal right to asylum in the UK slow.

The Government has come under intense criticism after a 14-year-old Afghan boy who had a legal right to asylum in Britain was killed on a French motorway while trying to reach the UK.

The UK's new anti-slavery commissioner warned in September the slow pace of Brtiains efforts to give sanctuary to unaccompanied child refugees in Calais was exposeig them to the risk of modern slavery and exploitation.

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Charity launches legal action against Home Office over failure to accept unaccompanied child refugees

Importante Charity sta per intraprendere un’ azione legale contro Ministero degli Interni Inglese per il mancato accoglimento dei minori...
Dopo due anni di stallo, oggi la proposta di legge che ridisegna il sistema dell'accoglienza per i minori stranieri non accompagnati ha fatto un decisivo passo in avanti in Commissione Affari Costituzionali. Soddisfatta e ottimista la relatrice Pollastrini: «è necessario riconoscere un diritto a questi ragazzi». Il nodo dei fondi? Sembra superato.

«Il mio impegno è totale, sono sincera, è una proposta molto attesa dalle associazioni, dall'Anci e soprattutto dai minori»: l'onorevole Barbara Pollastrini è appena uscita dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera, dove oggi l'iter della proposta di legge che va a ridisegnare l'accoglienza per i minori stranieri non accompagnati ha fatto un importante passo in avanti.

Dopo due anni di stop è ripreso infatti riprende l’esame della proposta di legge “Modifiche al testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e altre disposizioni concernenti misure di protezione dei minori stranieri non accompagnati” (C.1658), che porta la prima firma di Sandra Zampa, vicepresidente della Bicamerale Infanzia e Adolescenza (seguita da colleghi appartenenti a gruppi diversi), di cui è relatrice Barbara Pollastrini. La discussione è ripresa in verità già a inizio agosto, con l’adozione di un nuovo testo base che tenesse conto da un lato dei progressi fatti tramite altri provvedimenti in materia di accoglienza dei MSNA anche grazie al dibattito legato all’esame di questa proposta di legge, dall’altro delle tante osservazioni legate alle questioni di copertura finanziaria, il motivo che di fatto aveva fermato l’iter della legge (il MEF diede parere negativo sulla relazione tecnica da parte della Ragioneria generale dello Stato).

Oggi quindi la Commissione I della Camera ha ripreso in mano il provvedimento, avviando l’esame degli emendamenti depositati a fine settembre (li trovate qui). «Abbiamo votato una novantina di emendamenti, 18 articoli su 22. Quattro articoli sono stati accantonati per un ulteriore apprfondimento, ma a metà settimana prossima credo che avremo concluso l'iter in commissione», spiega l'onorevole Pollastrini con soddisfazione, sottolineando come in Commissione il suo intento sia stato quello di «valorizzare i contributi di tutti coloro che credono in questa legge. Tutti i gruppi in Commissione hanno dato contributo importante, tranne la Lega, che ha presentato solo emendamenti , poi soppressi, chiedendo la soppressione di ogni singolo articolo». Il testo poi dovrà avere il parere delle altre commissioni competenti, per approdare all'Aula intorno al 25 ottobre (il provvedimento è già calendarizzato per quella data).

Si tratta di una legge condivisa e molto attesa, appoggiata da associazioni importanti - Save the Children, Amnesty International, Caritas Italiana, Centro Astalli, il Consiglio italiano per i rifugiati, Comunità Sant’Egidio, Aibi, Emergency, Terres des hommes, Intersos, Cnca, Comitato italiano per l’Unicef, Oxfam Italia – che nei tanti mesi di stallo hanno ripetuto continuamente il loro appello. Il IX Report sull’attuazione della CRC in Italia scrive che «l’auspicata riforma del sistema di protezione e accoglienza dei MNA, attraverso l’approvazione del DDL 1658 non si è ancora realizzata, anche se è continuato il tentativo di superamento della gestione emergenziale del flusso migratorio, compresa la gestione degli arrivi di MNA» e fra le sue raccomandazioni al Parlamento inserisce proprio l’approvazione della proposta di legge 1658.

La legge infatti disegna un percorso strutturato, che non lasci più all’occasionalità o alle risorse disponibili o alle decisioni del singolo ministro o della singola Regioni quella per la relatrice Pollastrini è una «scelta nazionale, strategica di civiltà e sicurezza». Una legge che tracci «un disegno compiuto di coordinamento, di visione programmatica, che individui con precisione le responsabilità tra istituzioni e soggetti preposti, la qualità delle strutture. Che permetta una verifica dei risultati e la trasparenza. Anche per evitare altri episodi odiosi come quelli scoperchiati nei mesi scorsi a Roma e altrove», ha detto Pollastrini nella sua relazione.

Ovviamente la ripresa della discussione non può non tener conto dei nuovi numeri del fenomeno, esploso ulteriormente rispetto a due anni fa, quando il primo testo venne presentato: «più che "fenomeno" direi che questa è ormai la condizione della nostra epoca», afferma Pollastrini. Se nel 2015 furono 11.921 i minori stranieri non accompagnati giunti in Italia, già in crescita rispetto al 2014 di 1.385 unità, nel 2016 secondo le stime di Save the Children, dal 1 gennaio al 26 settembre 2016 sono arrivati via mare più di 20.600 bambini, di cui la stragrande maggioranza - oltre 18.400 - sono minori non accompagnati: il doppio rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Provengono in particolare da Eritrea, Egitto, Gambia, Nigeria, Guinea, Somalia, e altri Paesi dell’Africa subsahariana e occidentale. «Il sistema di accoglienza per i minori non accompagnati è palesemente sottodimensionato», spiega Liviana Marelli, del CNCA: «i famosi 20 hub erano per la pronta accoglienza, c'è il bisogno assoluto di aumentare i posti di seconda accoglienza. Ma implementando il sistema ordinario dello Sprar, non dando ai prefetti la possibilità di aprire strutture recettive temporanee, di fatto i famigerati Cas, come previsto nelle “Misure straordinarie di accoglienza per i minori stranieri non accompagnati” contenute nel disegno di legge di conversione in legge del decreto legge 24 giugno 2016, n. 113, su cui abbiamo espresso dissenso e preoccupazione. Continuiamo a chiedere un Tavolo nazionale tecnico e dei Tavoli regionali in cui sieda anche il non profit, per per mappare le disponibilità e le risorse e verificare i criteri di qualità del sistema».

Lo spirito della legge è nell’art. 1, ovvero nella volontà di riconoscere un diritto ai MSNA in quanto minori fragili, da tutelare: «un diritto, perché altrimenti il "cosa fare" è demandato di volta in volta alle scelte di governi, sindaci, regioni ma non è un diritto… Un conto è ottemperare undiritto e un conto è che il "cosa fare" sia una decisione discrezionale o umanitaria. La proposta ha questo senso profondo, oltre a una forte spinta alla trasparenza e alla qualità del sistema di accoglienza, a tutela del minore e della trasparenza», spiega ancora la relatrice.

Il nuovo testo base, rispetto all’originario e alle modifiche normative introdotte in questi due anni (soprattutto tramite il decreto accoglienza n. 142 del 2015), ribadisce il principio di separatezza delle strutture riservate ai minori rispetto a quelle degli adulti; il fatto che le operazioni di identificazione devono concludersi entro 10 giorni, mentre attualmente non è stabilito alcun termine; la riduzione da 60 a 30 giorni del termine massimo di trattenimento dei minori nelle strutture di prima accoglienza.Notevole è stata l’attenzione alla riformulazione di alcuni articoli sulla base dei rilievi della Commissione bilancio: la copertura necessaria si aggira, oggi, sui 200 milioni di euro. «È importante evidenziare che a decorrere dal 1 gennaio 2015, il Fondo per l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati è stato trasferito nello stato di previsione del Ministero dell’Interno e la relativa dotazione ha fatto registrare un progressivo aumento nel tempo», sottolinea l’onorevole Pollastrini nella sua relazione, ricordando che tale fondo ha uno stanziamento pari a 170 milioni di euro per gli anni 2016 e 2017 e di 120 milioni di euro per il 2018, mentre il Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell’asilo, che attiene allo Sprar, è pari a 400 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016, 2017 e 2018. «Il nuovo assetto finanziario sembra consentire la copertura della legge», conclude l’onorevole Pollastrini, «tanto più alla vigilia della legge di bilancio. Io penso sia possibile arrivare alle coperture necessarie». Lo chiedono le associaioni, i Comuni e oltre 18mila minori.

MSNA, la proposta Zampa andrà in Aula entro venti giorni

Dopo due anni di stallo, oggi la proposta di legge che ridisegna il sistema dell'accoglienza per i minori stranieri non accompagnati...
Amnesty International nell'ultimo rapporto sulla crisi globale dei rifugiati accusa i Paesi del c.d. primo mondo di una completa assenza di leadership e responsabilità.
Questo rapporto documenta la situazione precaria affrontata da molti dei 21 milioni di rifugiati nel mondo, la stragrande maggioranza dei quali sono ospitati in paesi a basso e/o medio reddito, mentre le nazioni più ricche del mondo ospitano il minor numero di rifugiati e "non hanno minimamente accolto un piano per proteggere i 21 milioni di rifugiati".
Se tutti - o quasi - i paesi si impegnassero a proteggere i rifugiati, suddividendo equamente le responsabilità nessun paese sarebbe stato sopraffatto e la vita dei profughi sarebbe significativamente migliorata. Amnesty International cita il Canada, esempio di come, con leadership e visione, gli Stati possano favorire il reinsediamento di ampi numeri di rifugiati in un tempo adeguato. Dal novembre 2015 il Canada ha reinsediato quasi 30.000 rifugiati siriani. Un po` più della metà su iniziativa del governo, gli altri 11.000 attraverso sponsorizzazioni private. Alla fine di agosto 2016, erano in corso d`esame altre 18.000 richieste di rifugiati siriani, ospitati principalmente in Giordania, Libano e Turchia. Alla luce di ciò chiede a tutti i paesi di elaborare programmi di reinsediamento dei rifugiati dalle zone di crisi e aumentare percorsi sicuri e legali.  "Quando le leadership vengono meno, le persone di buona volontà devono aumentare la pressione sui governi perché questi mostrino umanità verso persone la cui unica differenza è di essere state costrette a fuggire dalle loro case",  conclude Shetty.


La crisi dei Rifugiati e (è) l'egoismo delle nazioni ricche

Amnesty International nell' ultimo rapporto sulla crisi globale dei rifugiati accusa i Paesi del c.d. primo mondo di una completa as...
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